Home Curiosità L’albero dei frutti selvatici: trailer italiano, foto e poster del film di Nuri Bilge Ceylan

L’albero dei frutti selvatici: trailer italiano, foto e poster del film di Nuri Bilge Ceylan

L’albero dei frutti selvatici: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico di Nuri Bilge Ceylan nei cinema italiani dal 4 ottobre 2018.

pubblicato 2 Ottobre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 16:07

 

Dopo C’era una volta in Anatolia e la Palma d’oro Il Regno d’inverno, Parthénos il 4 ottobre porta in Italia L’albero dei frutti selvatici, il nuovo film dell’acclamato regista turco Nuri Bilge Ceylan, accolto con entusiasmo dalla critica internazionale all’ultimo Festival di Cannes.

 

Sinan è appassionato di letteratura e ha sempre desiderato essere uno scrittore. Ritornato nel villaggio in cui è nato, si impegna anima e corpo a raccogliere il denaro di cui ha bisogno per essere pubblicato, ma i debiti del padre lo raggiungono…

 

 

Il regista Nuri Bilge Ceylan parla della genesi del film.

[quote layout=”big”]Mia moglie Ebru e io stavamo lavorando a un altro progetto, di sapore autobiografico, la storia di una famiglia. Un giorno, ci siamo trovati in una casa di campagna vicino a Troia, dove io sono nato. Era in riva al mare, un posto sovrappopolato d’estate, in particolare in coincidenza con una festa religiosa, e abbiamo deciso di avvicinarci alla mia città natale. In un villaggio nei paraggi ho incontrato una persona che conoscevo, un insegnante. Si era sposato con una mia parente ed era un uomo interessante con cui mi piaceva stare a parlare, perché era diverso dalle altre persone del posto. Era capace di evocare i colori di un paesaggio o l’odore della terra. Gli abitanti dei dintorni non lo rispettavano e quando lui parlava nessuno lo ascoltava. È venuto a casa nostra e ci ha raccontato la sua vita in modo molto colorito.[/quote]

 

 

NOTE DI REGIA

 

È fondamentale che ogni essere umano possa assumersi il rischio di uscire dal suo rifugio per mescolarsi agli altri. Se si allontana troppo, può succedere che perda a poco a poco la sua centralità, la sua identità. Ma se la paura di abbandonare il nido è troppo grande, allora fa un passo indietro e si richiude in se stesso, smettendo così di crescere e di evolvere. E se sente di essere caratterizzato da una diversità, essenziale per lui e che tuttavia lo emargina a livello sociale, la sua forza di volontà finirà con lo smorzarsi sul piano morale. Gli risulterà dunque difficile dare un senso alle contraddizioni di una vita che di per sé gli è diventata estranea e comincerà a lacerarsi tra l’incapacità di dare una forma creativa alle contraddizioni e l’impossibilità di risolverle. In questo film, cerco di raccontare la storia di un giovane uomo che, oltre a provare un senso di colpa, sente anche di essere diverso, ma è incapace di ammetterlo. Si rende conto di essere trascinato verso un destino che non ama e che non riesce ad accettare. Ho voluto dipingere questo personaggio così come gli altri che lo circondano per delineare un grande mosaico di soggetti, senza fare favoritismi e cercando di restare rigorosamente giusto con ciascuno di loro. Si usa dire che «ogni cosa che nasconde un padre riappare un giorno nel figlio». Che lo vogliamo o meno, non possiamo fare a meno di ereditare alcune caratteristiche dei nostri padri, come un certo numero delle loro debolezze, delle loro abitudini, dei loro tic e di una moltitudine di altre tratti. L’ineluttabile scivolamento del destino di un figlio verso una sorte analoga a quella di suo padre viene raccontato attraverso una serie di esperienze dolorose». [Nuri Bilge Ceylan]