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Smart People: recensione in esclusiva da Los Angeles

Smart People (Usa – 2008) regia di Noam Murro con Dennis Quaid, Ellen Page, Sarah Jessica Parker, Thomas Haden Church.Lawrence Wetherhold (Dennis Quaid) è un professore di letteratura scostante ed egocentrico, con aspirazioni da scrittore-saggista, che vive in una condizione di sospensione emotiva da quando è morta sua moglie. Vanessa Wetherhold (Ellen Page) è sua

di mario
2 Maggio 2008 08:30

smart people poster italiano Smart People (Usa – 2008) regia di Noam Murro con Dennis Quaid, Ellen Page, Sarah Jessica Parker, Thomas Haden Church.

Lawrence Wetherhold (Dennis Quaid) è un professore di letteratura scostante ed egocentrico, con aspirazioni da scrittore-saggista, che vive in una condizione di sospensione emotiva da quando è morta sua moglie. Vanessa Wetherhold (Ellen Page) è sua figlia, perfetta riproduzione in miniatura del genitore, incapace di vivere la vita spensierata che i suoi 17 anni potrebbero concederle. Chuck Wetherhold (Thomas Haden Church) è il fratello adottivo di Lawrence, dal carattere opposto e dai tanti problemi economici.

Un giorno Lawrence, a causa delle sue cattive abitudini e del suo pessimo carattere, finisce (in modo davvero comico) all’ospedale, costretto a non poter guidare per 6 mesi. Questa apparente sventura (ri)porterà nella sua vita Chuck ed una donna (Sarah Jessica Parker), sua ex studentessa disillusa. Da questi molteplici incontri tutti finiranno per rivoluzionare la propria vita. A partire dallo stesso Lawrence.

Smart People è la storia di una serie di personaggi disfunzionali che si ritrovano a comporre un quadretto familiare a sua volta totalmente disfunzionale. E’ una commedia characters driven, ovvero incentrata sui personaggi e sulle loro relazioni reciproche, e quindi si dipana in modo sostanzialmente lento (ma non mi sembra un difetto) regalando dialoghi sempre intelligenti e ben costruiti, per quanto a tratti volutamente portati all’eccesso stilistico, per sottolineare le ossessioni linguistiche di alcuni dei personaggi.

I momenti buffi e divertenti non mancano, e sono affidati soprattutto al personaggio di Chuck, che, pur con i suoi difetti, è l’unico che risulti immediatamente simpatico. Perché una delle caratteristiche del film è che l’approccio con i personaggi è il peggiore possibile: freddi, chiusi nel loro mondo solipsistico, incapaci di comunicare le più banali emozioni (il rapporto padre figlia è esemplare in questo senso). In una parola “insopportabili”.

Ma la magia è che, con lo scorrere del film, si inizia a provare un forte senso di empatia per loro. E’ il vero, grande merito di questo film: presentare persone, non semplici personaggi di cartapesta. Presentarle alle prese con le loro manie, per farci entrare in modo lento ma radicale nelle loro anime. Persone con i loro difetti ma anche e soprattutto per questo riconoscibili come “vere”.

All’ottimo risultato contribuisce ovviamente la sceneggiatura, messa in immagini da un regista che (buona regola di questo tipo di film) diventa invisibile, lasciando che siano i personaggi a parlare. Niente mirabolanti invenzioni stilistiche ma un buon senso del ritmo che ci guida lungo tutto l’arco del film a scoprire l’evoluzione (o rivoluzione) dei personaggi.

Ma, più di ogni altro elemento, preme mettere in risalto la prova degli attori, che donano una credibilità sempre meno presente nei film odierni ai propri gesti e discorsi. Dennis Quaid è secondo il mio pare alla sua migliore prova da molti anni, pur ingrassato ed imbruttito, perfetto come burbero e bravo anche nelle scene che espongono il suo lato romantico. Ellen Page, novella diva della commedia hollywoodiana, reduce del successo del bellissimo Juno, si ritrova in panni simili a quelli dell’adolescente che l’ha portata al successo, e si dimostra molto brava oltre che dotata di una bellezza fresca e non banale.

Sarah Jessica Parker sembra uscita da una puntata di Sex and the City con il suo personaggio pieno di dubbi e dal passato sorprendente. Ma l’attore che più di tutti dona luce al film è lo straordinario, per quanto a me sconosciuto (lo ricordo nel solo Sideways), Thomas Haden Church, che incarna alla perfezione il fratello scapestrato che si ritrova a dover mettere ordine in una famiglia che non ne ha. Finendo per causare suo malgrado altri problemi, ma in fondo insegnando molto a tutti, e soprattutto a se stesso.

Un bel film davvero, che ci insegna come “sometimes the smartest people have the most to learn” (tagline del film negli USA)

Voto Mario: 8

Ancora sconosciuta la data di uscita in Italia e la traduzione del titolo in italiano.