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Sicilian Ghost Story: Recensione in Anteprima

Dopo il folgorante esordio con Salvo, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza tornano in sala con una favola d’amore dai toni cupi e drammatici. Sicilian Ghost Story.

pubblicato 18 Maggio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 06:10

Quattro anni dopo il boom di Salvo, presentato al Festival di Cannes e vincitore della Settimana della Critica, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sono tornati sulla Croisette per aprire la 56esima edizione della Semaine de la Critique, onore mai capitato ad un film italiano, con Sicilian Ghost Story, da oggi nelle sale d’Italia. Una favola dark, una storia d’amore adolescenziale sporcata dall’orrore della mafia, quella sceneggiata e diretta dai due registi, ispiratisi ad un tragico fatto di cronaca: il rapimento di Giuseppe Di Matteo, figlio 13enne di un collaboratore di giustizia ed ex-mafioso rapito per far tacere il padre pentito e tenuto prigioniero per 779 giorni e notti, prima di essere strangolato e sciolto nell’acido nitrico.

Palermitani di nascita, Grassadonia e Piazza sono partiti da quell’orrore di metà anni ’90 per raccontare una storia di fantasmi, da liberare dopo decenni di silenzio, traendo spunto dal racconto Un cavaliere bianco di Marco Mancassola. Realtà e fantasia che si incontrano e scontrano in una Sicilia dalla dimensione fantastica, tra boschi incantati, ipnotici laghi, Orchi dal cuore di pietra e grotte angoscianti. Luna è perdutamente innamorata di Giuseppe, suo compagno di classe. Lo segue di nascosto, un giorno dopo scuola, per dargli una lettera in cui gli confida tutto il suo amore. I due passano ore e ore assieme, stretti l’uno all’altro in motorino per poi correre al maneggio, dove il ragazzino si allena. Ci scappa anche il tanto atteso bacio, per una giornata da non dimenticare. Se non fosse che Giuseppe sparisca, nel nulla. Per settimane non va più a scuola, i genitori tacciono e Luna, disperata, sembrerebbe essere l’unica a volerlo ritrovare.

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Dimensioni che si incrociano, quelle realizzate da Grassadonia e Piazza, efficaci e coraggiosi nel rappresentare un racconto di mafia con toni tanto favolistici. C’è il mondo degli adolescenti, perché Sicilian Ghost Story è di fatto un coming of age, e quello degli adulti, omertosi e marginali. Nel mezzo gli animali, tra dolci cavalli, rabbiosi cani e ambigue civette, per una storia che minuto dopo minuto intraprende sempre più la strada del ‘sogno’. Quello della protagonista, Luna, che fantastica ad occhi aperti, entrando quasi in connessione con il povero Giuseppe, recluso e incatenato al muro.

Dipinto con maestria dal solito Luca Bigazzi e montato con efficacia dal grande Cristiano Travaglioli, il film di Grassadonia e Piazza, lo scorso anno vincitore del prestigioso Sundance Institute Global Filmmaking Award per la sceneggiatura, si perde nella sua costruzione, nella sua esageratamente dilatata e autoindulgente evoluzione, che arriva abbastanza inutilmente a toccare le due ore. Il taglio forzatamente ‘paranormale’, con questi spiriti che aleggiano a momenti alterni all’interno della pellicola, si fa a lungo andare superfluo, mentre i sogni/incubi di Luna intraprendono la rischiosa via della chiaroveggenza. Al fianco della principessa eroina, vera Cappuccetto Rosso alla ricerca del perfido lupo che ha divorato l’amato, adulti silenti e colpevoli, con la spettrale Sabine Timoteo, negli abiti di sua madre, macchiettistica nell’incutere angoscia e disciplina svizzera. Un casting complicato, quello iniziato nell’ottobre del 2015, perché centrato su giovanissimi attori alle prime armi. Complicato e tutt’altro che centrato, visti i risultati recitativi a tratti dilettantistici dei co-protagonisti.

Un film difficilmente classificabile, quello elegantemente diretto da Grassadonia e Piazza, perché incapace di limitarsi ad un unico genere abbracciando opzioni e visioni differenti. Un tentativo fascinoso e apprezzabile, quello portato avanti dai due registi, purtroppo così esageratamente centrati sull’autorialità del progetto da lasciarselo sfuggire, perdendo presa sul racconto stesso, tra digressioni oniriche e finali a pioggia.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6 -” layout=”left”]

Sicilian Ghost Story (Ita, drammtico, 2017) di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza; con Julia Jedlikowska, Gaetano Fernandez, Corinne Musallari, Andrea Falzone, Federico Finocchiaro, Lorenzo Curcio, Vincenzo Amato, Sabine Timoteo, Filippo Luna – uscita giovedì 18 maggio 2017.

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