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Pacific Rim – La Rivolta: recensione, curiosità e colonna sonora di Pacific Rim 2

Pacific Rim – La Rivolta ha debuttato nei cinema italiani e Blogo vi propone recensione e curiosità sul sequel di Steven S. DeKnight.

pubblicato 24 Marzo 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 22:01

 

Riassunto della puntata precedente…

In Pacific Rim, sul fondo dell’Oceano Pacifico si era aperta una breccia (the Breach), e da lì erano emersi i giganteschi Kaiju, mostri progettati dai Precursori alieni con la  capacità di spostarsi da una dimensione all’altra e raggiungere pianeti abitabili come la terra, per sterminare le specie indigene e assumere il controllo del territorio. I Kaiju avevano scatenato la loro furia sulle città costiere lungo il Pacifico, dimostrandosi immuni agli attacchi con armi convenzionali. Giganteschi robot guerrieri chiamati Jaeger, pilotati da umani uniti da un ponte neurale che consentiva loro di agire in perfetta sincronia, erano stati quindi progettati per contrattaccare i mostri alieni. Il Jaeger Gipsy Danger alla fine era riuscito a richiudere con successo la Breccia facendo detonareal suo interno una bomba nucleare, grazie alla coraggiosa azione del suo pilota, il leggendario ufficiale Stacker Pentecost, che non aveva esitato a dare la vita per garantire il successo dell’operazione.

 

Dove siamo ora…

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È l’anno 2035, 10 anni dopo gli eventi del primo film, e l’umanità ha apparentemente sconfitto la minaccia del Kaiju. La guerra è finita. La Breccia, il portale intradimensionale apertosi sul fondo dell’Oceano Pacifico dal quale erano arrivati i Kaiju, è stata ormai chiusa, ma la paura che queste inesorabili bestie provenienti da un’altra dimensione possano in qualche modo risorgere è sempre presente sulla Terra. La vigilanza è diventata uno stile di vita e il PPDC è rinato come una forza globale di guerrieri robotici altamente avanzati, con una nuova generazione di giovani piloti alla guida. Al profilarsi di una minaccia ancora più pericolosa dei Kaiju, questi giovani combattenti, soprannominati i Cadetti, sono spinti dal desiderio di vendicare e proteggere ciò che rimane del mondo che hanno ereditato. La Terra è stata salvata, ma è la tensione tra i suoi abitanti è alle stelle. A Los Angeles, Jake Pentecost, figlio di Stacker Pentecost ed ex famoso pilota dell’Accademia, è ora un malavitoso che ruba pezzi dei Jaeger per rivenderli al mercato nero. Mentre tenta di rubare un prezioso condensatore di plasma terziario, incontra la giovane Amara, rimasta orfana durante la guerra contro i Kaiju. La ragazzina, che si era resa conto nel modo più duro che i PPEG Jaeger non sarebbero andati a salvarla, ne ha costruito uno tutto suo: lo Scrapper. Grazie alle sue capacità ingegneristiche, si è costruita il suo angelo custode meccanico con pezzi di altri Jaeger recuperati dopo lo scontro di Santa Monica. Jake viene arrestato e, subito dopo la cattura, gli viene offerta l’opzione,  dalla sua sorella adottiva ed estraniata Mako Mori, alto funzionario del PPDC, di lasciar cadere tutte le accuse a suo carico se in cambio accetterà di collaborare all’addestramento dei giovani Cadetti presso il Moyulan Shatterdome in Cina, insieme al suo ex amico e ora rivale, Nate Lambert. I due, che una volta erano come fratelli, si erano allontanati quando Jake aveva deciso di voltare le spalle alla carriera di pilota di Jaeger. Il PPDC non si limita ad addestrare questi cadetti, ma sta approntando un nuovo tipo di Jaeger, nel caso in cui i Kaiju dovessero tornare…

 

 

La recensione

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In principio c’era Pacific Rim, un gioiellino di stampo “nerd” da 190 milioni di dollari di budget diretto da Guillermo del Toro. Il film ha finito per essere snobbato in patria ricevendo invece grande apprezzamento a livello internazionale, tanto che i 101 milioni e rotti d’incasso a livello nazionale sono diventati 411 a livello globale, dando così l’input per approcciare un Pacific Rim 2.

Dopo l’abbandono del progetto di Del Toro, rimasto a bordo come produttore e anche come autore della storia, ecco che il progetto Pacific Rim 2 aka Pacific Rim: Maelstrom aka Pacific Rim Uprising ha preso forma con l’esordiente Steven S. DeKnight in cabina regia, e il 22 marzo 2018 il film è approdato nei cinema italiani con il titolo Pacific Rim – La Rivolta.

Sin dai primi trailer l’intento di Legendary Pictures si è chiaramente palesato: via la cupa atmosfera post-apocalittica dell’originale e puntare ad un ringiovanimento dell’intero cast tra cui spiccano John Boyega che dopo il successo dei nuovi Star Wars è diventato una star piuttosto “bancabile” e Scott Eastwood, figlio di Clint Eastwood, che dopo Fast & Furious 7 è diventato un volto molto amato tra i giovanissimi. Il resto del cast è una pattuglia di nuove leve con cui identificarsi per un action-movie indirizzato ad un pubblico di adolescenti che con l’originale di Del Toro ha davvero poco o nulla a che spartire.

Guardando Pacific Rim – La rivolta si prova una bizzarra sensazione di già visto, il problema è che questa sensazione non è dovuta ai familiari “robottoni” che su schermo si scontrano in vere e proprie “risse” da strada sfasciando senza remore pezzi di tecnologia da miliardi dollari, ma il fatto è che sembra di guardare un film dei Transformers a partire dalla scena iniziale in cui un appare un piccolo robot “artigianale” che sembra la versione jaeger di Bumblebee. Se cio non bastasse ci sono anche i robot “cattivi” e intere sequenze che il regista gira nel medesimo stile di Michael Bay; tutto ciò mentre ogni barlume di logica nella sceneggiatura si trasforma in una serie di “supercàzzole” tecnologiche e pseudoscientifiche impossibili da metabolizzare per chiunque superi una certa età anagrafica. Tutto questo sin troppo evidente eccesso entusiasmo ha il suo apice nella battaglia finale che potremmo definire un vero e proprio delirio, in cui tra l’altro si rade al suolo un’intera metropoli con la sensazione di aver messo le chiavi di una costosa e potente fuoriserie in mano ad un gruppo di sbarbatelli con l’ormone impazzito.

Se l’idea era di lanciare un franchise nuovo di zecca demolendo letteralmente il passato sotto tonnellate di macerie, l’operazione si può dire perfettamente riuscita. Pacific Rim 2 si presenta come un vero e proprio “reboot” che si allontana a grandi passi dall’originale, con la ferma intenzione di portare su schermo un mix di Transformers e Power Rangers costruito a misura di un pubblico di adolescenti, mentre Del Toro aveva concepito l’originale come un divertissement citazionista per adolescenti degli anni ’80, fan di Godzilla e patiti dei robottoni aka mecha nipponici. Pacific Rim 2 è quindi un patinatissimo popcorn-movie “next generation” che fa sembrare il Pacific Rim originale come parte di un universo alternativo piuttosto che condiviso.

 

 

Curiosità e colonna sonora

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  • Guillermo del Toro si è dimesso come regista di Pacific Rim 2, al fine di dirigere La forma dell’acqua – The Shape of Water che ha vinto l’Oscar come miglior film.
  • Guillermo del Toro non ha diretto Pacific Rim 2, ma lo ha prodotto e ha scritto la storia per il film.
  • John Boyega oltre ad essere protagonista nel ruolo di Jake Pentecost è anche produttore del film
  • Pacific Rim – La rivolta è il debutto alal regia Steven S. Deknight regista, produttore e autore di serie tv.
  • Bracer Phoenix è solo il secondo Jaeger Mark-5, il primo è Striker Eureka. Tutti gli altri Jaeger, (Gipsy Avenger, Saber Athena, Titan Redeemer, Guardian Bravo) sono Mark-6.
  • Il Kaiju che Gipsy Avenger e Bracer Phoenix combattono si chiama Raiju. Raiju era anche il nome di un Kaiju di categoria 4 ucciso da Gipsy Danger in Pacific Rim (2013).
  • Nella battaglia finale tra Kaiju e Jaeger appare la statua di Unicorn Gundam e il nome di Anaheim Electronics sull’edificio.
  • Bracer Phoenix è il secondo Jaeger ad avere tre piloti, dopo Crimson Typhoon visto in Pacific Rim (2013).
  • Il compositore John Paesano ha registrato una colonna sonora completa per il film nel dicembre 2017 presso il Synchron Stage di Vienna, partitura che poi non è stata utilizzata.
  • Il personaggio “Amara Namani”, interpretato da “Cailee Spaeny”, pilota in modo innovativo e da autodidatta il suo “Jaeger” battezzato “Scrapper”, un termine usato nella boxe per descrivere un combattente piccolo di statura, ma con una grande forza di volontà.
  • Le tute indossate da Jake, Lambert e dai Cadetti quando pilotano gli Jaeger, sono state realizzate dalla Legacy, una società specializzata nella creazione di abiti da super eroe cinematografici (Suicide Squad, Capitan America: Civil War, X-Men Apocalypse). Ogni attore è stato sottoposto ad una scansione completa del proprio corpo a 360 gradi, perché le tute sarebbero state realizzate su misura, e meticolosamente adattate alle loro forme.
  • In giapponese, la parola “Kaiju” significa letteralmente “strana bestia”, ma è più comunemente tradotta col termine “mostro gigante”. Il regista Steven S. DeKnight, che è cresciuto guardando i film giapponesi di Kaiju degli anni ’50 e ’60, ricorda: “Li ho amati da ragazzino, quando i mostri erano uomini con dei pesanti costumi. Quello che apprezzo molto nel realizzare un film sui Kaiju oggi è che, grazie alla tecnologia di cui disponiamo, possiamo renderlo molto più spettacolare. Per quanto sia un nostalgico di quei film originali, anche da bambino mi rendevo conto che si trattava di un uomo con un costume di gomma, che calpestava le miniature. Quando il nostro Kaiju attacca una città, sembra assolutamente reale. La minaccia e il dramma sono molto più coinvolgenti”.