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Ralph spacca Internet, recensione: c’erano una volta le sale giochi, e ci sono ancora

Ralph e Vanellope si avventurano nella rete al fine di racimolare quanto serve per pagare un oggetto comprato su eBay. Il sequel di Ralph Spaccatutto sta essenzialmente in quest’incipit, più nel bene che nel male

pubblicato 20 Novembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 14:50


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Nella sala giochi che vide Ralph e Vanellope riportare una sorta di ordine, questa improbabile coppia ha oramai conseguito un certo equilibrio nell’ordinarietà delle loro esistenze da personaggi videoludici: durante il giorno si va a lavoro, quando i cabinati vengono presi d’assalto da ragazzi e ragazzini, mentre la sera ci si raduna presso al pub, si trascorre del tempo insieme, finché non torna la luce, si fa di nuovo giorno e si ricomincia da capo. Una routine che, se da un lato appaga Ralph, dall’altro sta fin troppo stretta a Vanellope, che oramai trova limitante persino il suo di gioco, le poche piste di Sugar Rush che conosce a memoria. Finché non si presenta un’alternativa, L’alternativa, quando il proprietario della sala giochi installa internet.

Sta nelle premesse, ineludibilmente, il fatto che questo sequel, Ralph spacca Internet, debba risolversi in un’ulteriore celebrazione pop, sebbene oramai il confine tra ciò che è popolare e ciò che non lo è proprio con la rete tende ad essere sempre più sfumato. In tal senso il lavoro degli autori non può che concentrarsi quindi sul mantenere salde le briglie di uno scenario che per forza di cose può impazzire da un momento all’altro, tante sono le citazioni, i rimandi. E in tal senso questo secondo capitolo non è avaro d’intuizioni, spunti che traducono in simpatiche trovate visive alcune delle dinamiche più diffuse; si veda come vengono tradotti i classici pop-up che rimandano in maniera surrettizia e quasi sempre fastidiosa ad altri siti al fine di monetizzare sui click: dei tizi quasi sempre loschi camminano con dei tablet suggerendo agli utenti di recarsi presso un dato luogo e promettendo loro le cose più disparate, come quei tizi che ti fermano per strada consigliandoti un locale.

Vive di questi passaggi Ralph spacca Internet, né può essere diversamente. Basta? Sì e no. Come già accennato, è oltremodo nelle corde del progetto optare per certe soluzioni, quasi si fosse costretti, per certi versi, proprio a basarsi su una struttura del genere. Non per niente la parte più riuscita, il cortocircuito più interessante, sta nelle sequenze in cui Vanellope incappa nelle varie principesse Disney, da Fiona di Ribelle ad Ariel de La sirenetta, passando per Mulan ed Elsa di Frozen: qui c’è finanche la rivendicazione, non scomposta ma tangibile, attraverso cui gli autori rielaborano la figura di queste giovani donne, evocando i limiti di una visione che in questi tempi nostri non può che stonare. E ci si prende gioco di certe pratiche, il risolvere tutto con una canzone (è vero, se ci si pensa cantano quasi tutte, da musical mascherati quali sono sempre stati certi film Disney), il dover sempre delegare alla figura maschile di turno. Insomma, anche Ralph cede alla tentazione che più solletica oggigiorno, ma per lo meno lo fa senza invasioni, prendendosi sul serio quanto basta, ossia molto poco.

Il centro gravitazionale resta tuttavia il rapporto tra Ralph e Vanellope, quest’amicizia messa a repentaglio dalle diverse aspirazioni: quando tutto ciò emerge, è allora che ci si rende conto della loro inconciliabilità, ed allora bisogna prenderne atto. Come? Limitatamente al discorso che porta avanti, sentiero già battuto in tante altre occasioni da altrettanti film, questo sequel tiene fede ad una certa dimensione, che gli appartiene, ossia quella di rivolgersi sì a tutti ma soprattutto ad un pubblico più giovane. Tornare a spiegare cose che oramai abbiamo cassato come luoghi comuni, tipo che tenere a qualcuno significa anche privarsene, lasciarlo/a andare, se è questo che gli/le serve.

Rispetto ad altri classici Disney, chiaramente Ralph spacca Internet è quel tipo di titolo che non ambisce a porsi quale pezzo pregiato, rimestando su un contesto con cui si era almeno in parte esaurito quanto s’intendeva dire, anche se effettivamente la dimensione social, più attuale diciamo, offre qualche margine. Un mondo vecchio, più genuino se vogliamo, che si scontra con quello contemporaneo, porta in dote svariate considerazioni, che però vanno oltre quanto è opportuno evidenziare in questa sede. Tuttavia l’evocazione di un certo ambiente, l’opporre appunto tale genuinità alla complessità del contesto entro il quale siamo inseriti oggi, è discorso che ha un suo perché, che merita di essere affrontato, e in relazione a cui comunque gli autori non prendono alcuna posizione.

Anzi, il tono, così come le conclusioni, sono estremamente concilianti, il che, in questa precisa congiuntura storica, contraddistinta da inasprimenti ed esacerbazioni varie, può rivelarsi balsamo. In altre parole, sì, è vero, internet sta forse prendendo il sopravvento, divenendo via via sempre più rilevante, laddove non indispensabile, ma non è detto che tutti si debba partecipare di quest’ansia collettiva che, proprio nella misura in cui la si sperimenta come tale, beh, probabilmente ciò rappresenta un chiaro segno, un’occasione per ripensare certi processi. È chiaro che quelle proposte in Ralph spacca Internet sono per lo più suggestioni, in larga parte persino superficiali (tornarsene al proprio cabinato è più facile a dirsi che a farsi), nondimeno se ne parla, ci si prende la briga di spostare almeno un pochino l’attenzione su simili argomenti, senza rinunciare a raccontare qualcosa, con in più quel lampo di buon senso che ridimensiona certi spropositi sui cosiddetti giochi violenti.

Andrebbe infatti scritto un articolo a parte sul virus che interviene sul codice di Slaughter Race, una sorta di scimmiottamento di GTA Online, serie che negli anni ha un po’ assunto quell’aura da «bello e dannato» agli occhi del pubblico mainstream, o per meglio dire, di non videogiocatori, e che nella manomissione del proprio codice, anni addietro (era il 2005), diede adito ad una delle controversie più significative del settore. Vanellope, nonostante tutto, è lì dentro che vuole stare, in un gioco senz’altro più truculento di uno i cui tracciati e veicoli sono fatti di dolciumi e la gente non viene fatta saltare in aria. Non è detto che Ralph capisca ma questo non gli impedisce di prendere la decisione giusta.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”6.5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]

Ralph spacca Internet (Ralph Breaks the Internet, USA, 2018)di Rich Moore e Phil Johnston. Con John C. Reilly, Sarah Silverman, Alan Tudyk, Phil Johnston, Kristen Bell, Auli’i Cravalho, Mandy Moore, Kelly MacDonald, Anika Noni Rose, Ming-Na Wen e Taraji P. Henson. Nelle nostre sale da martedì 1 gennaio 2019.