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Borderland – Linea di confine: il trailer italiano e curiosità

Cosa c’è di meglio di una bella vacanza in Messico? E’ questo che pensano Ed, Henry e Phil, tre ragazzi americani. Ma in Borderline – Linea di Confine scopriranno a loro spese una setta che si dà ai sacrifici umani.Nel cast Brian Presley, Martha Higareda, Jake Muxworthy, Rider Strong, Damián Alcázar, Sean Astin, Marco Bacuzzi,

di carla
25 Settembre 2008 13:29

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Cosa c’è di meglio di una bella vacanza in Messico? E’ questo che pensano Ed, Henry e Phil, tre ragazzi americani. Ma in Borderline – Linea di Confine scopriranno a loro spese una setta che si dà ai sacrifici umani.

Nel cast Brian Presley, Martha Higareda, Jake Muxworthy, Rider Strong, Damián Alcázar, Sean Astin, Marco Bacuzzi, Humberto Busto. Dirige Zev Berman.

Dopo il salto trovate il trailer italiano e alcune curiosità, l’uscita nelle sale è prevista per il 3 ottobre 19 giugno.

Il regista Zev Barman e il produttore Lauren Moews ricordano molto bene il giovane studente di un college texano che sparì a Matamoros, Messico, nel 1989. Berman stava andando in Messico con due amici quando furono fermati da un posto di blocco armato. I tre amici stavano guidano un pulmino decorato con dei ninnoli vodoo di New Orleans e la polizia si spaventò a morte vedendo quei simpatici gadget…

“Fummo obbligati a scendere dal camioncino da diversi ufficiali armati di mitragliatrici e messi contro un muro. Volevano sapere se eravamo adepti di sette sataniche. Eravamo terrorizzati, e dovemmo dichiarare che eravamo solo poveri studenti. Dopo che, malvolentieri, ci lasciarono andare, scoprimmo che uno studente di college era scomparso sul confine sotto circostanze sospette, e che noi c’eravamo imbattuti in un’enorme caccia all’uomo organizzata per trovarlo”.

Berman seguì quella storia per diversi mesi ed in seguito venne scoperto un cartello della droga a Matamoros dove vennero ritrovati diverse zone di sepoltura, con corpi smembrati, calderoni rituali pieni di capelli umani. La storia era vera. Berman spiega:

“L’autenticità della sceneggiatura era estremamente importante per quello che stavamo facendo. Durante la produzione, abbiamo avuto come consulente un prete di palo Mayombe, che aveva registrato alcuni rituali privati per me. Il ragazzo era seduto in un garage, indossando un cappellino da baseball girato al contrario, e stava svolgendo questi tagli rituali con lame di rasoio ai seguaci in vestito bianco. Affascinante. Volevo catturare questa ordinarietà in ciò che stavano facendo. Più lo rendevamo quotidiano, più faceva venire i brividi. Decisi che il culto avrebbe dovuto essere condotto indossando jeans sporchi, t-shirts, magliette a quadretti e stivali da lavoro. Avrebbero dovuto sembrare persone regolari, lavoratori dei campi. In un modo sottile stavamo cercando di porre l’attenzione sul fatto che questo genere di cose succedono proprio vicino a noi, con persone “normali”. Eravamo interessati ad esplorare la psicologia del culto, e a portare il terrore nelle case, nel creare una realtà nella quale specchiarsi.
L’abilità di sbagliare è in ognuno di noi. Perché un gruppo di persone normali dovrebbe seguire qualcuno come il leader del culto della nostra storia? Credo che ci siano molte persone fuori di qui che odiano pensare a loro stesse. Semplicemente aspettano qualcuno di carismatico che le guidi e che riempia le loro vite con un’idea. All’inizio pensavamo che il culto avesse adepti solo tra i lavoratori manuali, ma abbiamo invece scoperto che molti dei ragazzi erano stati educati in classi medie ed elevate. Ti fa pensare a Jonestown, e Manson e in particolare a Hitler. È per questo che menzioniamo Abu Ghraib”.


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