Home Festival di Cannes Girl di Lukas Dhont: Recensione in Anteprima

Girl di Lukas Dhont: Recensione in Anteprima

L’identità di genere vista attraverso gli occhi di una 15enne ballerina di danza classica. Nata ragazzo. Straordinario debutto alla regia per Lukas Dhont con Girl.

pubblicato 13 Settembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 16:38

Il più folgorante esordio dell’anno. Presentato all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, Girl del 27enne Lukas Dhont è riuscito a vincere 4 premi assegnati da 4 diverse giurie: Caméra d’or come migliore opera prima, Premio alla migliore interpretazione della sezione Un Certain Regard, Premio Fipresci e Queer Palm. Un trionfo che ha immediatamente tramutato la pellicola belga nel ‘cavallo pazzo’ dei prossimi Oscar, sognando quella statuetta che il ‘piccolo’ Belgio non ha mai vinto.

Protagonista del film, che arriverà in Italia con Teodora a partire dal prossimo 27 settembre, è Lara, introversa e dolce adolescente con la passione per la danza classica. 15enne, vive insieme al padre e al fratellino più piccolo, trasferitisi in un’altra città per permetterle di frequentare una delle più prestigiose scuole di ballo del Paese. Una duplice sfida per Lara, chiamata ad affrontare non solo le sfiancanti prove ma anche le trasformazioni del proprio corpo. Perché Lara è nata ragazzo.

Ispirato ad una storia realmente accaduta, Girl porta sul grande schermo un tema quanto mai attuale come quello dell’identità di genere, visto attraverso gli occhi di un’adolescente. Ad indossarne gli abiti uno straordinario Victor Polster, 15enne qui al suo esordio cinematografico in qualità d’attore. Ballerino presso la Royal Ballet School di Anversa, Victor presta i propri androgini lineamenti ad una storia di accettazione e determinazione. La sua Lara, così gentile e sofferente, agogna il giorno in cui sarà donna a tutti gli effetti, vivendo con orrore quel corpo che non la rappresenta. Il seno inesistente ma soprattutto quel pene, che la fa quasi sentire in imbarazzo quando al mattino pulsa sotto le sue mutandine. Dhont, che balla insieme alla sua protagonista tra tormenti taciuti e aspettative, riprende quel corpo in tutti i suoi contrasti. Apparentemente perfetto eppure a fatica sopportato da colei che nient’altro desidera se non cambiarlo.

Il mondo di Lara è apparentemente estremamente inclusivo. Il padre (un bravissimo Arieh Worthalter) le è vicino e la sostiene in tutto e per tutto, il fratellino minore la coccola e le vuole un mondo di bene, i famigliari la riempiono di complimenti, i medici e gli psicologi la seguono costantemente nel lento processo di transizione e anche a scuola nessuno parrebbe avere ‘problemi’ con la sua vera ‘natura’. Eppure Lara non riesce a guardarsi, non vuole aspettare, è in eterno conflitto con il proprio reale ‘io’ e quel corpo che non è suo. Dhont, stilisticamente a metà tra Dolan e i Dardenne, riesce a rendere emotivamente credibile una storia che appare quasi documentaristica, per la naturalezza con cui tutti i suoi interpreti interagiscono con Polster, cuore pulsante del film. Una prova d’attore mastodontica, per il giovanissimo Victor, a tratti radioso, felice, per poi precipitare nella sofferenza, nell’angoscia. Una prova fisica di immane difficoltà ma anche, se non soprattutto, un’eccelsa dimostrazione di capacità espressiva, nel dare sostanza ai tormenti interiori di un’adolescente che non vuole essere un esempio per gli altri nè ricevere compassione. Lara vuole essere Lara, cancellando quel corpo con cui è venuta al mondo.

Una giovane donna disposta ad accettare immani sofferenze, pur di diventare finalmente chi sa di essere. Billy Elliot e Il Cigno Nero che incontrano Tomboy, se volessimo fare dei paragoni con il recente cinema internazionale, in un film che accentua le sofferenze vissute quotidianamente da migliaia di ragazzi e ragazze, nat* in un corpo sbagliato. Dhont evita sensazionalismi e inonda di umanità il suo esordio attraverso i silenzi e i non detti di Lara, che accuratamente nasconde dietro i tirati sorrisi tutte le proprie angosce. L’incubo di fare la doccia insieme alle altre compagne di danza, il voler far sparire a qualunque costo il proprio sesso, la vergogna nel doverlo mostrare. Il corpo di Lara, sanguinante, slanciato, livido e denutrito, si fa tavolozza emotiva, rappresentazione fisica di una trasformazione interiore, ancor prima che esteriore.

Il regista abbraccia i suoi personaggi, li segue e li osserva con rispetto, senza mai scivolare nel puro voyeurismo, dando all’intero progetto una stupefacente sensazione di realtà, di vitalità, di amore nei confronti di una figlia, di una sorella, di una 15enne che molto semplicemente vuole essere una ragazza.

[rating title=”Voto di Federico” value=”9″ layout=”left”]

Girl (Belgio, drammatico, 2018) di Lukas Dhont; con Victor Polster, Arieh Worthalter, Oliver Bodart, Tijmen Govaerts, Katelijne Damen, Valentijn Dhaenens, Magali Elali, Alice de Broqueville, Alain Honorez, Chris Thys – uscita giovedì 27 settembre 2018.

Festival di Cannes