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David 2017, le considerazioni: trionfa La Pazza Gioia ma escono vincitori anche Indivisibili e Veloce come il Vento

5 David per La Pazza Gioia, tra i quali miglior film, regia e sceneggiatura, con Indivisibili e Veloce come il Vento a quota sei.

pubblicato 28 Marzo 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 00:46

Come avvenuto agli Oscar negli ultimi anni, anche i David di Donatello hanno seminato indizi lungo l’arco della serata per poi spiazzare nel finale. Dopo un appassionante testa a testa tra Indivisibili e Veloce come il Vento, entrambi vincitori di sei statuette, è stato infatti La Pazza Gioia di Paolo Virzì a far suo il riconoscimento più ambito, quello di miglior film.

Per Virzì un trionfo doppio, avendo incassato anche il David per la miglior regia, nonché il settimo Oscar del cinema italiano in 22 anni d’attività. Il primo nel 1995 come miglior regista esordiente (La bella Vita), per poi vincere quello più importante con Ferie d’Agosto (miglior film), portarsi a casa quello per la sceneggiatura con La prima cosa bella e ancora una volta quello come miglior film con Il Capitale Umano (premiato anche per lo script). Pazza Gioia sugli scudi grazie anche alle scenografie di Tonino Zera, alle acconciature di Daniele Tartari e soprattutto alla strepitosa Valeria Bruni Tedeschi, autrice di un discorso di ringraziamenti che è già cult. Meravigliosamente surreale e 4° David per lei.

Sei, come detto, i David vinti da Indivisibili di Edoardo De Angelis: migliore produttore, sceneggiatura, musiche e canzone originale di Enzo Avitabile, costumi di Massimo Cantini Parrini e miglior attrice non protagonista ad Antonia Truppo, premiata anche lo scorso anno con Lo chiamavano Jeeg Robot. Altri sei David a Veloce come il Vento di Matteo Rovere, premiato per la fotografia di Michele D’Attanasio, il trucco di Luca Mazzoccoli, il montaggio di Gianni Vezzosi, il sonoro, gli effetti digitali e il miglior attore protagonista Stefano Accorsi, qui al suo 2° David 18 anni dopo Radiofreccia. Al quarto David è invece arrivato Valerio Mastandrea, premiato come miglior attore non protagonista con Fiore. L’attore romano ha raggiunto Nino Manfredi, in questa speciale classifica, mentre Marco Danieli ha fatto suo il David come miglior regista esordiente con La ragazza del mondo. Un David è andato a La stoffa dei sogni, miglior sceneggiatura adattata, con Animali Notturni di Tom Ford eletto miglior film straniero e Io, Daniel Blake di Ken Loack miglior film europeo. David al miglior documentario, un po’ a sorpresa, per Crazy for football di Volfango De Biasi, che ha battuto quel Liberami che aveva trionfato al Lido, con In guerra per amore di Pif David Giovani e A casa mia di Mario Piredda miglior cortometraggio.

Stupisce, va detto, il fatto che il miglior film del cinema italiano dell’ultimo anno, La Pazza Gioia, sia prima tornato a mani vuote dalla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes per poi saltare la corsa tricolore agli Oscar, autoescludendosi dalla gara. D’altronde anche lo stesso Indivisibili, battuto da Fuocoammare nella sfida Academy, era stato inspiegabilmente relegato nella sezione “Giornate degli Autori” alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, senza vincere nulla di importante. Quel che rimane di questi David, guardando ai vincitori, è l’immagine di una cinematografia assai poco esplosiva ma tra le mille delusioni dell’ultimo anno in grado di spaziare tra conferme (Virzì) e talenti in ascesa (De Angelis), spiazzando infine con coraggiosi prodotti di genere in grado di conquistare tanto il pubblico quanto la critica (Rovere). Voto insufficiente, infine, alla 2° diretta Sky dell’evento, apparsa in sordina dopo il buon esordio dello scorso anno. Tolta la folle clip di Maccio nel presentare i candidati al miglior montaggio e il buon conduttore Alessandro Cattelan, onestamente parlando, il nulla.