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Stasera in tv: “Tutto quello che vuoi” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Tutto quello che vuoi”, commedia drammatica del 2017 diretta da Francesco Bruni e interpretata da Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano e Donatella Finocchiaro.

pubblicato 3 Gennaio 2020 aggiornato 29 Luglio 2020 21:53

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

Cast e personaggi

Giuliano Montaldo: Giorgio Gherardini
Andrea Carpenzano: Alessandro
Arturo Bruni: Riccardo
Emanuele Propizio: Tommi
Riccardo Vitiello: Leo
Donatella Finocchiaro: Claudia
Antonio Gerardi: padre di Alessandro
Raffaella Lebboroni: Laura
Andrea Lehotská: Regina

 

Trama e recensione

 

Alessandro (Andrea Carpenzano) è un ventiduenne trasteverino ignorante e turbolento; Giorgio (Giuliano Montaldo) un ottantacinquenne poeta dimenticato. I due vivono a pochi passi l’uno dall’altro, ma non si sono mai incontrati, finché Alessandro accetta malvolentieri un lavoro come accompagnatore di quell’elegante signore in passeggiate pomeridiane. Col passare dei giorni dalla mente un po’ smarrita dell’anziano poeta, e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del suo passato remoto: indizi di una vera e propria caccia al tesoro. Seguendoli, Alessandro si avventurerà insieme a Giorgio in un viaggio alla scoperta di quella ricchezza nascosta, e di quella celata nel suo stesso cuore.

 

 

Curiosità

  • Il film ha vinto 2 Nastri d’argento (Migliore sceneggiatura a Francesco Bruni e Nastro d’argento speciale a Giuliano Montaldo) e 2 David di Donatello (Miglior attore non protagonista a Giuliano Montaldo e David Giovani a Francesco Bruni).
  • Il regista Francesco Bruni è al suo terzo lungometraggio dopo Scialla! (Stai sereno) (2011) e Noi 4 (2014). Altri crediti di Bruni in veste di sceneggiatore lo vedono assiduo collaboratore del regista Paolo Virzì con cui ha lavorato dall’esordio La vita è bella (1994) che era tratto da un suo romanzo e gli valso un David di Donatello fino a Il capitale Umano (2014) con cui ha vinto un altro David di Donatello per la sceneggiatura. Bruni ha anche collaborato alle sceneggiature di gran parte dei film del duo comico Ficarra e Picone dall’esordio Nati Stanchi (2002) fino a Anche se è amore non si vede (2011).
  • L’attore Andrea Carpenzano (Alessandro) è apparso anche in Immaturi – La serie e nei lungometraggi Il permesso – 48 ore fuori di Claudio Amendola e La terra dell’abbastanza.
  • L’87enne Giuliano Montaldo (Giorgio), autorevole regista di classici come Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno e Marco Polo, spiega cosa l’ha spinto a tornare sul set soltanto come attore per interpretare il film di Francesco Bruni.

[quote layout=”big”]Conoscevo bene da tempo Francesco, che è una persona simpatica, gagliarda e piena di vitalità, idee e proposte. Qualche anno fa siamo stati entrambi docenti al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma; lì ho iniziato a capire la sua capacità innata di comunicare e di inventare che si è rivelata tanto preziosa per le sue sceneggiature scritte per i film di Paolo Virzì e per le fiction tv sul Commissario Montalbano. Quando venne da me per propormi di recitare in questo suo film rimasi interdetto, molto di più rispetto alla prima volta in cui, nel lontano 1950, Carlo Lizzani mi chiamò a recitare come protagonista nel suo primo film “Achtung! Banditi!”. Francesco iniziò a descrivermi il personaggio che aveva pensato per me e lo vidi molto emozionato, capii che stava vivendo quella storia di un anziano piuttosto segnato dalla vita e alle prese con dei vuoti di memoria attraverso il reale disagio di suo padre che all’epoca aveva problemi analoghi. Mi colpì molto perché si disse convinto che sarei stato capace di rendere al meglio in scena e che avrebbe girato il film soltanto se ad interpretarlo ci fossi stato io. E non solo: ha voluto in scena anche la mia compagna di una vita, Vera Pescarolo, che compare in un breve ma importantissimo cammeo.[/quote]

 

 

Note di regia

 

Da qualche anno a questa parte, mio padre si è ammalato del morbo di Alzheimer. Gli esordi della malattia,  prima che quest’ultima degenerasse e divenisse drammaticamente invalidante – oltre a gettare me e i miei familiari in un prevedibile sconforto, presentavano aspetti anche molto sorprendenti: la tendenza a confondere le persone le une con le altre – a dire cose anche molto sincere e sconvenienti generavano non di rado momenti toccanti, imbarazzanti e – perché no? – anche buffi. Ma l’aspetto più interessante era la progressiva regressione verso il passato: nella sua mente prendevano corpo persone e vicende dimenticate, la cui “presenza” dava luogo a rivelazioni impreviste ed anche sconcertanti. L’episodio centrale di questo film – quello relativo alla fuga al seguito dei militari americani, ed al “regalo” da loro ricevuto – è per l’appunto uno di questi, a cui mio padre aveva accennato in passato, ma che non aveva mai raccontato con la dovizia di particolari concessigli dalla malattia. Dopo un’iniziale resistenza ad affrontare l’argomento, ho provato ad immaginare una storia che avesse al centro quell’episodio, ma allontanandola da me, da mio padre, e dal mio contesto familiare. L’immaginazione si è nutrita anche della fascinazione del mio nuovo quartiere, Trastevere, dell’assorbimento dei suoi personaggi e dei suoi ritmi. Il risultato è che “Tutto quello che vuoi” mette insieme, in maniera abbastanza indistinguibile, vissuto personale ed invenzione romanzesca. Una volta ultimato il copione, mi sono reso conto che la mia età attuale – 54 anni – si pone alla stessa esatta distanza fra quelle dei due protagonisti, di ventitré ed ottantacinque anni. L’età di mio padre, quella di mio figlio. Una coincidenza fortuita, magari: ma che inevitabilmente implica un bilancio fra quello che è stato e quello che potrà essere. [Francesco Bruni]