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Pasolini di Abel Ferrara sbarca negli USA dopo cinque anni

A cinque anni dalla presentazione alla Mostra, Pasolini di Abel Ferrara arriva nelle sale statunitensi a maggio

pubblicato 3 Aprile 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 20:12

Come confermato da THR, il biopic di Pasolini diretto da Abel Ferrara sbarcherà nelle sale statunitensi. Dove sta la peculiarità? Beh, nel fatto che il film fu presentato a Venezia nel 2014, ed ovviamente ne parlammo su queste pagine. Kino Lorber ne ha acquisito i diritti, anticipando di qualche mese l’uscita on demand e in home video prevista per quest’autunno. Uscirà infatti in sala il 10 maggio. Queste le parole di Wendy Lidell, Senior Vice President di Kino Lorber, che ha definito Pasolini (a ragione) «non il solito biopic»:

Non riesco ad immaginare un’accoppiata artistica più perfetta di quella composta da Abel Ferrara e Willem Dafoe per portare in scene l’irruento intelletto del grande poeta, filosofo e cineasta italiano, Pier Paolo Pasolini. Parte del pubblico potrebbe restarne scandalizzato, ma è esattamente ciò che Pasolini avrebbe voluto.

Frasi per certi versi di circostanza, tese giustamente a promuovere l’iniziativa, specie in relazione al presunto scandalo. Ad ogni modo, si tratta certamente di un oggetto particolare, raro a trovarsi, che da noi invece uscì proprio qualche settimana dopo quel Festival di Venezia, ossia il 25 settembre 2014. Ecco, per l’appunto, cosa ne scrivemmo dalla Mostra cinque anni fa:

Ed in fondo Ferrara si ama o si odia proprio per questo motivo, ossia per la sua ostinanta indipendenza, da tutto e da tutti, non alla maniera dell’artista genialoide che si erge al di sopra degli altri; più che altro a mo’ del fanciullo cui non puoi imporre cosa deve smuovere la sua curiosità, cosa accedenderla, né imporgli una via e solo quella per rapportarsi alle faccende che più lo infiammano. D’altronde il regista di King of New York s’interroga da tempo su questioni calde e centrali come quelle evocate in Pasolini: l’Arte come sublimazione di tutto ciò che ci deriva dall’esistenza; stabilire quale sia l’ordine gerarchico tra il vissuto ed il raccontato; oppure ancora il dovere di essere autentici prima di ogni altra cosa, costi quel che costi. Tutti discorsi che nel caso di Ferrara non sono rimasti sulla carta, perché egli stesso li sperimenta da tempo ed in maniera trasversale, incarnati come sono nella sua vita.

Per Abel Ferrara si tratta poi di una notizia nella notizia, dato che sono anni che il regista italoamericano fatica non solo a farli i propri film, ma soprattutto a distribuirli. Per un attimo sembrò che con Welcome To New York avesse fatto pace col mondo, se non altro perché la critica lo accolse bene come non faceva da anni con un suo film. Ora il suo Pasolini, meno accettato del film con Gérard Depardieu, ma a parere di chi scrive più intenso e necessario.