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Stasera in tv: “Un Amore Così Grande” su Canale 5

Canale 5 stasera propone “Un Amore Così Grande”, film drammatico del 2018 diretto da Cristian De Mattheis e interpretato da Giuseppe Maggio, Francesca Loy e la partecipazione straordinaria de “Il Volo”.

pubblicato 25 Aprile 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 19:46

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Cast e personaggi

Giuseppe Maggio: Vladimir Rovelli
Francesca Loy: Veronica
Franco Castellano: Gabriele Foschi
Eleonora Brown: Helene
Fioretta Mari: Nonna Veronica
Riccardo Polizzy Carbonelli: Tommaso Carpi
Daniela Giordano: Costanza
Jgor Barbazza: Papà Veronica
Ida Elena De Razza: Cantante di strada

 

La trama

 

Il protagonista Vladimir (Giuseppe Maggio) parte dalla Russia, San Pietroburgo, dopo aver perso la mamma (Daniela Giordano) alla volta dell’ Italia, Verona, alla ricerca del padre (Franco Castellano) che non aveva mai conosciuto. Quest’ultimo ha abbandonato la madre di Vladimir a San Pietroburgo quando lui aveva pochissimi anni. A Verona incontra Veronica (Francesca Loy), la figlia benestante di un’industriale (Jgor Barbazza), che di professione fa la guida turistica. Qui nasce il grande amore tra i due ragazzi. Un amore pieno di ostacoli e di insidie, una fra queste la nonna di Veronica (Fioretta Mari) che tenta di ostacolare i due con ogni mezzo. A Verona Vladimir incontra i ragazzi de “Il Volo” ed il loro manager (Riccardo Polizzy Carbonelli). Sarà proprio lui a convincere Ignazio, Piero e Gianluca che Vladimir è un vero talento della Lirica e che possiede una voce come poche che lui abbia sentito. Ma purtroppo gli eventi che si presenteranno dinanzi alla loro vita non sono ancora finiti, prima del trionfo dell’amore bisognerà aspettare e soffrire ancora per molto.

 

Note di regia

 

UNA STORIA D’AMORE, L’OPERA, VERONA – Quando i produttori mi hanno proposto di scrivere e dirigere il film “Un amore così grande”, tratto da un loro soggetto originale, questi tre elementi erano alla base della storia. Un ragazzo e una ragazza si incontrano, si piacciono e si innamorano, l’incipit più classico del mondo, ma per questo molto difficile da raccontare. Se a questo si aggiunge il fatto che il film è ambientato a Verona la città dell’Arena e di Romeo Giulietta com’era possibile districarsi fra questi elementi senza cadere nella retorica? Per questo motivo ho accettato la sfida.

LA BOHEME – Parafrasando Stravinsky, il quale in una sua dichiarazione sosteneva: “Più invecchio, più mi convinco che La Bohème sia un capolavoro, il quale mi sembra ogni volta sempre più bello.” ho sempre pensato che La Bohème di Puccini, al di là delle sue innumerevoli trasposizioni cinematografiche fosse l’Opera più filmica di tutte, sia per il modo in cui è utilizzata la musica e sia per quanto riguarda il ritmo della narrazione, l’occasione di poterla utilizzare nel film era troppo ghiotta, tanto che alla fine ne diventa il cosiddetto “incidente scatenante”.

LO STILE – La musica all’interno della struttura narrativa non è solo di supporto alle immagini e alle emozioni, ma insieme al ritmo dei movimenti di macchina, ho cercato di renderla coesa e unificante della stessa narrazione. Percorre tutte le fasi della storia diventandone l’elemento catalizzatore. Essendo girato prevalentemente di notte, abbiamo deciso insieme al direttore della fotografia Gianni Mammolotti, di catturare l’essenza della città di Verona senza usare molti artifici luminari. Avendo bisogno di raccontare un divenire di eventi, le inquadrature sono quasi sempre caratterizzate da un movimento circolare sottolineate dalla mano sapiente dell’operatore Fabio Sargenti, il quale ha saputo infondere sempre un ritmo sostenuto e mai frenetico.

IL CAST – La scelta dei due ragazzi è stata parecchio difficile ma sicuramente stimolante. Avevo visto Giuseppe Maggio nel film “Amore 14” di Federico Moccia, e nonostante fosse alla sua prima esperienza, mi aveva colpito molto il suo modo di guardare, che faceva 3crediti non contrattuali presagire un grande carisma di cui infatti mi sono subito servito per raccontare alcune sfumature del personaggio di Vladimir. Devo dire che il lavoro fatto da Giuseppe è stato superlativo: imparare a “recitare” in brevissimo tempo arie liriche molto complicate, con un sottotesto drammatico sempre appresso non è stato facile, a questo si aggiunge anche il fatto di aver recitato in russo alcune parti del film, posso dire che oggi come oggi non riaffiderei questa parte a nessun’altro. Francesca Loy è stata una sorpresa. All’inizio ero titubante nella scelta di un’attrice esordiente per la parte di Veronica, ma durante le prove ho visto in lei una forza d’animo non indifferente che raramente ho intuito in attrici molto più “consumate”. In più il suo reale accento veronese che ho voluto che rimanesse tale senza rimaneggiamenti, hanno dato al personaggio quella verità senza pretese, in quanto per entrare nella vita di Vladimir era necessario farlo in punta di piedi. E questo lei lo aveva capito prima di me. Gli altri protagonisti sono tutti attori di grande esperienza e per questo devo ringraziare la casting Claudia Verna: da Franco Castellano a Daniela Giordano, Riccardo Polizzy Carbonelli, Fioretta Mari, Jgor Barbazza e poi anche tutti gli altri protagonisti minori che senza poterli nominare tutti, mi hanno aiutato con la loro professionalità a caratterizzare i punti più significativi della loro interpretazione.

IL VOLO – Quando incontrai i ragazzi del Volo per la prima volta c’è stato fin da subito una naturale diffidenza reciproca; per me, al di là della notorietà, ero preoccupato del ruolo che dovevano ricoprire ognuno di essi dal momento che non avevano mai recitato prima. E per questo che mi preoccupava non poco affidargli la loro prima esperienza cinematografica ad un regista “non famoso”. Devo dire che questa diffidenza reciproca è stato l’ingrediente fondamentale per riuscire a lavorare insieme in un clima di grande serietà e professionalità, che a mio avviso, costituiscono i motivi del loro grande successo. In conclusione, “Un amore così grande” è un film che vuole raccontare con misura, la scoperta di un talento e la scoperta di un amore, senza pretesa di essere realistico, non esitando infatti a ricorrere a volte a soluzioni anche improbabili, cercando semplicemente di rincorrere l’obiettivo della fiaba moderna: riservato perciò rigorosamente ai romantici e ai puri di cuore.

 

 

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