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Un Altro Me: trailer e poster del documentario di Claudio Casazza

Un altro me: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul documentario di Claudio Casazza nei cinema italiani dal 13 aprile 2017.

pubblicato 12 Aprile 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 07:32

 

Il 13 aprile Lab 80 Film porta nelle sale Un Altro Me, il documentario di Claudio Casazza sul primo esperimento italiano sul trattamento intensificato degli aggressori sessuali.

Sergio, Gianni, Giuseppe, Valentino, Carlo, Enrique, sono tra i condannati per reati sessuali, definiti ‘infami’ nel gergo carcerario, che, una volta usciti dopo anni o mesi di isolamento in carcere, rischiano di commettere nuovamente lo stesso crimine. Un’equipe di psicologi, criminologi e terapeuti sta portando avanti anche con loro il primo esperimento in Italia per evitare il rischio che le violenze siano compiute ancora. Un anno accanto a loro per capire chi sono, cosa pensano e quali sono le dinamiche profonde di chi ha commesso un reato sessuale. E mostrare che un cambiamento è possibile.

 

Il regista parla delle motivazioni dietro la realizzazione di questo documentario.

[quote layout=”big”]Ho deciso di fare questo documentario dopo aver assistito a un incontro aperto di due ore tra i condannati e gli operatori che fanno parte del progetto e aver visto, da entrambe le parti, l’incredibile materiale umano che avevo di fronte. Per le riprese, ho scelto di non sapere che tipo di reati avevano commesso i detenuti che filmavo nel percorso di trattamento per restare il più possibile aperto, senza pregiudizi e senza avere già delle sentenze in mano. E volevo che questo atteggiamento si riflettesse nel film. Credo che il documentario non rappresenti solo un dialogo a due che si instaura tra condannati e terapeuti, ma è costantemente un dialogo anche con lo spettatore perché ciascuno possa farsi delle domande, avere il proprio percorso di consapevolezza e trarne le considerazioni che vuole. Pur non potendo evitare di trattare realtà dure e dolorose, ho voluto togliere qualsiasi dettaglio che potesse apparire voyeuristico, per costruire un territorio aperto nel quale ciascuno possa riflettere su un reato che sebbene sembri sotto gli occhi di tutti, rimane per lo più sommerso, taciuto e troppo poco compreso.[/quote]

 

Una dichiarazione di Paolo Giulini, Presidente del Cipm (Centro Italiano per
la Promozione della Mediazione) e dell’Unità di Trattamento Intensificato per Autori di Reato Sessuale.

[quote layout=”big”]L’interesse per il trattamento degli aggressori sessuali nasce dal fatto che le violenze sessuali rappresentano un problema grave per la nostra società che genera esiti distruttivi nelle menti e sui corpi delle vittime e delle loro famiglie. La pena detentiva per gli autori di reati sessuali si è dimostrata inadeguata e insufficiente come unica forma di tutela e risarcimento nei confronti delle vittime e della società in generale. Il nostro progetto è una sfida tesa a dimostrare che un approccio scientifico e sistematico di riabilitazione è un modo etico ed efficace di proteggere la collettività, ridurre le vittime e prevenire i comportamenti devianti.[/quote]

 

 

 

L’UNITÀ di TRATTAMENTO INTENSIFICATO per AUTORI di REATI SESSUALI del CIPM

L’Unità di trattamento per Autori di reati sessuali a Bollate rappresenta primo tentativo di trattamento e presa in carico di autori di reati sessuali nella realtà penitenziaria italiana e inizia ad operare nel settembre 2005. L’equipe è costituita da diverse figure professionali, quali criminologi, psicologi, educatori, psicodiagnosti e un’arteterapeuta e i suoi interventi realizzati in ambito penitenziario sono una forma di prevenzione orientata prevalentemente alla riduzione della recidiva e al miglioramento della qualità della vita dell’individuo. I fondamenti teorici risiedono nelle trentennali esperienze statunitensi e canadesi culminate nel Good Lives Models (GLM), il quadro teorico di riferimento adottato a livello internazionale nei trattamenti con i sex offenders. Prevede una sottoscrizione da parte del detenuto e incontri quotidiani con l’equipe per circa un anno. Il monitoraggio continua anche dopo la scarcerazione grazie al Presidio Criminologico Territoriale. La sopravvivenza e continuità di progetti come questi sono però sempre minacciate dall’esiguità dei fondi a disposizione, nonostante la loro dimostrata efficacia anche in termini di economicità. Ad oggi dei 248 uomini che hanno seguito il trattamento solo 7 hanno compiuto nuovamente un reato.

 

IL CIPM

Il C.I.P.M. (Centro Italiano perla Promozione della Mediazione) è un Associazione fondata nel 1995 a Milano da un gruppo di criminologi, sociologi, psicologi, operatori sociali e magistrati nell’ottica di una differenziazione dei saperi e delle competenze. Fornisce servizi a 360 gradi per coloro che vivono esperienze di conflitto o sono state vittime di reati fra cui un Servizio di Mediazione Sociale e Penale, un Presidio Criminologico Territoriale, Servizio Psicotraumatologico per le Vittime di Reato, un Ufficio per lo Stalking a Milano e un servizio di Psicodiagnosi.

 

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