Home Recensioni Il Grande e Potente Oz: le recensioni dall’Italia e dagli Usa

Il Grande e Potente Oz: le recensioni dall’Italia e dagli Usa

Divertente, spettacolare, vivace. Ma c’è anche chi l’ha trovato noioso, troppo lungo e kitsch. E voi?

di carla
pubblicato 11 Marzo 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 16:56

Il Grande e Potente Oz è sbarcato nei nostri cinema il 7 marzo scorso. Visto? Piaciuto? Dopo aver letto la nostra recensione e sentito i vostri pareri tramite il sondaggio qui sotto, ecco che è l’ora di leggere qualche recensione italiana e straniera.

William Bibbiani – CraveOnline: Il miglior film in 3D, punto. Finora, comunque.

Josh Bell – Las Vegas Weekly: Sam Raimi offre un film che non può aggiungere molto al mito di Oz, ma è ancora molto divertente da guardare.

James Croot – Flicks.co.nz: Grande e potente? Più semplicemente buono e piacevole.

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Non è male. Alcuni pezzi sono divertenti. Ma alla fine, a parte alcuni immagini davvero impressionanti, non c’è abbastanza per giustificare la sua esistenza.

Rex Reed – New York Observer: La gente non ne ha mai abbastanza di questa roba.

Matthew Turner – ViewLondon: visivamente spettacolare e con un uso splendido del 3D…

Chris Bumbray – JoBlo di film Emporium: Grandi immagini, ma James Franco è come un incantesimo fallito.

Cameron Meier – Orlando Weekly: Dorothy aveva ragione: Non c’è nessun posto come casa. Ed è esattamente dove si dovrebbe vedere questo film: in tv, gratuitamente, invece di pagare per andare al cinema.

David Sztypuljak – HeyUGuys: in nessun modo offusca la memoria dell’originale, e per la maggior parte si tratta di un ritorno estremamente divertente al mondo di Oz!

Lou Lumenick – New York Post: un patchwork noioso, troppo lungo e kitsch. Un Epic Fail, nonostante il trio di streghe formato da Michelle Williams, Rachel Weisz e Mila Kunis.

Edward Douglas – ComingSoon.net: La miscela perfetta di Frank L. Baum, Sam Raimi e la Disney… e un film divertente come il classico del 1939.

Emanuel Levy – EmanuelLevy.Com: il film di Raimi è vivace, colorato e più divertente rispetto a Jack the Giant Slayer, Mirror Mirror e altre favole riconvertite di recente.

Andrew L. Urban – Urban Cinefile: La terra di Oz è fantastica, magica, colorata e incantevole, come solo la CGI può fare.

Louise Keller – Urban Cinefile: Una storia magica e divertente con streghe buone e cattive, personaggi accattivanti e sorprendenti effetti visivi che ci invitano in un mondo di cascate, arcobaleni, fiori rubino e babbuini volanti.

Tim Grierson – Screen International: il film che ne risulta è un miscuglio raramente magico.

Michael Simms – FILMINK (Australia): Un film visivamente abbagliante e riccamente caratterizzato, dappertutto c’è il tocco magico di Sam Raimi.

Matt Pejkovic – Matt’s Movie Reviews: Mentre Judy Garland cantava “Over the Rainbow”, Sam Raimi ci porta nel lato oscuro dell’arcobaleno.

Roberto Nepoti – la Repubblica: Tra il 1900 e il 1920 lo scrittore americano Frank L. Baum ambientò ben quattordici libri per bambini nell’immaginario regno di Oz. Dal primo fu tratto un film celebre, Il mago di Oz, diretto nel 1939 da Victor Fleming e interpretato da Judy Garland. Sam Raimi, invece, non ha utilizzato l’ampia letteratura di Baum, ma ha preferito una sceneggiatura originale che – in forma di “prequel” – immagina le origini del futuro incantatore. (…) Bisogna ammettere che l’idea è felice; e l’allegoria meta-cinematografica dev’essere piaciuta molto a Sam Raimi, regista delle serie La casa e Spider-Man nonché cinefilo di vecchia data. Non c’è da aspettarsi, però, che l’intuizione – il cinema è un incantesimo, una forma di magia – assuma il valore che Martin Scorsese ha attribuito al cinema di Méliès nel delizioso Hugo Cabret. Qui si tratta soprattutto di un espediente spettacolare, seguito da fuochi d’artificio e da un duello finale tra streghe, in quello che rimane soprattutto un film per bambini targato Disney. Deciso ad accontentare anche i cinefili, tuttavia, Il grande e potente Oz moltiplica i riferimenti al film di Fleming (anche se mancano le canzoni, come l’intramontabile “Over the Rainbow”, che contribuivano assai al suo fascino): c’è la strada di mattoni gialli, naturalmente; e l’iconografia di Theodora, quando diventa brutta mordendo la mela offertale dalla sorella, è quella con scopa, cappello a cono e naso lungo che tutti conosciamo. Quanto agli “aiutanti” dell’eroe, in mancanza dello Spaventapasseri, dell’Uomo di latta e del Leone Codardo che fiancheggiavano Dorothy, suppliscono una scimmia alata e una bambolina di porcellana. E tuttavia, a pensarci meglio, i riferimenti iconografici più diretti non riguardano la pellicola del ‘39, ma piuttosto l’Alice in Wonderland diretto tre anni fa da Tim Burton (confrontare soprattutto i paesaggi, la vegetazione, gli animali…). Un’impressione che ti coglie durante la visione e si rafforza constatando che il produttore, Joe Roth, è lo stesso del film di Burton.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: (..) A rischio sazietà gli effetti, ma assicurato divertimento e qualche brivido.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Lo spettacolo c’è – e i bambini si divertiranno – ma il film non riesce a trovare una chiave poetica, nessuno dei nuovi personaggi è in grado di rimpiazzare lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di latta e il Leone codardo; e se le fate/streghe sono indovinate, James Franco ha un’aria spaesata ed è privo di umorismo.

Maurizio Acerbi – il Giornale: (..) Non sempre il 3D convince così come la sceneggiatura che, a volte, si arena nella ripetizione. Poco male, perché vi divertirete indipendentemente dall’età.