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Torino 2012 – Anna Karenina: recensione in anteprima

Keira Knightley è Anna Karenina nell’attesa versione cinematografica di Joe Wright: leggi la recensione in anteprima del film di Cineblog.

pubblicato 1 Dicembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:13

Dopo aver saltato a sorpresa l’appuntamento con la 69. Mostra del cinema di Venezia, Anna Karenina si presenta per la prima volta in Italia al 30. Torino Film Festival. Terza collaborazione tra Joe Wright e Keira Knightley, dopo Orgoglio e Pregiudizio ed Espiazione, la pellicola conferma tutto ciò che si poteva pensare guardando il materiale pubblicitario: è un’opera sontuosa, satura, esteticamente meravigliosa.

Di trasposizioni cinematografiche del leggendario romanzo di Tolstoj, pubblicato tra il 1875 e il 1877, ce ne sono state tantissime, sin dall’epoca del cinema muto. Le più celebri sono quelle con Greta Garbo (due Anna Karenina per lei: quello di Edmund Goulding del 1927 e quello di Clarence Brown del 1935) e con Vivien Leigh (per la regia di Julien Duvivier, nel 1948). Che il cinema potesse essere affascinato da una storia d’amore così sofferta non sorprende affatto, e che ancora oggi ci siano nuove versioni per il grande schermo non dovrebbe sorprende allo stesso modo.

Quella che però Joe Wright fa è un’operazione rischiosa che tuttavia ha davvero senso. Anna Karenina è, per la lunghezza della sua fonte e per il tipo di storia narrata, un romanzo che si predispone per natura più alla rappresentazione teatrale che cinematografica. Il regista quindi affronta di petto lo scontro tra teatro e cinema, sfruttando il primo ma regalando un’opera cinematografica viva. Il risultato è algido, ma tecnicamente potente.


Siamo nella Russia Imperiale del 1874. Energica e bella, Anna Karenina ha quello che tutti i suoi contemporanei aspirerebbero ad avere; è la moglie di Karenin, un ufficiale governativo di alto rango al quale ha dato un figlio, e la sua posizione sociale e reputazione a San Pietroburgo non potrebbero essere più alte. Anna si reca a Mosca dopo aver ricevuto una lettera da suo fratello, l’ufficiale civile (e dongiovanni) Oblonsky – detto Stiva -, che le chiede di raggiungerlo per aiutarlo a salvare il suo matrimonio con Dolly.

In viaggio da San Pietroburgo, Anna conosce la Contessa Vronsky e, alla stazione, suo figlio, l’affascinante ufficiale di cavalleria Vronsky. Quando Anna viene presentata a Vronsky, scoppia immediatamente una scintilla di reciproca attrazione che non può essere ignorata – e non lo sarà a lungo. Ma prima di abbandonare la stazione ferroviaria, un uomo muore schiacciato sotto ad un treno: una premonizione terribile che segna il fato di Anna…

La prima mezz’ora di Anna Karenina è puro spettacolo per gli occhi e per le orecchie, degno del miglior Baz Luhrmann. La prima scena si apre letteralmente su un teatro dal sipario ancora chiuso, e nel quale sentiamo che l’orchestra sta accordando e sistemando gli strumenti. Poi il sipario si apre, e veniamo scaraventati letteralmente dentro ad un mondo che vive “sul” palcoscenico, ma per nutrirsene nel modo migliore e restituire puro cinema esteticamente raffinato.

Anna Karenina infatti non è per nulla “teatro filmato”, anzi, e usa tutte le potenzialità del mezzo cinematografico per ammaliare lo spettatore. Ad esempio, molti cambi di scenografia (che indicano ellissi temporali) avvengono “in diretta”, attraverso pianosequenza arditi ed elaborati minuziosamente. Ce n’è uno, in particolare, che balza subito all’occhio verso l’inizio del film: si tratta del momento che segna il passaggio dal primo incontro tra Levin e Stiva alla loro cena. Un pianosequenza così pieno di trovate che si resta letteralmente a bocca aperta, tra masse di persone che si spostano e musicisti che suonano dal vivo.

Anche dal punto di vista sonoro il film di Wright è un lavoro incredibile. La bellissima colonna sonora di Dario Marianelli entra ancora una volta direttamente nel mondo dei protagonisti, visto che la sua melodia nasce spesso e volentieri dai suoni e dai rumori prodotti all’interno della mondo diegetico. Lo sbattere di un timbro per le lettere segna il ritmo di un nuovo brano musicale, così come il battito sui tasti della macchina da scrivere di Espiazione segnava la partenza della prima traccia musicale.


Ma in Anna Karenina non siamo sempre a teatro, spazio che rappresenta idealmente solo le case di Karenin e Stiva. Le quinte si aprono anche verso l’esterno, verso ambientazioni naturali, come nel caso della scena in cui Levin torna a casa nella fredda steppa russa. Insomma: ci si meraviglia costantemente durante il film, anche quando l’effetto sorpresa della prima mezz’ora inizia a svanire, e lo spettatore comincia ad abituarsi a tutto lo sfarzo che vede sullo schermo.

Anna Karenina non è un’opera per tutti i gusti. Può risultare un po’ indigesta, forse anche pesante. Ma indubbiamente resta un film dal fascino immenso, ricco di momenti per cui gioire seriamente. Tra questi c’è il ballo che segna il primo vero grande momento “d’amore” tra Anna e Vronskij, durante la cerimonia che dovrebbe essere la serata di Kitty (sorella di Oblonsky, “promessa” all’ufficiale dell’esercito). Le coreografie sono straordinarie, e comprendono momenti in cui le coppie che ballano si “gelano” al passaggio di Anna e Vronskij. I due restano anche soli sul palco, mentre la luce cambia assieme alla musica, prima che tutte le persone rientrino magicamente in scena.

Certo, poi la pellicola è un adattamento per sommi capi fedele alla fonte, e ne fa scaturire le tematiche principali, tra cui quella femminile, in una società creata ad immagine e somiglianza dell’uomo e in cui la passione fuori dal matrimonio è una condanna all’umiliazione. Salta fuori anche la tematica dello scontro tra classi sociali, tra vita agraria e povera e il lusso delle alti classi sociali. Tutto bello e tutto giusto: ma davvero, il film di Wright è soprattutto uno “spettacolo”.

Anna Karenina ha già in tasca almeno un paio di Oscar, ovvero quelli per le scenografie e per i costumi (da urlo), con una terza statuetta probabilmente già prenotata dalle musiche di Marianelli. Per il resto potrebbe essere fuori dai giochi, anche per quel che riguarda le categorie attoriali: la Knightley rifa sostanzialmente sé stessa negli altri film in costume da lei interpretati, mentre Aaron Taylor-Johnson e Jude Law, pur se in parte, non lasciano troppo il segno. Ma tra momenti forti (la corsa a cavallo di Vronskij e la morte di Frou-Frou), attimi delicati (la dichiarazione d’amore tra Kitty e Levin) e citazioni pittoriche (gli Impressionisti!), il risultato, anche se freddo e distante, c’è.

Voto di Gabriele: 7
Voto di Federico: 7,5

Anna Karenina (Inghilterra 2012, drammatico, 130′) di Joe Wright; con Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Emily Watson, Olivia Williams, Michelle Dockery, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander – Qui il trailerUscita in sala il 21 febbraio 2013.

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