Home Notizie Venezia 2018, il Leone Netflix fa la Storia: considerazioni finali e pagellone

Venezia 2018, il Leone Netflix fa la Storia: considerazioni finali e pagellone

Archiviamo la 75esima Mostra del Cinema di Venezia con l’Italia a bocca asciutta e Netflix sugli scudi.

pubblicato 9 Settembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 16:44

La 75esima Mostra del Cinema di Venezia è già passata alla Storia, perché primo Festival ad aver premiato con il massimo riconoscimento un film Netflix. Roma di Alfonso Cuaron è entrato al Lido da Cardinale e ne è uscito Papa, rispettando le previsioni della vigilia che lo volevano vincitore annunciato. Ma non ci troviamo davanti ad un Somewhere 2, quando Quentin Tarantino con estrema generosità portò al trionfo il discusso film dell’ex fidanzata Sofia Coppola, perché Roma è un Amarcord eccezionale, un dolce viaggio nella memoria di un regista che ha attinto dal proprio passato per omaggiare le donne della sua vita, quelle che l’hanno cresciuto, coccolato, amato. Guillermo Del Toro, amico fraterno del regista di Gravity, ha semplicemente premiato la pellicola più applaudita e apprezzata al Lido, pronta ad uscire tanto su Netflix quanto in sala, a dicembre, per poi puntare ad un altro obiettivo epocale: volare agli Oscar. Un successo che segna la fine del Cinema? “Non facciamo demagogia“, ha giustamente risposto il presidente di Giuria. “E’ solo la continuazione di un processo iniziato 200 anni fa e non ancora finito: il cinema cambia senza sosta”.

Un’edizione ricchissima, la 75esima, che ha ribadito la centralità della Mostra nella cinematografia odierna, staccando ulteriormente quel Festival di Cannes inspiegabilmente ancorato ad un passato che proprio non vuole far evolvere, tra anacronistica guerra ai social e divieto totale ai colossi dello streaming. Non a caso nella prima settimana di proiezioni una folla record si è accalcata al Lido, con lunghissime file e sale stracolme come non si vedevano da anni. Anche da questa edizione, come puntualmente accaduto nell’ultimo lustro, almeno un paio di titoli faranno furore in casa Academy, con La Favorita più che probabile frontrunner davanti a Il Primo Uomo, A Star is Born e ai due titoloni Netflix tornati a casa con un premio in tasca: Roma di Cuaron, per l’appunto, e La Ballata di Buster Scruggs dei fratelli Coen. Qualità altissima nella prima settimana di programmazione, con l’intera stampa mondiale al Lido prima di volare tra Toronto e Telluride, con inevitabile e fastidioso calo qualitativo nell’ultima parte di Festival, scemato drammaticamente anche a livello di attenzioni e presenze. Tolto The Nightingale, non a caso, tutti i film premiati sono stati proiettati nei primi giorni di Festival.

Capitolo a parte lo meriterebbe proprio l’australiana Jennifer Kent, arrivata al Lido con l’insopportabile etichetta di ‘unica regista donna in concorso’. La guerra dichiarata dall’Hollywood Reporter ad Alberto Barbera è apparsa pretestuosa e offensiva per le stesse registe, che a detta di certi critici meriterebbero il Concorso solo perché appartenenti ad una determinata categoria e non per meriti puramente artistici, con l’increscioso episodio dell’insulto sessista avvenuto nel corso della proiezione stampa ad aver ulteriormente alimentato polemiche. Un 20enne ha gridato ‘vergogna putt*na’ nei confronti della Kent, sui titoli di coda del suo film, suscitando indignazione e scandalo. La stampa straniera ne ha approfittato per cavalcare la preventiva critica di stampo sessista nei confronti della Mostra, mentre il folle giovane, dopo aver ammesso le proprie colpe sui social, è stato inondato di insulti e minacce di morte, tanto da dover cancellare tutti i propri profili. Non sapremo mai se il doppio, esagerato premio assegnato a The Nightingale sia stato influenzato da questo vergognoso fuori programma, andando di fatto ad occupare quello ‘slot’ che la giuria avrebbe potuto dedicare al cinema italiano, grande sconfitto di Venezia 75.

Minervini, Martone e Guadagnino sono tornati a casa con un pugno di mosche, così come Alessio Cremonini con Sulla mia Pelle in Orizzonti, confermando il difficile momento ultimamente vissuto dal cinema nostrano alla Mostra. E’ dal 2015, ovvero dalla Coppa Volpi assegnata a Valeria Golino per Per amor vostro, che non strappiamo un premio dal Concorso. Tre anni a vuoto, con 10 film in selezione, tre presidenti di giuria differenti e decine di giurati. Nel 2019 bisognerà per forza di cose invertire la rotta, 6 anni dopo il Leone d’Oro a Sacro Gra. Barbera, sette anni fa tornato al Lido, è riuscito a rilanciare un Festival che aveva precedentemente sofferto il glamour e i soldi di Cannes, puntando forte, e a ragione, sui film di genere. Due western sono andati a premi (La ballata di Buster Scruggs e The Sisters Brothers), con un film in costume (La Favorita) e un revenge movie (The Nightintale) a fare addirittura doppietta. Il genere d’autore è possibile, e anche appetibile agli occhi del grande pubblico. Che sia questa la vera grande verità che Venezia 75 affida ai posteri?

CONCORSO

Il primo uomo di Damien Chazelle – voto: 7
The Mountain di Rick Alverson – voto 3
Non-Fiction di Olivier Assayas – voto 7
The Sisters Brothers di Jacques Audiard – voto 7
La ballata di Buster Scruggs di Joel ed Ethan Coen – voto 7
Vox Lux di Brady Corbet – voto 5
Roma di Alfonso Cuarón – voto 8
22 luglio di Paul Greengrass – voto 4.5
Suspiria di Luca Guadagnino – voto 5
Opera senza autore di Florian Henckel von Donnersmarck – voto 4
The Nightingale di Jennifer Kent – voto 5
La favorita di Yorgos Lanthimos – voto 8
Peterloo di Mike Leigh – voto 5
Capri-Revolution di Mario Martone – voto 5
Napszállta di László Nemes – voto 8.5
Frères ennemis di David Oelhoffen – voto 6
Nuestro tiempo di Carlos Reygadas – voto 6
At Eternity’s Gate di Julian Schnabel – voto 7
Acusada di Gonzalo Tobal – voto 2
Zan di Shin’ya Tsukamoto – voto 6

Fuori Concorso

A Star Is Born di Bradley Cooper – voto 6
Una storia senza nome di Roberto Andò – voto 4.5
I villeggianti di Valeria Bruni Tedeschi – voto 4
La quietud di Pablo Trapero – voto 4
Dragged Across Concrete di S. Craig Zahler – voto 8
Ying di Zhang Yimou – voto 5
Driven di Nick Hamm – voto 6

Orizzonti
Sulla mia pelle – voto 7

Settimana della Critica
Dachra – voto 7

Giornate degli Autori
Ricordi? – voto 6

Venezia Classici
Essi vivono di John Carpenter – voto 7