Home Curiosità Courmayeur Noir in Festival – Ember Il mistero della città di luce, Los Bastardos, The Chaser

Courmayeur Noir in Festival – Ember Il mistero della città di luce, Los Bastardos, The Chaser

Ember – Il mistero della città di luce, di Gil Kenan – MiniNoir La città di Ember è stata costruita come rifugio per gli esseri umani quando sembrava non ci fossero più speranze di salvezza, alla fine del mondo. E’ alimentata da un enorme generatore, ideato per avere un’autonomia di soli 200 anni, il tempo

di simona
pubblicato 9 Dicembre 2008 aggiornato 2 Agosto 2020 16:29



Ember – Il mistero della città di luce, di Gil Kenan – MiniNoir
La città di Ember è stata costruita come rifugio per gli esseri umani quando sembrava non ci fossero più speranze di salvezza, alla fine del mondo. E’ alimentata da un enorme generatore, ideato per avere un’autonomia di soli 200 anni, il tempo necessario secondo i costruttori, perchè il pianeta si rigeneri e sia nuovamente possibile viverci. Di anni ne sono passati più di 250, Ember sta cadendo preda dell’oscurità, il generatore si sta deteriorando, i blackout sono sempre più frequentie le sue luci abbaglianti iniziano già ad affievolirsi. Purtroppo le nuove generazioni non conoscono il passato di Ember e sono convinti che oltre i confini della città non ci sia nulla se non sconfinata ed impenetrabile oscurità. Due adolescenti, Lina e Doon, con l’aiuto di un’antica pergamenta custodita in una misteriosa scatola, dovranno superare molti ostacoli e destreggiarsi tra politici corrotti e personaggi deplorevoli per riuscire a trovare la via d’uscita da Ember.

Diretto da Gil Kenan e prodotto da Walden Media e dalla Playtone di Tom Hanks e Gary Goetzman, City of Ember vanta un cast degno di ogni rispetto e non meritava davvero l’insuccesso a cui il film è andato incontro in patria. Nei cinema italiani arriverà il prossimo 19 dicembre, in tempo per le feste natalizie; speriamo che il risultato al botteghino sia migliore. Sullo schermo ci sono Saoirse Ronan, Harry Treadaway, Bill Murray, Tim Robbins, Toby Jones, Marianne Jean-Baptiste, il pirata dei caraibi Mackenzie Crook e Martin Landau. La sceneggiatura, tratta dal bestseller scritto da Jeanne Duprau, porta la firma di Caroline Thompson, autrice di Edward Mani di Forbice. Il tallone d’Achille del film sono, purtroppo, gli effetti speciali e visivi, non proprio riuscitissimi.

Los Bastardos

Los Bastardos, di Amat Escalante – Concorso
Ventiquattro ore nella vita di Fausto e Jesus, due immigrati messicani illegali a Los Angeles che, come molti loro connazionali, aspettano ogni giorno che qualcuno gli offra un lavoro giornaliero. Oggi, però, il lavoro che gli è stato offerto è molto ben pagato. Un uomo gli ha chiesto di uccidere sua moglie. E Jesus esce di casa portandosi una pistola nello zainetto.

Con lunghi (troppo lunghi!) piani sequenza ed altrettanto lunghi silenzi, Escalante intende raccontare la drammatica normalità degli eventi, senza tagli, in stile quasi documentaristico, ma tutto è eccessivamente lento ed irreale, a tratti involontariamente comico. Sono poco chiare le motivazioni, non vengono approfonditi i personaggi che spesso rimangono in scena senza parlare per minuti interi, non vengono fornite spiegazioni. L’interesse viene sopraffatto dalla noia. Decisamente la pellicola meno riuscita fra quelle presenti quest’anno al Courmayeur Noir in Festival. Peccato.

Chugyeogja (The Chaser), di Na Hong-Jin – Concorso
Jung-ho, sfruttatore della prostituzione con un passato da poliziotto, è arrabbiato perché le sue ragazze continuano a sparire senza rifondere i loro debiti, forse sono fuggite, o sono state rapite e vendute. Una notte riceve una chiamata e invia al cliente la giovane Mi-jin. Quando la ragazza è già con il cliente, Jung-ho si rende conto che il numero di telefono era lo stesso da cui le altre ragazze avevano ricevuto l’ultima chiamata prima di scomparire. Inizia così una frenetica ricerca per salvare Mi-jin, sperando di ritrovarla ancora in vita, sapendo che lo spietato serial killer ha già fatto una dozzina di vittime, utilizzando strumenti di mutilazione quali: scalpelli, ganci da macellaio e martelli.

Na Hong-Jin, per la prima volta alla regia di un lungometraggio, firma con eleganza un thriller interessante, di qualità, realizzato con tecnica impeccabile, che però purtroppo risente di eccessiva lunghezza. Tagliare un paio di scene aiuterebbe a non far calare la tensione e a mantenere sostenuto il ritmo. Che il cinema orientale (quello coreano in particolare) fosse permeato da un certo sadismo, è cosa nota. In netto contrasto con la violenza estrema, la polizia coreana incaricata delle indagini viene dipinta in chiave comica (in confronto, i carabinieri delle barzellette sono Einstein!). Locandina e trailer li trovate qui.

The Chaser, che in patria ha ottenuto enorme successo tanto di critica quanto di pubblico, è stato presentato lo scorso maggio sulla Croisette. Dopo il passaggio a Cannes, il film è subito stato opzionato da Hollywood, che intende realizzarne un remake con Leonardo DiCaprio nelle vesti di protagonista; così come è già stato fatto con Infernal Affairs (The Departed) passato anch’esso dal Courmayeur Film Festival nella sua veste originale, nel 2004.