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The Habit of Beauty: trailer, foto e poster del film con Francesca Neri e Vincenzo Amato

The Habit of Beauty: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico di Mirko Pincelli nei cinema italiani dal 22 giugno 2017.

pubblicato 20 Giugno 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:20

 

Il 22 giugno Europictures porta nei cinema d’Italia The Habit of Beauty, il dramma di Mirko Pincelli che si snoda fra i temi del sogno, dell’amore e della perdita.

“The Habit of Beauty” Racconta la storia di Elena (Francesca Neri) ed Ernesto (Vincenzo Amato), una coppia lacerata dalla tragica morte per incidente del figlio Carlo, che ritrova la voglia di vivere quando incontra Ian, un problematico ragazzo inglese che diventa per loro come un figlio adottivo. Tre anni dopo l’incidente Ernesto, tormentato fotografo, scopre di avere una malattia terminale e cerca di ricongiungersi con la ex moglie Elena, gallerista di successo. Ha solo un desiderio: esporre in un’ultima mostra le sue opere, prima che sia troppo tardi. All’oscuro del suo stato di salute Elena accetta e incontra così Ian, teppistello di periferia, pupillo di Ernesto e suo improbabile assistente. Col passare del tempo si crea nuovamente un equilibrio familiare ed Ernesto ed Elena capiscono che aiutare Ian ad uscire dalla sua vita difficile è l’unico modo per superare il loro immenso dolore. All’inaugurazione della mostra Ernesto non si presenta e sparisce. Elena intuisce che, per la prima volta dalla morte del figlio, Ernesto è tornato in Italia. Le Alpi italiane diventano l’unico luogo dove sentirsi a casa e il loro ritrovato legame cambia non soltanto le loro vite, ma anche quella di Ian.

 

 

“The Habit of Beauty” ideato dal regista Mirko Pincelli e dallo sceneggiatore e produttore Enrico Tessarin con la loro società inglese è il risultato di un lavoro meticoloso che ha messo insieme un cast e una di alto livello: Vincenzo Amato, un volto molto amato del cinema d’autore italiano; Noel Clarke uno degli attori inglesi più apprezzati che ha partecipato a grandi produzioni come “Star Trek” di J.J. Abrahams; Francesca Neri, icona di bellezza che ha lavorato con registi come Pedro Almodovar in “Carne tremula” e che si presenta qui in una chiave cruda ed impietosa; il direttore della fotografia, Fabio Cianchetti, uno dei maestri del cinema italiano che ha realizzato tra gli altri gli ultimi quattro film di Bernardo Bertolucci; la montatrice Esmeralda Calabria che ha curato il montaggio di film come “La stanza del figlio” di Nanni Moretti vincitore della Palma d’Oro a Cannes; David Bryan art director del film vincitore del Premio Oscar “The Hurt Locker”. “The Habit of Beauty” è una delle poche co-produzioni tra l’Italia e la Gran Bretagna, girato tra una Londra più socialmente divisa che mai e le bellezze immortali del Trentino. In un momento in cui i valori della nostra società vengono messi in discussione è un film di sentimenti e di riflessione che collega due facce dell’Europa che potrebbero un giorno allontanarsi sempre di più.

 

NOTE DI REGIA

Dopo tre documentari ho voluto cimentarmi con il lungometraggio, realizzando un film molto personale. Con Enrico Tessarin volevamo scrivere e produrre un film su problemi che sentivamo sulla nostra pelle e cercarli di raccontare senza compromessi. Abbiamo iniziato a sviluppare lo script sul rapporto di amore-odio che abbiamo con Londra, città piena di follia e contrasti, come un’incarnazione del ‘male di vivere’ del giorno d’oggi. Come Ian ho trovato la mia salvezza grazie al sostegno della famiglia e la passione che condivido con mio padre: la fotografia. È quasi diventata un’ossessione e mi ha dato la forza di fare qualcosa di diverso, creato dal nulla. “Mai perdere la propria identità e assicurarsi che venga fuori, nitida e chiara”. Le parole di mio padre sono più cristalline che mai, ora che per oltre dieci anni ho vissuto a Londra. Sono affascinato dal modo in cui la società di oggi ci spinge a conformarci e ci fa scendere a compromessi; ci fa concentrare più su quello che sembriamo e appariamo invece di chi siamo veramente. Questo, per me, è il problema che i protagonisti de “The habit of beauty” devono affrontare. Ernesto, Elena, Stuart, Ian e tutti i personaggi che li circondano, hanno vissuto la loro vita creando un’immagine di successo, una posizione sociale che li definisca come professionisti e come persone. Facendo così hanno però sacrificato tutto il resto: la famiglia, l’amore, le relazioni, l’etica. Neanche la morte del proprio figlio interrompe l’ossessione per la carriera e il successo, fino a quando non è più possibile continuare e tutto si sgretola. Attraverso la dolorosa comprensione della loro fragilità scoprono il legame che li unisce. Sono diversi per vita, background sociale, personalità ma capiscono che le relazioni personali e il calore umano di una famiglia sono ciò che davvero gli manca. In “The habit of beauty” il mio obiettivo principale è stato quello di catturare visivamente i momenti più privati, esplorare i sentimenti profondi di un gruppo di personaggi eterogenei. Volevo rappresentare le diversità e le somiglianze nelle loro aspirazioni e nei loro bisogni. In ultima analisi, anche le persone più diverse hanno qualcosa in comune, qualcosa che li possa collegare, qualcosa che trascende la condizione economica, il colore della pelle o le opinioni politiche. Qualcosa che va dritto all’essenza di ogni essere umano, o, per essere precisi, di ogni essere umano in un particolare momento nel tempo. Alla fine di questo film non ci saranno vincitori e perdenti, ma ci saranno persone che hanno imparato a conoscere l’essenza stessa della propria vita. Ad apprezzare qualcosa troppo spesso dato per scontato: la bellezza della vita dentro e intorno a loro, la bellezza di essere chi sei: diverso, unico, speciale. [Mirko Pincelli]