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DragonBall Evolution: intervista a Bulma alias Emmy Rossum

E dopo l’intervista a Goku (Justin Chatwin) ecco quella a Bulma (Emmy Rossum), la protagonista femminile di DragonBall Evolution. D: Com’è stato andare in Messico per realizzare questo film basato su un manga popolarissimo? R: E’ stato incredibilmente eccitante e anche un po’ inquietante all’inizio, sapendo quanto i fan adorino questo manga. Allo stesso tempo,

di carla
26 Marzo 2009 13:00

DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma

E dopo l’intervista a Goku (Justin Chatwin) ecco quella a Bulma (Emmy Rossum), la protagonista femminile di DragonBall Evolution.

D: Com’è stato andare in Messico per realizzare questo film basato su un manga popolarissimo?
R: E’ stato incredibilmente eccitante e anche un po’ inquietante all’inizio, sapendo quanto i fan adorino questo manga. Allo stesso tempo, questo ci ha fornito un obiettivo reale, perché noi raccontavamo una storia che molte persone volevano vedere. Io interpreto Bulma, che è intelligente e decisa, una donna che si eccita facilmente, così come è portata ad annoiarsi. Penso che sia molto divertente da incarnare ed ero veramente eccitata dal personaggio. E’ una donna forte, potente, sicura, impertinente e decisamente sexy.

D: Lei ha una carriera impressionante, non è vero?
R: Bulma è una scienziata notevole che lavora alla Capsule Corporation, una società diretta da suo padre. Bulma è chiaramente la ragazza più intelligente del mondo e lei non ha timore di dichiararlo apertamente a tutti. Lei crede onestamente di poter fare qualsiasi cosa meglio degli altri. Sentire una persona reale dire una cosa del genere è assolutamente ridicolo, quindi penso che sia questo che generi la comicità del ruolo. Nel manga, è pazza per i ragazzi, una caratteristica che in parte conserva anche nel film. E’ per questo che è così interessante. E’ divertente vedere una ragazza incredibilmente intelligente e ben addestrata all’uso delle armi, ma completamente ossessionata dai ragazzi. Penso che sia una combinazione fantastica, che la rende una personalità interessante con tanti contrasti.

D: Qual è il rapporto di Bulma con Goku, interpretato da Justin Chatwin, e con il personaggio di Chow Yun-Fat, Muten?
R: Il mio rapporto con Justin Chatwin è come quello tra fratello e sorella e quindi comprende anche una certa dose di discussioni familiari. E’ veramente divertente. Buona parte della mia comicità dipende dal rapporto con Muten (Chow Yun-Fat). E’ un vecchio eccentrico, ma molto saggio e divertente. Noi abbiamo un rapporto simile a quello che i personaggi vivono nel manga. I protagonisti sono tutti impegnati in questa notevole avventura per trovare le sfere del drago, ognuno con le proprie ragioni personali, ma poi scoprono che c’è un grosso pericolo per il mondo e che stanno fronteggiando un nemico reale, Piccolo. Devono modificare i loro scopi, che in origine erano piuttosto egoisti.

DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma
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DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma
DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma

D: In cosa consiste il viaggio di Bulma?
R: Nel manga, lei cerca le sfere del drago perché trovandole potrà veder esaudito un desiderio, che nel suo caso è quello di avere un ragazzo perfetto. Nel nostro film lei vuole trovare tutte le sfere del drago perché ritiene che unendole, potrà dare origine a una fonte di elettricità senza limiti e sarà in grado di fornire energia a tutto il mondo. E’ una scienziata e un’inventrice incredibile, un genio assoluto.

D: Lei ha un’importante formazione accademica, avendo studiato per un po’ alla Columbia University. Così, dovrebbe avere delle buone basi per interpretare questa giovane donna brillante…
R: Sì, sono portata verso le scienze e lo studio e a scuola ero bravissima in matematica. Stranamente, non ero così brillante in letteratura inglese, cosa che non ha senso perché ora sono molto creativa, compongo canzoni e recito. Ritengo che Bulma sia molto più simile a me di quanto mi piaccia ammettere. Entrambe siamo delle persone che puntano in alto. Ma all’università ho scoperto, mentre studiavo inglese e francese, che ci sono tante persone intelligentissime. Ci saranno sempre centinaia di individui più brillanti di te.

D: Tornerà al college?
R: Non so, non l’ho terminato e per tanti motivi mi piacerebbe farlo, ma forse no, perché ritengo che l’istruzione prosegua anche fuori dal college. Per esempio, quando ero a Durango, in Messico, per realizzare questo film, ho imparato molte cose sulla cultura, le ricette e la storia, così come ho studiato la loro architettura. Sono veramente fortunata ad avere un lavoro che mi permette di viaggiare in tutto il mondo. Io imparo tante cose su culture differenti e la storia dovunque vada. E’ un tipo di apprendimento molto più viscerale di quello che si ha nel college, quando, per esempio, ti trovi in Egitto a vedere le Piramidi.

D: Quali sono state le sfide maggiori del film per lei?
R: Io dovevo essere più forte possibile. L’aspetto fisico del ruolo era impressionante. Dovevo imparare come guidare una motocicletta senza uccidere nel frattempo Justin Chatwin e condurre una Spyder, una moto a tre ruote, due davanti e una dietro. E’ stato fantastico.

D: Quanta azione c’era per lei in questo ruolo?
R: C’era tantissima azione. Anche se Bulma nel manga originale non è la
combattente più brava, era molto importante per Jim Wong, il nostro regista, che io fornissi chiaramente la sensazione di essere una guerriera. E devo dire che diventare una guerriera per il ruolo mi ha veramente cambiato. Non è una cosa che si può fingere, cambia il modo in cui cammini, pensi e parli. Questa forza è chiara in ogni piccolo gesto che fai. Così, abbiamo affrontato un rigoroso programma di addestramento. Tutto il cast si è allenato in gruppo con dei professionisti degli stunt, che lavorano per la società 87Eleven. Siamo diventati veramente forti e fare tutto questo insieme ci ha reso un gruppo unito di veri guerrieri.

D: Cosa ha imparato?
R: Ho dovuto imparare il tai chi e personalmente mi sono addestrata con i marines per sparare. Il mio personaggio è esperta di armi, quindi avevo tre pistole. Sono andata in un poligono di tiro con i ragazzi ed è stato veramente fantastico, nonostante nella realtà io sia assolutamente contraria a ogni tipo di violenza. Ma mi è piaciuto tirar fuori il mio lato maschile. Oltre a imparare ad andare in motocicletta, dovevo anche sparare, con una mano impegnata a guidare e l’altra a sparare.

DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma

D: Quanta sicurezza le ha fornito questo allenamento?
R: Mi ha fatto sentire molto potente. E’ stata una grande sfida, ma anche molto eccitante. Quale altro lavoro c’è, se non essere una guardia del corpo o stare nell’esercito o nei marine, dove puoi imparare a sparare e guidare una moto?

D: Ci sono stati dei momenti in cui ha avuto paura?
R: C’era una scena con una macchina che vola, una delle invenzioni di Bulma per la Capsule. Era un Hummer modificato, decisamente militare all’interno, con degli spigoli fatti di acciaio, così tutti ci siamo feriti alla braccia. Dovevamo girare una sequenza in cui cado dalla macchina e qualcuno tenta di salvarmi. Ho preso diverse botte e le mie costole erano piene di lividi. Ma non mi posso proprio lamentare, è stata un’esperienza fantastica. Io per lavoro pendo da una macchina volante, è fantastico. Posso far finta di essere questo folle personaggio divertente. E’ proprio uno spasso.

D: Qual è il suo aspetto nei panni di Bulma?
R: Ho i capelli blu e sono veramente elegante, perché Bulma si preoccupa molto del suo aspetto. Lei indossa sempre abiti firmati e io avevo una tuta in lattice, che è anche un completo da guerriera, estremamente rigida, con dei grandi stivali da combattimento. E’ stato veramente divertente avere quell’aspetto e usare la mia immaginazione per diventare Bulma.

D: Come si sente nel rappresentare un’importante pin up su Internet per i maschi adolescenti che adorano il suo personaggio e la vera Emmy Rossum?
R: E’ fantastico, veramente un piacere. La speranza è che io potrò godermi il fatto di essere sexy per i prossimi quindici anni della mia vita. Se i ragazzi pensano che io sia tale, mi godrò questa sensazione il più possibile.

D: Qual è stata la cosa più interessante per lei nella realizzazione di questo film?
R: E’ stato straordinario far parte di questa pellicola, che è basata su una serie di enorme successo. E’ una cosa che le persone sono eccitate di vedere, divertente e pieno di avventure. Un film è per sempre, quindi io un giorno sarò in grado di mostrarlo ai miei figli, così come la gente potrà farlo vedere ai loro ragazzi. Penso che sia fantastico far parte di una pellicola come questa, completamente diversa da tutto quello che ho fatto in passato.

D: Lei ha sempre un aspetto magnifico. Ha una grande fiducia a questo proposito?
R: Non più di ogni altra ragazza. Penso che ogni ragazza abbia dei giorni in cui si sente bene e altri in cui è giù. Ci sono delle giornate in cui non voglio togliermi il pigiama. Ma per quanto riguarda la dieta e il fitness, io cerco di mantenermi in salute, sebbene la scorsa notte abbia mangiato del cioccolato, che era talmente buono che non riuscivo a fermarmi, un bel problema. Ma di solito faccio molti esercizi e mangio proteine e verdure.

D: Ora che non è impegnata con l’intensità delle arti marziali, come si mantiene in forma?
R: Ballo e mi piace correre, un momento in cui ascolto il mio IPod e nessuno può infastidirmi. Io corro fuori o sul mio tapis roulant.

D: Può parlarci del suo stile di abbigliamento?
R: Per la vita di tutti i giorni amo indossare delle cose accessibili e semplici acquistate nei negozi come H & M e Top Shop. Io posso anche ordinare sul sito di Top Shop. Amo i jeans della Privacy e di Paige Premium Denim. Per gli eventi del red carpet, non dobbiamo comprare i vestiti, ma li prendiamo a noleggio, una cosa molto divertente. Io amo Chanel, Dior, Valentino, Badgley Mischka, Versace, Dolce e Gabbana, è come essere Cenerentola. Ti devi vestire e poi l’abito torna a casa a mezzanotte, mentre tu ti trasformi in una zucca. Ma è veramente eccitante. E’ un piacere indossare dei vestiti così belli.

D: Le piace vivere a Los Angeles dopo essere cresciuta sulla Costa Est?
R: Sono dei luoghi assolutamente diversi e io non sono un’amante del sole. Per quanto possa amare il tempo di Los Angeles, adoro la pioggia, apprezzo molto New York e l’Inghilterra, amo la nebbia, perché c’è qualcosa di veramente romantico e d’atmosfera in questo tipo di tempo che ti fornisce la possibilità di essere romantica. Io mi sento sempre in colpa ad essere triste a Los Angeles, perché tutti sono sempre felici col sole. Ma amo anche Los Angeles e le attività all’aperto. Puoi guidare per un’ora a nord e andare a sciare o fare snowboard sulle montagne del Big Bear o recarti a Malibu per fare surf. Ci sono più opportunità per le attività all’aperto a Los Angeles di quello che avviene a Manhattan, ma io adoro entrambi questi posti.

D: Qual è il suo approccio alla fama e alla celebrità?
R: Non lo trovo per nulla semplice. Ritengo che tutti quelli che dicono ‘voglio essere famoso, è magnifico’ siano dei pazzi o dei bugiardi. E’ un po’ strano, anche perché nell’accezione corrente di celebrità, puoi essere conosciuto per qualsiasi cosa, che sia la pornografia, essere una modella o la presentatrice di un programma di cucina. Poi, l’altro lato della medaglia è che puoi essere famosa perché sei un’attrice fantastica come Nicole Kidman o Brenda Blethyn. Penso che l’idea attuale di celebrità sia molto diversa da quella che esisteva quando sono cresciuta. Io da piccola andavo matta per Olivia De Havilland e Grace Kelly.

D: E’ interessante che queste fossero le sue attrici preferite quando cresceva…
R: Mia madre mi ha avuta quando aveva 39 anni e ora ne ha 62. Non era una giovane madre, così mi ha mostrato delle pellicole che amava e che aveva visto quando era piccola. Sono cresciuta osservando i film con Shirley Temple e altri classici. La mia idea della notorietà è qualcosa di molto glamour e distante, delle stelle che non incontri mai e che fanno cose irraggiungibili. Ora invece possiamo vedere delle persone famose a Starbucks. Penso che sia molto piacevole ed eccitante quando le persone vengono da me e mi dicono che hanno apprezzato un film che ho fatto o una canzone che ho scritto. E’ magnifico, ma penso comunque che la notorietà sia qualcosa di strano.

D: Quanto è ambiziosa e decisa?
R: Io sono decisa e penso che dipenda dal bisogno di sopravvivere. Non avevo molto quando sono cresciuta, perché mia madre era una donna single. E’ una fotografa e quando avevo dodici o tredici anni, lei si è fatta male lavorando. Dopo aver viaggiato molto, è scesa da un aereo con una protezione per il collo e non è riuscita a lavorare per anni, quindi io ho immediatamente detto che, anche se avevo solo 13 anni, eravamo due persone in questa famiglia e io avrei lavorato e sostenuto la mia famiglia. Così, l’ho fatto e penso che sia così che è nata la mia determinazione. Questa esperienza mi ha reso forte. Mia madre è una grande ispirazione per me. Noi abbiamo vissuto molte avversità in un appartamento che era rappresentato da una stanza da letto, ma siamo sopravvissute e lei è stata magnifica. Era molto rigida e amorevole con me e io ho vissuto un’infanzia meravigliosa. Noi siamo ancora molto legate.

DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma
DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma
DragonBall Evolution: Emmy Rossum è Bulma

D: Lei ha lavorato con dei registi importanti. Quali sono stati i momenti più importanti per lei a questo riguardo?
R: Mystic River e Il fantasma dell’opera sono state esperienze fantastiche. Non sarei dove sono adesso se questi registi non si fossero presi un rischio con me. Clint Eastwood è stato meraviglioso. Solo da poco ho accettato di chiamarlo Clint, visto che finora lo avevo sempre chiamato Signor Eastwood. Lui continuava a correggermi e mi diceva “no, solo Clint”. Lo ammiro tantissimo. E’ difficile non essere in soggezione con una persona così talentuosa e che è alto quasi due metri. E’ una sorta di gigante gentile, un uomo fantastico, un benefattore e un musicista fantastico. Lui interpreta anche una canzone alla fine del suo ultimo film, Gran Torino. Ha composto tutte le musiche di Mystic River ed è anche un fantastico musicista jazz.

D: Ha cantato con lui?
R: Io ero talmente in soggezione nei suoi confronti che non mi sono spinta fino a quel punto. Io mi sentivo intimidita anche solo per il fatto di stare su quel set.

D: Lei ha tanti talenti variegati. Quanto è importante cantare in questo momento della sua vita?
R: Io sono molto concentrata sul comporre musica e cantare. Proprio ora sto realizzando un secondo album ed è un modo magnifico di esprimere se stessi.

D: Lei ha una grande disciplina. Riesce a rilassarsi e ad avere del tempo libero?
R: Rilassarsi per me significa più stare a casa la sera che uscire. Ma se vado fuori, amo il bowling, il karaoke o cavalcare. Io amo cucinare e la scorsa sera ho fatto dei fantastici muffin alla ciliegia. Cucinare è un modo artistico di esprimersi.

D: Quali sono i suoi sogni?
R: Ora sono molto più aperta a tutto. Non ho un piano, ma amo fare quello che cattura la mia immaginazione. Per prima cosa, ovviamente, devo fare un provino e ottenere le parti che voglio. Penso che avere dei sogni sia fantastico, ma se sono troppo precisi rischi di chiuderti in una gabbia e non poter sfruttare delle nuove opportunità. Io sono interessata al teatro, alla televisione, a diversi tipi di film, alla beneficenza e a tante altre cose. Io voglio partecipare a dei progetti a cui sono interessata, procurarmi il cibo da mettere in tavola e quello per i miei cani.

D: Che cani possiede?
R: Ho un chihuahua chiamato Sugar, bianco con delle macchine nere, così come un Yorkshire Terrier che pesa meno di due chili e si chiama Cinnamon.

D: Altri obiettivi?
R: In futuro mi piacerebbe avere una famiglia. Crescendo, la mia piccola famiglia è stata una grande fonte di forza e felicità per me, anche se si trattava semplicemente di me e di mia madre. Ma io ho sempre voluto creare quello che avevo in mente, una famiglia più tradizionale, con uno steccato bianco, una madre e un padre, due ragazzi e un golden retriever. Non so quanto sia realistico, in quest’epoca, o se sia necessario. Forse non lo è, chi lo sa, ma è il mio sogno.

A cura di Elaine Lipworth.