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Wonder Woman: Recensione in Anteprima

Gal Godot combatte i tedeschi in Wonder Woman, dal 1° giugno al cinema.

pubblicato 30 Maggio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:39

Spesso aspramente criticata se confrontata alla storica rivale Marvel, la DC Comics ha comunque fatto suo un invidiabile primato con l’imminente Wonder Woman, prima storica supereroina dei fumetti ad avere un lungometraggio interamente dedicato. I rivali faranno altrettanto solo nel 2019 con Captain Marvel, interpretata da Brie Larson, mentre in casa Warner hanno giocato d’anticipo con la bellissima Gal Gadot, ex modella israeliana già presentata negli abiti di Diana Prince nello sbertucciato Batman v Superman.

Giudizi negativi che hanno evidentemente fatto breccia in casa Dc, da sempre accusata di essere esageratamente cupa nei propri adattamenti cinefumettistici, tanto dall’aver guardato proprio alla Marvel nel tentare una strada inedita, meno seriosa e più orientata all’intrattenimento duro e puro. Patty Jenkins, qui al suo secondo lungometraggio cinematografico 13 anni dopo Monster, ha di fatto dovuto costruire un mondo, quello dell’Isola Paradiso, Regno delle Amazzoni create da Zeus per portare la pace in Terra e sconfiggere Ares, Dio della Guerra. Tutto cambia quando un pilota americano precipita dal cielo proprio nelle acque della paradisiaca isola, facendo scoprire a Diana e a tutte le altre Amazzoni l’esistenza di una terribile guerra che sta distruggendo il mondo. Convinta di poter porre fine alle ostilità, Diana parte in compagnia del soldato alla volta del fronte occidentale, andando incontro al proprio reale passato e al proprio eroico destino.

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Creata da William Moulton Marston nei primi anni ’40, ovvero nel pieno della 2° Guerra Mondiale, Wonder Woman è da sempre considerata una delle tre icone di base dell’universo DC Comics insieme a Batman e Superman. Sceneggiato da Allan Heinberg e Geoff Johns, su soggetto di Zack Snyder & Allan Heinberg, il film della Jenkins sfoggia al proprio interno anche un pizzico d’Italia, grazie alla meravigliosa Matera abbondantemente ritoccata al computer per dar vita all’Isola natia della protagonista, tanto bella quanto pura nell’animo. Guerriera dal cuore d’oro, la Diana Prince della Godot è coraggiosa e istintiva, leale e idealista, ingenua, sognatrice e innamorata. Un’eroina a cui nessuno può mettere i piedi in testa, mai bisognosa d’aiuto, genuina e sempre pronta ad entrare in azione per il bene dell’umanità. Discrete le scene d’action, che alternano slow motion a coreografati combattimenti, intervallati da leggeri siparietti ‘comici’ in cui i protagonisti alleggeriscono ulteriormente il peso della scrittura.

Snyder & Co., dopo le infinite critiche raccolte con Batman v Superman, hanno infatti finalmente capito che si può fare cinema fumettistico senza prendersi esageratamente sul serio. Da questo punto di vista Wonder Woman è un enorme passo avanti, perché la Gadot, in quanto pesce fuor d’acqua nel mondo degli umani, è un concentrato di inadeguatezza, volutamente marcata e indirettamente comica. Ottima l’alchimia tra l’attrice e Chris Pine, divo di Star Trek qui ‘prestato’ alla Dc per indossare gli abiti dell’affascinante Steve Trevor, spia disposta a tutto pur di far finire la I° Guerra Mondiale, con Elena Anaya ed Danny Huston temibili villain e David Thewlis abile doppiogiochista. Abbandonata l’Isola Paradiso, che introduce con capacità alla mitologia della storia, Wonder Woman vola poi nell’Europa messa a ferro e fuoco, lasciando dietro di se’ un marcato e poco invidiabile utilizzo della CG.

Costato poco più di 100 milioni di dollari, il film della Jenkins ha evidentemente fatto economia sugli effetti speciali, a tratti démodé, quasi vintage nella loro smaccata e imperfetta visibilità, limitando in particolar modo tutta l’ultima parte. Un finale ‘mutante’ in cui Diana e Ares se le danno di santa ragione, senza però mai dare la sensazione di credere realmente al loro effettivo scontro, palesando un presunto omaggio più o meno voluto ai Superman di Christopher Reeve. Stucchevole nel rimarcare continuamente la forza dell’amore nei confronti dell’odio e della violenza, Wonder Woman paga lo scotto di una sceneggiatura frenata da dialoghi spesso privi di sostanza, da un ritmo che a tratti paga pegno e da personaggi secondari a malapena accennati, concentrando le proprie attenzioni su Diana e Steve, punti forti con un’anima dai tratti epici di una pellicola indubbiamente superiore tanto a Batman v Superman quanto a Man of Steel e Suicide Squad, ma ancora lontana anni luce dagli eccezionali picchi nolaniani raggiunti con l’Uomo Pipistrello.

Volendo fare un paragone con la concorrenza diretta, Wonder Woman potrebbe essere accostato al primo Captain America, anche se storicamente ben più importante per il ruolo principale finalmente affidato ad una donna. Forte, irreprensibile, praticamente imbattile e divina, ma come tutti noi umani cinematograficamente parlando imperfetta.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”4″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”6″ layout=”left”]

Wonder Woman (Usa, 2017, comics) di Patty Jenkins; con Gal Gadot, Chris Pine, Robin Wright, David Thewlis, Elena Anaya, Danny Huston, Lucy Davis, Saïd Taghmaoui, Ewen Bremner, Dino Fazzani, Kaveh Khatiri, Connie Nielsen, Doutzen Kroes, Samantha Jo, Lisa Loven Kongsli, Florence Kasumba – uscita giovedì 1 giugno 2017.