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Una Giusta Causa: trailer italiano del biopic “legal” con Felicity Jones

Una Giusta Causa: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul dramma biografico di Mimi Leder nei cinema italiani dal 28 marzo 2019.

pubblicato 4 Marzo 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 20:49

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

Videa ha reso disponibile un primo trailer italiano di Una giusta causa (On the Basis of Sex), il dramma biografico che vede protagonista Felicity Jones nei panni di Ruth Bader Ginsburg, futura giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Diretto da Mimi Leder (The Leftovers, Deep Impact), il film racconta la vera storia della lotta di Ginsburg per portare un caso rivoluzionario davanti alla Corte d’appello degli Stati Uniti nel tentativo di rovesciare un secolo di discriminazione di genere. Armie Hammer è coprotagonista del film nei panni del marito solidale di Ginsburg, Marty.

 

La trama ufficiale:

 

La candidata all’Oscar Felicity Jones è Ruth Bader Ginsburg, una delle nove donne ad entrare, nel 1956, al corso di Legge dell’Università di Harvard e che, nonostante il suo talento, fu rifiutata da tutti gli studi legali in quanto donna. Sostenuta dall’amore del marito Martin Ginsburg (Armie Hammer) e dall’avvocato progressista Dorothy Kenyon (il premio Oscar Kathy Bates), accetta un controverso caso di discriminazione di genere. Contro il parere di tutti, Ruth vinse il processo, determinando un epocale precedente nella storia degli Stati Uniti sul fronte della parità dei diritti. Un tributo a una delle figure più influenti del nostro tempo, seconda donna a essere nominata Giudice alla Corte Suprema; un omaggio a tutte le donne, un invito a non farsi sopraffare.

 

Il cast del film è completato da Justin Theroux, Sam Waterston, Jack Reynor, Stephen Root, Ben Carlson, Cailee Spaeny e Ruth Bader Ginsburg nel ruolo di se stessa.

 

 

NOTE DI PRODUZIONE

 

“Una Giusta Causa” si ispira a una storia vera ed è stata scritta da Daniel Stiepleman, nipote del giudice Ginsburg. La regista Mimi Leder afferma di essere stata totalmente folgorata sin dalla prima lettura della sceneggiatura. “Ho subito pensato che dovevo fare questo film, sentivo l’urgenza di raccontare la sua storia. Mi sono subito identificata con il viaggio del giudice Ginsburg”.

Mimi Leder ha sentito l’urgenza di raccontare la storia di questa donna così forte che, a dispetto di ogni ostacolo, ha saputo realizzare i suoi sogni e portare avanti la sua lotta per l’uguaglianza dei diritti per le donne.
 Leder sentiva anche un certo legame con Ginsburg. “Volevo raccontare la sua storia perché anch’io ho sperimentato l’amara realtà della discriminazione e ho lottato duramente per ottenere lavori che alla fine sono stati assegnati a persone di sesso maschile. Ho sentito una similitudine nelle nostre esperienze: entrambe madri, di origine ebrea e con alle spalle una lunghissima storia d’amore basata sul rispetto umano e professionale. Il mio matrimonio dura da 32 anni, il giudice Ginsburg ha avuto un matrimonio lungo e pieno d’amore e di questo si parla molto nel film”.

Il fatto che la sceneggiatura sia stata scritta dal nipote di Ruth Bader Ginsburg, con il contributo della stessa Ruth, ha aggiunto alla storia una dimensione intima e autentica.

Stiepleman racconta di essere stato ispirato a scrivere la sceneggiatura durante il funerale di suo zio Martin, nel 2010, mentre ascoltava l’elogio funebre. “Non c’è stato matrimonio che io abbia ammirato di più di quello tra lo zio Marty e la zia Ruth – spiega Stiepleman – e quando durante la funzione funebre, uno dei loro amici più cari si è alzato e ci ha fatto sorridere raccontando ai presenti l’unico episodio di litigio tra Ruth e Marty, in quel momento ho pensato: wow, questo potrebbe essere un film incredibile!”.

Stiepleman ha elaborato la sua idea per molto tempo prima di proporla a Ruth, poi dopo circa un anno: “Chiamai Ruth e le dissi di avere un’idea per una sceneggiatura. Vorrei il tuo permesso, se possibile, e mi piacerebbe il tuo aiuto. Ruth mi rispose dicendo: Se è così che pensi che ti piacerebbe passare il tuo tempo… Così andai a Washington e trascorremmo diversi giorni insieme”.

Durante questo periodo, Stiepleman frugava tra gli archivi personali di Ruth, durante il giorno, e alla Library of Congress durante la notte e poi trascorreva il resto del tempo a intervistarla su ciò che aveva trovato.
 “Parlavamo del loro matrimonio, del loro primo incontro e del fatto che lei fosse una delle nove donne della facoltà di legge di Harvard negli anni ’50… La interrogavo su come si fosse sentita al riguardo e di come si fossero sostenuti a vicenda. Non appena feci queste domande una storia più grande ha cominciato a emergere e a prendere forma”.

“Una delle mie più grandi gioie nello sviluppo di questo progetto, è stata quella di poter realmente conoscere mia zia Ruth per la prima volta, e lei ha conosciuto me come scrittore”, afferma Daniel.

Secondo Stiepleman, per Ruth era fondamentale che la storia rimanesse concreta. Stiepleman sottolinea come Ruth non abbia mai mostrato un senso di protagonismo quando si trattava di raccontare la sua storia. “Non l’ho mai sentita dire se mi descrivi così, posso apparire una persona troppo dura, piuttosto diceva sempre è così che è la legge, e facciamo che la legge sia giusta. Era davvero importante per lei e la ammiro moltissimo”.

Ma ciò che lo ha veramente toccato è stata la sua passione e dedizione nei confronti della Costituzione. “Penso che ci sia qualcosa di più profondo che è fondamentale per poter capire davvero Ruth: quanto lei rispetti pienamente la Costituzione, la legge e il paese. Quello che ho imparato da lei è cosa sia davvero il patriottismo…”.

Una volta scritta una prima bozza, Stiepleman la inviò a Karen Loop (il suo supervisore durante il periodo in cui insegnava sceneggiatura al Columbia College di Chicago). Lei fu così colpita dalla storia, che la mostrò subito al produttore Robert Cort.

Quando lesse la sceneggiatura, Cort intravide la forza del racconto anche nella sua forma più grezza. “Abbiamo lavorato quasi 18 mesi su quella bozza prima di portarla alla luce, ed è stata accolta con enorme interesse da tutta la comunità”, ricorda Cort. “È stata inserita nella ‘Blacklist’, che è la lista delle migliori sceneggiature di Hollywood non ancora prodotte. Quello fu l’inizio”.

Cort paragona Ruth a Wonder Woman. “Una Giusta Causa è la storia di una delle grandi donne del nostro tempo. Ruth, per molti versi, è il nostro supereroe. Nei primi 15-20 minuti del film si racconta di Harvard e poi del periodo in cui Ruth ha vissuto a New York; abbiamo cercato di mostrare alcuni momenti ed eventi della sua vita che in qualche modo l’hanno segnata maggiormente e hanno dato origine alla persona che è”.

“Una giusta causa” arriva nei cinema italiani il 28 marzo 2019.