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Cannes 2017: classifica finale e pronostici in vista della premiazione

Festival di Cannes 2017: qualche considerazione sull’edizione in procinto di concludersi, il tutto corredato da classifica e pronostici

pubblicato 28 Maggio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:43

Anche quest’anno, Deo gratias, li abbiamo visti proprio tutti quelli in Concorso (a ‘sto giro non era detto). In basso trovate la classifica personale, in attesa della premiazione di stasera.

Come si vedrà, la realistica considerazione secondo cui questa edizione sia stata la più modesta da qualche anno a questa parte (2009?), appare fondata solo se contestualizzata. Temo infatti che la maggior parte dei “delusi” stia semplicemente manifestando la propria contrarietà perché orfani del film che spicchi in maniera inequivocabile sopra tutti gli altri.

Ci sta. Voglio dire, non tutte le annate sono le stesse e adesso toccherà aspettare Venezia per capire se si è solo trattato di un anno andato così o se invece Fremaux ha sbagliato qualcosa. Detto ciò, è comprensibile ed in qualche misura corretto considerare i film in relazione ad un Festival, al suo prestigio, alla sua storia; tutti pretendiamo da Cannes che sforni almeno due/tre titoli che resteranno nella storia. Se non succede, però, che facciamo? Al diavolo Sansone con tutti i filistei?

L’impressione è invece che di buoni film ne siano stati mostrati, e sono almeno la metà. Altri sono più trascurabili, altri ancora ce li siamo già voluti dimenticare. Ma come ha ravvisato non a torto da un conoscente, ci sono state opere al cui interno ci si trova dell’ottimo, del buono e del pessimo: come regolarsi in questi casi?

Prendete un film come quello di Mandruzcó: tra i peggiori per chi scrive, e rientra fra i pochi che sono piuttosto convinto di non rivalutare nel breve periodo. Insomma, al momento il mio giudizio sul film ungherese mi appare lucido, per quanto possa esserlo a fronte di una sola, prima visione; eppure l’idea c’era, solo che Mandruzcó non sapeva esattamente cosa farci, pur amandola alla follia, perciò ce la butta in faccia troppe volte e con troppa disinvoltura.

E che dire della Kawase? Ecco, non sono un detrattore della regista, per quanto non mi appassioni manco la metà rispetto a quanto appassiona Fremaux evidentemente. Radiance lo trovo forzato, e non che prima la regista giapponese non lo fosse; solo che probabilmente non ha mai avuto tra le mani un soggetto così interessante, perciò trovo ancora più “grave” il fatto che non sia riuscita a mitigare certe sue propensioni, che anzi qui sprigiona con non mai, tanto che preferisco il film che ha portato l’anno scorso in Un Certain Regard.

Rodin è fiacchissimo, Doillon le prova tutte ma non ci riesce proprio a dargli una forma, e la cosa si risolve in un biopic smunto e francamente pure un po’ tedioso. Anche qui però… non si tratta di salvare qualcosa, proprio no, non me la sento. Però, ecco, ci si fosse posti prima la questione rispetto a come tirare fuori certi temi, certi discorsi a cui solo la vita di un artista può dare seguito, beh, avremmo avuto un altro film. Sì perché, a conti fatti, significava fanne un altro proprio.

Mi pare però che si stia correndo un po’ troppo, perciò vedo di darmi una regolata: per tirare le somme c’è ancora tempo. In attesa perciò dell’articolo conclusivo di domani, vi lascio alla classifica ed ai pronostici, col solito giochetto tra speranze e previsioni.

CLASSIFICA

Istruzioni per l’uso: tolti i primi due, che sono gli unici che difenderò a spada tratta fino a quando ce ne sarà bisogno, i titoli fino al dodicesimo posto sono racchiusi in uno spicchio di voto che staziona attorno al 7, mezzo punto più mezzo punto meno. Dopodiché tre sufficienze; mentre quelle che considero vere e proprie insufficienze stanno negli ultimi quattro posti.

1. You Were Never Really Here, di Lynne Ramsay
2. Happy End, di Michael Haneke
3. Good time, dei fratelli Safdie
4. The Killing of A Sacred Deer, di Yorgos Lanthimos
5. Loveless, di Andrei Zvyagintsev
6. 120 battements par minute, di Robin Campillo
7. The Square, di Ruben Ostlund
8. The Beguiled, di Sofia Coppola
9. Okja, di Bong Joon-ho
10. L’amant double, di Francois Ozon
11. The Day After, di Hong Sang-soo
12. The Meyerowitz Stories, di Noah Baumbach
13. A Gentle Creature, di Sergei Loznitsa
14. Le redoutable, di Michel Hazanavicius
15. Wonderstruck, di Todd Haynes
16. Radiance, di Naomi Kawase
17. Jupiter’s Moon, di Kornél Mandruzcó
18. Rodin, di Jacques Doillon
19. In the Fade, di Fatih Akin

PRONOSTICI

Chi vorrei che vincesse

Palma d’oro: You Were Never Really There
Grand Prix Speciale della Giuria: Happy End
Prix de la mise en scène: Yorgos Lanthimos per The Killing of A Sacred Deer
Prix du scénario: Oleg Negin per Loveless
Prix d’interprétation féminine: Nicole Kidman per The Beguiled
Prix d’interprétation masculine: Robert Pattinson per Good Time
Premio della giuria: Good Time

Chi vincerà

Palma d’oro: 120 battements par minute
Grand Prix Speciale della Giuria: You Were Never Really There
Prix de la mise en scène: Andrei Zvyagintsev per Loveless
Prix du scénario: Sergei Loznitsa per A Gentle Creature
Prix d’interprétation féminine: Nicole Kidman per The Beguiled
Prix d’interprétation masculine: Robert Pattinson per Good Time
Premio della giuria: Radiance

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