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Attori strapagati in Francia: scoppia la polemica

In Francia scoppia la polemica su finanziamenti pubblici al cinema e attori strapagati

pubblicato 5 Gennaio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:55

Dopo il fuggi fuggi dell’attore Gerard Depardieu, divenuto di recente cittadino russo per motivi fiscali, l’attore riteneva ingiusta e oltremodo onerosa la tassazione impostagli dal suo governo, ecco che ancora dalla Francia arriva una polemica proprio sui cachet degli attori d’oltralpe, compensi che secondo il produttore Vincent Maraval, fondatore della società Wild Bunch, sarebbero stratosferici e in un articolo sul quotidiano Le Monde il produttore si toglie qualche sassolino dalla scarpa e colpisce duro accusando le star francesi di avidità.

Maraval che è parte in causa nelle transazioni economiche con la comunità cinematografica d’oltralpe parla di un vero e proprio scandalo:

Lo scandalo in Francia è altrove: un cinema che riposa su un’economia sempre più sovvenzionata, in cui anche i più grossi successi di pubblico perdono soldi perché costano troppo cari e sono fatti da attori strapagati con i soldi pubblici…Incassi dieci volte più bassi rispetto agli Usa e stipendi delle star cinque volte più alti: ecco l’economia del cinema francese.

L’invettiva prosegue con il produttore che snocciola cifre e fa nomi e cognomi: tra gli incriminati c’è il comico Dany Boom, la star di Benvenuti al nord per una breve apparizione nell’ultimo live-action di Asterix e Obelix avrebbe chiesto la bellezza di un milione di euro e pare che con il suo ultimo film Un Plan Parfait, che di certo non ha fatto faville al botteghino, Boom abbia strappato un cachet da 3,5 milioni di euro.

Maraval ne ha per tutti e chiama in causa Vincent Cassel, Jean Reno, Marion Cotillard, Gad Elmaleh, Audrey Tautou tutti attori che in patria sono alquanto pretenziosi (il compenso a film si aggira tra i 500,000 e i due milioni di euro) e che invece in trasferta ad Hollywood sembrano ridimensionare le loro pretese e: “si accontentano di un cachet che va dai 50.000 ai 200.000 euro“.

Il produttore francese ha una sua idea sul perchè di queste differenze e anche una soluzione a questo presunto sperpero di denaro pubblico:

Il cinema francese è finanziato dai soldi pubblici e dalle televisioni, costrette per legge a investire nel cinema e che impongono la solita ventina di attori…Un’idea semplice: fissiamo un tetto di 400mila euro per un attore e magari un po’ più per un regista, per i cachet nel quadro degli obblighi legali di investimento delle tv, fermo restando una percentuale poi sugli incassi. Restituiamo in questo modo al nostro sistema unico e invidiato la sua virtù, eliminando i suoi vizi.

La comunità cinematografica francese si è prevedibilmente spaccata in due, chi è con Maraval e si trova quotidianamente costretto ad essere competitivo confrontandosi con compensi non proporzionati agli incassi e chi invece nega che ci sia sperpero di fondi pubblici smentendo una crisi del cinema francese e adducendo come attenuante alla flessione degli incassi che molti film che hanno stentato nelle sale, troveranno una metaforica seconda giovinezza grazie a passaggi televisivi e home-video.

A sostegno delle parole di Maraval troviamo i cineasti Patricia Mazuy, Olivier Assayas e Bertrand Bonello, quest’ultimo regista de L’Apollonide che ha attualmente in cantiere un film biografico su Yves Saint Laurent ritiene che Maraval abbia il sacrosanto diritto di dire che il cinema francese è troppo costoso:

E’ responsabilità dei produttori combattere per tenere i compensi a livelli ragionevoli: Dobbiamo fare in modo di investire denaro quel tanto che il film richiede! non pensare il contrario. Giornate lavorative di otto ore nel cinema per esempio, questa è una sciocchezza. undici ore di lavoro ridurrebbero la durata e il costo delle riprese.

A smentire Maraval c’è invece la produttrice Marie Masmonteil: “Maraval è furioso perché ha perso un sacco di soldi“, La produttrice afferma che la Wild Bunch ha investito denaro nella maggior parte dei film che cita, si rammarica che l’articolo suggerisca che ci sia un sistema di aiuti di Stato che porta ad una cattiva gestione di denaro pubblico e afferma che tutti i film presi ad esempio, tranne l’ultimo Asterix e Obelix pre-acquistato da France Télévisions, sono tutti film finanziati con denaro privato.

il produttore Gilles Sandoz spiega invece che il concetto di budget medio a film (5,4 milioni di euro) utilizzato da Maraval per evidenziare il costo dei film francesi non è probabilmente il più adeguato, Sandoz parla di 3.7 milioni di euro e intende fare un distinguo riguardo al cinema d’autore:

Il budget dei film d’autore negli ultimi anni è piuttosto tra 1,5 e 2,5 milioni di euro. Inutile dire che a questi livelli gli attori non sono certo strapagati.

Insomma è chiaro che se la crisi incombe è naturale che si comincino a fare un po’ di conti e che vengano alla luce disparità piuttosto evidenti, qui in Italia di solito questa polemica è limitata all’ambito sportivo con i compensi dei calciatori, negli States i cachet si modificano in corsa e tengono conto dell’appetibilità di un attore capace o meno di portare spettatori in sala o delle potenzialità di un film, basta dare un’occhiata ai recenti stop date a grosse produzioni da studios come Warner o Disney, ricordiamo che per il western The Lone Ranger lo stesso Johnny Depp ha ridotto il suo compenso pur di portare il film a termine.

(Fonti Le Monde, Ansa, Il Messaggero)