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Venezia 2017 – Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli: Recensione in Anteprima

Trine Dyrholm è una straordinaria Nico nel biopic diretto da Susanna Nicchiarelli.

pubblicato 30 Agosto 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 02:47

Quattro anni dopo La Scoperta dell’Alba, presentato alla Festa del Cinema di Roma e a 8 dai consensi ottenuti con Cosmonauta, Susanna Nicchiarelli è tornata alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con Nico, 1988, film di apertura della sezione Orizzonti. Ad indossare gli abiti dell’icona del titolo, cantante, attrice e modella tedesca musa di Andy Wharol e dei Velvet Underground, la 45enne cantante e attrice danese Trine Dyrholm, volto feticcio di Susanne Bier e Thomas Vinterberg lo scorso anno in trionfo al Festival di Berlino grazie a La Comune.

La Dyrholm fa rivivere con straordinaria intensità fisica ed espressiva gli ultimi tre anni di Nico, morta nel 1988 ad Ibiza per emorragia cerebrale dopo essere caduta da una bicicletta, trasformandosi nella postura e reinterpretando con la propria voce le più celebri canzoni della cantante tedesca, considerata progenitrice del rock gotico. Una ‘sacerdotessa delle tenebre’ inseguita dai fantasmi del passato, artista a tutto tondo ma soprattutto madre sofferente a causa di un figlio abbandonato in giovane età, riuscita a tornare a galla verso la metà degli anni ’80 grazie ad una ritrovata ispirazione musicale.

Nico, 1988 segue l’ultimo tour europeo di Christa Päffgen, a bordo di un pulmino scassato e al fianco di una poco invidiabile band, con un impresario di lei innamorato e un presente segnato dalla dipendenza dall’eroina. La storia di una complicata rinascita, quella raccontata dalla Nicchiarelli, di una donna e di una madre, di un’icona che si fa umana, abbandonando il nome d’arte per tornare ad essere molto più semplicemente Christa.

Ambientato tra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester, nella campagna polacca e il litorale romano (Anzio), il film vive sulle spalle di un’attrice eccezionale, in grado di dare credibilità alle sofferenze fisiche ed emotive di un’artista segnata da un’infanzia vissuta tra le macerie di una Berlino bombardata e una giovinezza marchiata da un’ipnotica bellezza, tra indimenticabili collaborazioni musicali, celebri amori (Brian Jones, Jim Morrison, Bob Dylan, Alain Delon, Iggy Pop) e irreversibili errori genitoriali.

La Nicchiarelli va oltre l’immagine glamour della Nico anni ’70, riportando in vita una donna che a cavallo dei 40 anni risorse, musicalmente parlando, reagendo alla perdita del consenso di massa con una apprezzata esplosione creativa. Un netto cambiamento di immagine che prende forma sul volto sofferente, appesantito e sporco della Dyrholm, autentica colonna all’interno di un film che scivola sul reiterato utilizzo di flashback che si fanno visioni, limitandone la narrazione. L’impianto televisivo prende spesso il sopravvento, lasciando fortunatamente il passo a momenti di buon ‘cinema musicale’ (Praga su tutti) che si fanno viaggio nell’anima di un’icona prematuramente scomparsa e dalle nuove generazioni (colpevolmente) poco conosciuta.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]

Nico, 1988 (Italia, Belgio, biografico) di Susanna Nicchiarelli; con Trine Dyrholm, Anamaria Marinca, Fabrizio Rongione, Sandor Funtek II, Karina Fernandez, Cavlin Demba, John Gordon Sinclair – distribuzione I Wonder Pictures

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