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Silent Hill Revelation 3D: Recensione in Anteprima

In anteprima per voi, ecco la recensione di Silent Hill Revelation 3D, diretto da Michael J. Bassett

pubblicato 31 Ottobre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:52

Dopo sei anni, arriva al cinema Silent Hill Revelation 3D. Sequel del primo, indovinato esperimento diretto da Christophe Gans, parecchi si aspettano un lavoro almeno all’altezza del predecessore. Ma come evidenziamo qui di seguito, nella nostra recensione, le cose non sono andate esattamente come ci si aspettava.

Il primo Silent Hill uscito nel 2006, quello diretto da Christophe Gans, ad oggi rappresenta uno dei migliori esempi di videogioco trasposto al cinema. In certi casi è pressoché impossibile salvaguardare ciò che meglio rende nell’opera originale, ma con le dovute proporzioni pare non sia poi così impensabile l’idea di tirar fuori lavori notevoli. E fu questo il caso del film diretto da Gans, che nel suo rielaborare per il grande schermo un titolo così capitale per la storia videoludica, riuscì a mantenere un tenore difficilmente riscontrabile altrove.

Alla luce di quanto appena evidenziato, risulta agevole comprendere quanto e quale fosse il grado di aspettativa nei confronti di Silent Hill Revelation 3D. Basato prevalentemente su Silent Hill 3, ossia l’ultima delle otto iterazioni della serie regolare ad essere ricordato con una certa enfasi, ci si aspettava che una storia come quella di Heather potesse quantomeno bissare la riuscita del suo predecessore.

Missione compiuta? Non proprio. Revelation ci scaraventa faccia a terra, rinfacciandoci quanto i tie-in tra cinema e videogiochi siano delle operazioni talmente delicate da avere un margine di riuscita davvero esiguo. Un tempo si pensava che nel trasporre certi videogiochi in film quello che affliggesse quest’ultimi fosse l’ignoranza da parte degli autori circa la portata della fonte da cui traevano ispirazione. Oggi oramai certe considerazioni sembrano quasi anacronistiche; posto che, per quanto ci riguarda, non sono mai state del tutto convincenti. Semplicemente, almeno fino ad ora, bisogna prendere atto di questa legge non scritta, secondo cui bisogna pensarci bene prima di inoltrarsi in progetti di questo tipo.

Michael J. Bassett ha operato una scelta, a nostro parere alquanto rischiosa. Data la giovane età della protagonista, Heather (Adelaide Clemens), il regista britannico ha pensato bene di puntare su un taglio spiccatamente adolescenziale. Da qui alcuni degli aspetti meno convincenti di tutto il film. Bene finché l’atmosfera assume i connotati del teen-horror; male, molto male, non appena questo senso di piacevole déjà vu lascia il campo per far spazio a qualcosa di completamente diverso.

Cosa? In realtà ce lo siamo domandati per l’intera durata della proiezione. Heather mette piede nell’ennesima scuola, dopo averne cambiate parecchie da che lei ha memoria. Si presenta come la solita ribelle che non vuole saperne di nessuno, dissimulando una non meglio precisata crisi adolescenziale che in realtà è altro. Pronti via, veniamo scaraventati in questo suo tremendo mondo a cavallo tra sogno e realtà.

Qui emerge una delle maggiori differenze con il film di Gans. Il regista francese fu abile nel giocare con le due dimensioni, quella della luce e quella delle tenebre. L’ansia di Rose (Radha Mitchell) al passaggio tra l’una e l’altra rendeva piuttosto bene, dando peraltro un senso a questa specifica componente. In Revelation tutto ciò viene quasi completamente disatteso: tolte le primissime fasi, non si avverte in nessun caso l’ansia delle tenebre incombenti, vanificando un escamotage narrativo potente, anche se difficile da padroneggiare.

Lo stesso leitmotiv del videogioco, ossia quello della scomparsa/rapimento, risulta mal giostrato. Nel primo Silent Hill il personaggio della Mitchell si strugge al fine di ritrovare sua figlia, ricerca che riesce tutto sommato a coinvolgerci. Qui, invece, tutto appare un po’ raffazzonato. Con l’approssimarsi della partenza per Silent Hill, viene a mancare quella carica emotiva e d’atmosfera tale da proiettare lo spettatore verso questa orribile cittadina. Eventi che si susseguono senza il minimo trasporto, di certo non aiutati da dei dialoghi piuttosto banali. E non si pensi che quest’ultimo elemento debba necessariamente avere poco peso all’interno di un contesto del genere. Lo stesso Bassett ha confermato di voler puntare su un taglio metafisico, dimensione che appartiene eccome al videogioco. Di fatto, Silent Hill è un progetto fortemente ancorato ad un’ispirazione di carattere metafisico. A maggior ragione, quindi, alleggerire la pellicola con certe battute stona. Così come il 3D, tecnologia che ad oggi dimostra di non essere ancora alla portata di tutti per quanto è acerba probabilmente.

Tutto da buttare, allora? Non è neanche vero questo. La scenografia, così come nel predecessore, è davvero ispirata, tanto più laddove appare fedele al videogioco. Certi brani, diretti da Akira Yamaoka, funzionano oggi come dieci e passa anni fa. Insomma, pare che quanto ci sia da elogiare appartenga proprio alla fonte.

E visto che siamo in tema di elementi tratti di peso dal gioco, che dire di Piramid Head? C’è da ammettere che in questo caso era logicamente più difficile giocarsi questa carta in maniera oculata, dato che ci era già stato presentato nel primo. Ma in Silent Hill Gans fu parecchio abile nel motivarne la presenza e, soprattutto, nell’inserirlo in quel contesto. Nel Revelation appare l’ultimo dei gregari, indebolito di molto nella sua prestanza scenica. Cosa che, per esempio, non è accaduto con le celebri infermiere senza volto. Presenti in una sola scena (oltre ai titoli di coda), loro sì che restituiscono un certo tono.

Ma si tratta di piccoli sprazzi, troppo piccoli per un film che nell’insieme purtroppo non funziona affatto. A leggere le dichiarazioni di Bassett le intenzioni erano decisamente lodevoli, solo che qualcosa è andato tremendamente storto al momento di imprimere tutto su pellicola. L’esito è un pessimo surrogato, ancora più amaro se si pensa che il film che lo ha preceduto, pur lungi dall’essere un capolavoro, aveva detto la sua in maniera decisamente incoraggiante. E l’impressione è che per il terzo Silent Hill ci sarà bisogno davvero di un miracolo per risollevare questo progetto. A queste condizioni, sinceramente, il rischio di un altro tonfo è alto, anche se noi non ce lo auguriamo di certo.

Voto di Antonio: 4
Voto di Federico: 4,5
Voto di Gabriele: 3

Silent Hill Revelation 3D (USA, 2012). Di Michael J. Bassett, con Sean Bean, Carrie-Anne Moss, Malcolm McDowell, Kit Harington, Radha Mitchell, Deborah Kara Unger, Adelaide Clemens, Erin Pitt e Martin Donovan. Qui trovate il trailer italiano del film. Nelle nostre sale dal mercoledì 31 Ottobre.