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Star Trek Into Darkness – 10 spoiler sul sequel di JJ Abrams

Il prossimo 12 giugno approderà nei cinema italiani Star Trek Into Darkness e oggi vi proponiamo un ricco post di anticipazioni e spoiler che riguardano questo secondo film ancora diretto da JJ Abrams e ambientato per l’occasione in una linea temporale alternativa.

pubblicato 21 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:23

Chi scrive è un fan di lunga data di Star Trek che non ha ancora pienamente metabolizzato il reboot del 2009, ma che nutre grandi speranze in questo sequel che potrebbe allontanare la serie dalle suggestioni lucasiane che hanno contraddistinto il primo film e regalarci un giusto mix di azione e avventura, che insieme all’esplorazione e a missioni contro ogni tipo di minaccia sconosciuta, rappresenta il sale del franchise creato da Gene Roddenberry, che critiche e riserve personali a parte sarebbe comunque felice di vedere la sua creatura fruita da una nuova generazione di spettatori.

“Into Darkness” pesca a piene mani da quello che è considerato universalmente il miglior lungometraggio per il grande schermo mai realizzato, parliamo naturalmente di Star Trek 2 – L’ira di Khan, sequel di culto dal quale il trio di sceneggiatori Damon Lindelof (Prometheus, Lost), Robert Kurtzman e Roberto Orci hanno attinto a quanto pare senza remore alcuna (inclusi omaggi alla serie tv classica). A questo proposito citiamo ad esempio la sequenza d’apertura con Spock (Zachary Quinto) che all’interno di un vulcano cita la frase “Le necessità dei molti superano i bisogni dei pochi”.

Il sito BuzzFeed Entertainment ha  intervistato Kurtzman e Orci e ne sono usciti 10 riferimenti al franchise originale che ritroveremo nel sequel di Abrams, quindi chi non gradisce SPOILER indesiderati prosegue la lettura a suo rischio e pericolo, mentre per tutti gli altri buon proseguimento.

Il mistero di Khan

Kurtzman parla di Khan Noonien Singh:

Parlando a titolo personale, mentre mi era piaciuta la serie originale da bambino, L’ira di Khan per me è stato il ‘big bang’ di Star Trek. Sono sempre stato un fan di Star Wars e non c’era nessun cattivo che potesse lontanamente eguagliare Darth Vader. E poi incrociai Khan. Non solo era spaventoso, ma aveva un piano estremamente personale e specifico che era comprensibile pur essendo psicotico. Penso che chiunque ami Star Trek metterebbe Khan in cima alla lista delle nemesi”.

Il portare o meno Khan in questo sequel e soprattutto in che modo è stato fonte di grande dibattito nel team di sceneggiatori, per questo durante la fase di casting si è puntato ad un paio di attori che avrebbero potuto evocare la memorabile  performance di Ricardo Montalban sia nel film, che nell’episodio “Spazio profondo” della serie tv classica. Così si sono susseguiti rumor su Benicio Del Toro (Savages) ed Edgar Ramirez (Zero Dark Thirty) per poi cambiare completamente rotta e puntare su un attore “etnicamente” opposto all’originale con il britannico Benedict Cumberbatch, che si rivela essere Khan a metà di Into Darkness dopo che la sua copertura come agente della Federazione con il nome John Harrison salta a causa di Kirk.

Kurtzman spiega come si è arrivati a questo Khan ex-novo:

Ci è piaciuto la storia ed il background di ‘Spazio profondo’, l’idea che lui fosse un uomo che amava la sua squadra come la sua famiglia, che avesse un obiettivo comprensibile e facilmente riconoscibile…abbiamo costruito il nostro Khan partendo da queste basi. Ci sono cose di Khan che sono molto familiari e ci sono cose che invece sono completamente diverse e questo è esattamente quello che volevamo fare.

La morte di Kirk

Il culmine de L’ira di Khan vedeva Spock sacrificarsi per riparare un malfunzionamento dei motori per poi morire per l’esposizione alle radiazioni, mentre Kirk lo osserva impotente dietro una barriera trasparente. Il culmine di Into Darkness è praticamente lo stesso, tranne che Kirk e Spock hanno i ruoli invertiti (si avete sentito bene Kirk muore, ma la sua dipartita ha “vita” davvero breve). In entrambi i casi, la scena rappresenta una dichiarazione forte circa il legame sviluppato tra i due uomini, ed è proprio per questo che Orci e Kurtzman l’hanno scritto:

Ne L’ira di Khan, la morte di Spock e il loro ultimo momento insieme è una sottolineatura e un riconoscimento di un’amicizia che è stata arricchita con anni e anni di cammino insieme. I nostri [Kirk e Spock] non si conoscono da tanto tempo, così nel nostro film, quel momento è una rivelazione in cui Spock scopre che Kirk è suo amico. E’ l’inizio in cui Spock riconosce, Oh mio Dio, questo ragazzo è mio amico e proprio quando l’ho capito, l’ho perduto.

 

La dottoressa Carol Marcus

Uno dei più palesi riferimenti all’Ira di Khan si presenta sotto forma della dottoressa Carol Marcus di Alice Eve. Nel film del 1982 abbiamo incontrato Marcus (Bibi Besch) anni dopo la sua relazione con Kirk che aveva portato ad un figlio, che ormai adulto stava lavorando xon la madre su un progetto scientifico top secret della Federazione. In Star Trek Into Darkness troviamo invece una Marcus molto più giovane, una specialista di armi che si ritrova sull’Enterprise a dispetto di suo padre, l’ammiraglio militarista Marcus (Peter Weller). C’è sicuramente chimica tra lei e Kirk (Chris Pine), ma nulla di vicino al tipo di intreccio romantico che potrebbe portare a un bambino.

Le differenze tra i due personaggi, dice Kurtzman, è del tutto intenzionale:

L’idea di Carol era che lei fosse un personaggio che, ovviamente, il pubblico avrebbe associato con L’ira di Khan, quindi averla nel film implicava un’enorme eredità. Quello che non volevamo fare è tratteggiarla in un modo che fosse troppo familiare e troppo prevedibile. L’idea con Carol era introdurre un personaggio che implicasse un sacco di cose, ma lasciarlo aperto quel tanto che basta affinché tutto potesse accadere nel prossimo film.

I Klingon

Non c’è avversario alieno meglio conosciuto nell’universo di StarTrek dei Klingon, così Kurtzman e Orci, che ha anche vestito i panni di produttori in Into Darkness, sapevano di non dover stravolgerne troppo la mitologia. Soprattutto per quel che riguarda il design dell’iconico incrociatore da battaglia meglio noto come sparviero Klingon:

Lo sparviero penso, rapppresenta i Klingon in un modo molto singolare e non si può davvero reinventare la sua forma, È possibile aggiornarla in un modo che sia coerente con il modo in cui abbiamo aggiornato il resto di [Star Trek], quindi c’è un look molto militarizzato. E’ stato sempre militarizzato, ma ora lo è ancora di più.

 

La promozione di Checov

Dopo che Kirk promuove Chekov (Anton Yelchin) a capo-ingegnere e gli dice di mettere su una maglietta rossa per il suo nuovo incarico, uno sguardo di terrore cala sul viso di Chekov. Nel contesto della storia, è solo perché il giovane Chekov si sente inadeguato. In realtà nella tradizione di Star Trek indossare una maglietta rossa equivale a una condanna a morte come conferma Orci:

Sapevamo esattamente quello che avrebbe implicato, per tutte le ovvie ragioni. Quello che è stato divertente è che Cechov aveva bisogno di indossare una maglietta rossa per fare quel lavoro, il che comportava un enorme presentimento. Il pubblico si trova così a chiedersi quando e in che modo uscirà di scena durante il film e ci siamo resi conto che la cosa rendeva una buona tensione e si otteneva ogni volta anche una risata. L’abbiamo amato troppo.

 

Kurtzman aggiunge che l’idea era di creare una tensione costante su ogni personaggio e che si formulassero ipotesi su chi non avrebbe visto i titoli di coda.

I modelli dell astronavi

Durante il film c’è una vera e propria mostra di navi stellari che hanno fatto la storia della Flotta stellare e che si trovano nell’ufficio dell’ammiraglio Marcus. Si possono scorgere la Fenice vista in Star Trek: Primo contatto (la prima nave stellare con equipaggio progettata da Zefram Cochrane a raggiungere la velocità di curvatura) e l’Enterprise NX-01 della serie tv Star Trek: Enterprise, un prequel ambientato circa 100 anni prima della serie classica. Orci aggiunge che la collezione di navi che include il razzo Apollo 11 e lo Space Shuttle della NASA è destinata a ricordare al pubblico che sta guardando lo svolgersi di un nostro possibile futuro:

Quello che abbiamo sempre cercato di fare fin dall’inizio a partire anche dalla locandina che dice: ‘Il futuro ha inizio’, è che l’universo raffigurato in Star Trek è il nostro futuro e non qualche altra roba di tanto tempo fa e di altre galassie lontane. Siamo noi. Cose come [i modelli di navi stellari] collegano il futuro al presente.

 

L’infermiera Christine Chapel

Roberto Orci a proposito della Chapel:

L’infermiera Chapel è un personaggio molto amato di Star Trek. Anche prima che il primo film uscisse in sala, un sacco di chiacchiere online si chiedevano: “L’infermiera Chapel ci sarà?”. Purtroppo al risposta è no, anche se si sente il dottor McCoy (Karl Urban) dire “infermiera Chapel” in Star Trek 2009, non abbiamo visto mai ufficialmente Christine Chapel e lei è ancora solo un nome in Into Darkness, quando Carol Marcus dice a Kirk che ha saputo della sua fama di donnaiolo dalla sua amica Christine Chapel, che Kirk non ricorda e che dopo aver avuto una storia con lui è diventata un’infermiera:

Abbiamo solo pensato che sarebbe stato un grande riferimento e abbiamo apprezzato il fatto che Kirk non si ricordasse di lei. E’ una battuta che la dice anche lunga sul suo personaggio, quando si tratta di donne. Ecco perché l’abbiamo usata”.

Comunque Orci alla domanda se ci sarà mai la possibilità di vedere la Chapel in carne ed ossa ride e annuncia: “Questo è certamente possibile!

Scotty l’uomo dei miracoli

C’è un momento fugace dopo che Scotty (Simon Pegg) salva la situazione in Into Darkness, in cui Kirk lo definisce un uomo dei miracoli (la battuta dice “miracle-worker”), un onore concesso a Scotty molte volte nella serie originale e nei film. A quanto dice Kurtzman questo riferimento allo Scotty originale e alle sue capacità “taumaturgiche” arriva dalla richiesta di un superfan:

Ad essere onesti, uno dei nostri amici di trekmovie.com, Anthony Pascale, ha detto: ‘Tu devi inserire quella battuta da qualche parte”. Ci ha ricordato che quella era una cosa classica e abbiamo trovato il posto perfetto proprio lì”.

 

L’incidente Mudd

Tra i riferimenti più difficili da cogliere in Into Darkness c’è quello che vede Sulu (John Cho) annunciare che Kirk, Spock e Uhura (Zoe Saldana) guideranno un team in una missione sotto copertura sul pianeta natale Klingon utilizzando una nave confiscata “dall’incidente Mudd”.

Nella serie classica di Star Trek, l’attore Harcourt Fenton interpretava “Harry” Mudd, un personaggio ricorrente che rappresentava anche una parentesi divertente per la serie, una sorta di truffatore e contrabbandiere del 23° secolo.

Presumibilmente, l’Enterprise nella nuova linea temporale ad un certo punto aveva confiscato la nave di Mudd tra il primo e il secondo film. (Nella serie originale è stata invece distrutta in una cintura di asteroidi). Ma perché citare anche Mudd in questo film? Orci e Kurtzman a proposito del background di questa citazione per trekker hardcore rivelano:

Ancora adesso mi viene da ridere quando ripenso al momento in cui ho scritto questo dialogo. È una specie di necessità che poi è la madre dell’inventiva. Sapevamo che per la missione che Kirk vuole intraprendere, non poteva essere usata una nave della Federazione. Allora perché diavolo l’Enterprise dovrebbe avere una nave che non sia della Federazione a bordo? “Ci sono! L’incidente Mudd!”

 

il ritorno del “vecchio” Spock

Apparirà sullo schermo solo per pochi minuti per dare alla sua giovane controparte consigli su come sconfiggere Khan, ma la presenza dello Spock di Leonard Nimoy in Into Darkness per noi è un dazio che va pagato costi quel che costi e a quanto pare anche Orci è d’accordo:

Abbiamo voluto affrontare la questione che alcuni fan si sono posti: “Lo Spock di Leonard Nimoy direbbe a tutti tutto il possibile al fine di prepararli per ogni eventualità?’ E’ stato interessante per noi di articolare l’idea visto che egli ha giurato di non dire a nessuno nulla perché vuole che l’universo si sviluppi naturalmente, come dovrebbe essere. Ma in questo caso, quando si tratta del più grande nemico mai affrontato, fa un’eccezione”.

A proposito delle di dichiarazioni di Nimoy in cui annunciava il suo ritiro dalle scene dopo Star Trek del 2009 Orci ridacchia: “Leonard è l’uomo in pensione più laborioso che io abbia mai visto.”

Fonte – BuzzFeed