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Leatherface: Recensione in Anteprima

Le origini di una delle figure più terrificanti del cinema, Leatherface appunto, arrivano nei cinema d’Italia. Dal 14 settembre in sala.

pubblicato 13 Settembre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 02:17

43 anni sono passati dall’uscita in sala dell’iconico Non aprite quella porta, nel 1974 realizzato da Tobe Hooper, eppure il fascino nei confronti di Faccia di Cuoio continua ad alimentare pellicole su pellicole, essendo andato incontro nel corso dei decenni a tre sequel, un remake, un prequel del remake e un film in 3D. Adesso, grazie alla Millennium, ecco arrivare anche il prequel originale, che prova ad andare alle origini del male, con i francesi Julien Maury e Alexandre Bustillo, autori dell’horror Inside, in cabina di regia.

Sceneggiato da Seth M. Sherwood, Leatherface vede lo stesso Hooper produttore esecutivo, a poche settimane dalla morte avvenuta lo scorso 26 agosto. Rispetto alla pellicola del 1974, i fatti raccontati in questo prequel ci riportano prima agli anni ’50 e successivamente agli anni ’60, con la fattoria dei cannibali Sawyer al centro della scena. Uno dei ragazzi di Verna, matriarca della famiglia, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico per un decennio, fino a quando non riesce ad evadere insieme ad altri tre violenti ragazzi e ad un’infermiera, presa come ostaggio. Ad inseguirli un folle poliziotto, accecato dall’odio nei confronti dei Sawyer per la morte della figlia, avvenuta 10 anni prima.

Chi è Leatherface, che infanzia ha vissuto e come è diventato il mostro che tutti noi conosciamo? Domande a cui i produttori, i registi e lo sceneggiatore hanno provato a dare degna risposta, delineando i lineamenti di un ragazzo apparentemente normale, fragile ed emotivo, ma di fatto cannibalizzato dalla brutalità del sistema, in grado di tramutarlo in un autentico demonio. La continuità narrativa seguita da Julien Maury e Alexandre Bustillo si lega solo e soltanto al titolo originale di Hooper e a Non aprite quella Porta 3D di John Luessenhop, sequel diretto del film del 1974.

Crudo e violento, questo prequel ha il pregio di non ribadire quanto già visto più e più volte, tra inutili sequel e replicanti remake, provando a raccontare una storia originale su una delle maschere horror più celebri del cinema contemporaneo. Un po’ quanto già fatto da Rob Zombie con Halloween, ma senza portare nulla di realmente nuovo all’interno del franchise, a causa di una brutalità visiva che non scandalizza più, perché figlia di un decennio in cui la tortura cinematografica è diventata prassi, tra titoli come Saw ed Hostel. Nel cast Finn Jones, ovvero il Loras Tyrell de Il Trono di Spade nonché l’Iron Fist Marvel di Netflix, affiancato da Stephen Dorff e Lili Taylor, volto horror vista anche ne l’Evocazione. Proprio quest’ultima indossa i panni di Verna, matriarca della famiglia Sawyer che mai avevamo visto, se non attraverso il suo cadavere o tramite i ricordi dei parenti. Se sia la zia, la mamma, la cugina o chissà cosa, per Leatherface, non è chiaro, perché all’interno della famiglia Sawyer la normalità non è propriamente di casa. E’ lei la vera unica (e riuscita) novità della pellicola, se inserita all’interno della saga.

Abbandonati gli effetti speciali in CG per abbracciare le vecchie care protesi, Maury e Bustillo si concendono una scena necrofila di sesso a tre per poi inondare di sangue i propri protagonisti, tra teste spaccate, vittime cannibalizzate e corpi aperti in due con la motosega, ambientando l’intero film in Bulgaria, nel 2015 tramutata in Texas. Ciò che frena l’intera operazione, che potremmo definire slasher duro e puro, sono i dialoghi, estremamente limitati, così come i personaggi, le cui caratterizzazioni seguono cliché di genere ampiamente abusati. Serrato il montaggio, che rende caotiche le scene più dinamiche e cruente, i due registi semplificano esageratamente la discesa agli inferi del giovane Faccia di Cuoio, la cui identità viene nascosta per 3/4 di film alimentando ulteriormente la considerazione che chiunque potrebbe essere il mostro. Idea interessante che su strada, perché la fuga dei 4 si fa sanguinoso road movie, tramuta tutti i giovani protagonisti in papabili Leatherface, fino a quando l’ultimo rimasto non va incontro ad un doloroso lutto che sfocia in furia omicida, feroce pazzia tanto improvvisa e drasticamente marcata da rendere superficiale l’intera operazione prequel.

[rating title=”Voto di Federico” value=”5″ layout=”left”]

Leatherface (Horror, Usa, 2017) di Julien Maury e Alexandre Bustillo; con Lili Taylor, Stephen Dorff, Angela Bettis, Sam Strike, James Bloor, Jessica Madsen, Vanessa Grasse, Finn Jones, Nicole Andrews, Julian Kostov – uscita giovedì 14 settembre 2017.