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Rachel sta per sposarsi – Jonathan Demme: recensione in anteprima

Rachel sta per sposarsi (Rachel Getting Married, USA, 2008) di Jonathan Demme; con Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Mather Zickel, Bill Irwin, Anna Deavere Smith, Anisa George, Tunde Adebimpe, Debra Winger, Jerome LePage, Beau Sia.Al matrimonio di Rachel si canta e si balla. Con i parenti, con gli amici, con i conoscenti. E si balla con

18 Novembre 2008 14:25

Rachel sta per sposarsi Rachel sta per sposarsi (Rachel Getting Married, USA, 2008) di Jonathan Demme; con Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Mather Zickel, Bill Irwin, Anna Deavere Smith, Anisa George, Tunde Adebimpe, Debra Winger, Jerome LePage, Beau Sia.

Al matrimonio di Rachel si canta e si balla. Con i parenti, con gli amici, con i conoscenti. E si balla con Shiva, come recita il titolo provvisorio del film scritto da Jenny Lumet: Dancing with Shiva, ballando col dio della distruzione, ovvero Kym, ex-modella sorella di Rachel che, dopo aver momentanemante lasciato il rehab dove si sta disintossicando, ritorna come un ciclone e distrugge equilibri e illusioni della famiglia.

Jonathan Demme, per il suo ritorno ai film di finzione, decide di abbandonare solo in parte il documentario che tanto gli ha portato fortuna e consensi da parte della critica, con titoli riusciti come The Agronomist e Jimmy Carter Man from Plains. Il suo Rachel getting married (tradotto alla lettera come Rachel sta per sposarsi) è infatti girato come un finto filmino matrimoniale (il “più bel filmino casalingo mai realizzato”, questo ironicamente il commento del regista), ed ecco uno dei punti di forza della pellicola.

Girando in questo modo le sue scene da un matrimonio, Demme può infiltrarsi come vero testimone invisibile delle nozze, e può permettersi di assistere ad estenuanti e lunghissimi balli, canti e conversazioni e di far partecipe lo spettatore di tutti i fatti che accadono. Ma soprattutto può lasciare spazio agli attori, li fa respirare, dirigendoli senza star loro col fiato sul collo, sposando la tecnica dell’improvvisazione usata in un paio di importanti titoli francesi usciti quest’anno nelle nostre sale, ossia Cous Cous e La classe.

Quando fu presentato a Venezia, dov’era in concorso ma fu snobbato dalla Giuria nonostante i colpi di fulmine di qualcuno (John Landis in testa), molti si aspettavano una commedia. Non sarebbe stata comunque una novità per Demme, regista di due divertenti film come Qualcosa di travolgente o Una vedova allegra… ma non troppo. Ma dopo aver visto la pellicola, Rachel sta per sposarsi si è rivelato essere un dramma familiare con punte di graffiante ironia.

I passaggi da un registro all’altro nella storia consentono ai personaggi di vivere in modo ampio, e caratterizzano il personaggio di Kym a tutto tondo, facendo entrare completamente lo spettatore in empatia con lei. Non si tratta di un vero film corale come qualcuno ha detto, e Altman non c’entra molto. Demme ama tutti i suoi personaggi, certo, ma più per un fatto culturale che altro: la sua attenzione infatti è rivolta soprattutto al difficile personaggio di Kym.

Si è parlato di cultura, e Rachel getting married ha delle profonde radici nella cultura americana, un vero melting pot che Demme adora e descrive con grande naturalezza e con il solito gusto musicale che lo contraddistingue (c’è anche Neil Young, of course). In questo clima a lui congeniale il regista può puntare all’obiettivo che si prefigge. Che non è affatto descrivere un matrimonio “disturbato” da Kym/Shiva, perché questa semmai è la base di partenza: l’interesse che ha Demme è quello di analizzare la metabolizzazione del lutto.

Jonathan Demme si conferma così sempre più interessato ad essere indipendente da tutto da tutti, nella forma, nelle tematiche e nell’anima. Rachel getting married è quindi un film libero di giocare e descrivere, libero di narrare e di emozionare. E anche libero di permettersi di scegliere la neo-star Anne Hathaway come protagonista. Che non stona mai, e regala una performance sentitissima: la sua Kym è una femmina in gabbia pronta ad esplodere in tutta la sua malinconia da un momento all’altro. E noi con lei.

Voto Gabriele: 9

Da venerdì 21 novembre al cinema.

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