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The Bay: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Uno sguardo generale alle parole dei critici sul film di Barry Levinson

di carla
pubblicato 9 Giugno 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 13:45

Barry Levinson, il regista di Rain Man, si lancia nel genere horror con un film su un livello allarmante di tossicità nell’acqua di un paesino americano. Dopo aver letto la nostra recensione oggi guardiamo cosa ne pensano i critici Americani e Italiani. Ma a voi, piuttosto, è piaciuto o no?

Paul Chambers – Movie Chambers: E’ un film a basso budget, ma ha efficaci sequenze di morte con buoni effetti speciali. Se solo potessimo allontanarci dalla narrazione con la macchina da presa traballante, sarei molto più felice.

Alistair Harkness – Scotsman: Anche se rimane un modo potenzialmente interessante per girare un film, questo particolare dispositivo di inquadratura è diventato superfluo.

Philip French – Observer [UK]: La tensione è abbastanza sostenuta, gli orrori sono costanti, il messaggio ecologico è familiare.

David Gritten – Daily Telegraph: stranamente avvincente.

Derek Malcolm – This is London: il film fa il suo lavoro con una certa abilità…

Henry Northmore – The List: non è mai esagerato a tal punto da perdere il contatto con la realtà.

Chris Blohm – Little Lies: Efficace ma vuoto, The Bay è un lavoro minore di un regista perso in mare.

Nigel Floyd – Time Out: Più coerente e stimolante rispetto alla maggior parte dei film horror ‘found-footage’…

Todd Jorgenson – Cinemalogue.com: l’approccio intimo del film mescola sapientemente le convenzioni di genere con la tecnologia moderna, e lo script è abbastanza plausibile per generare un po’ di vera suspense.

Drew McWeeny – HitFix: …efficace e divertente e ha una voce così diversa dalla maggior parte dei film horror che in realtà dovrebbe sorprendere il pubblico.

Brian Orndorf – Blu-ray.com: racconto del terrore che si infila proprio sotto la pelle.

Matt Pais – RedEye: Unisce Lo Squalo e Open Water sulla lista dei film che possono farti sentire molto, molto a disagio sull’andare in acqua.

Matt Singer – ScreenCrush: Non è necessario avere fobia dei germi per sentire i brividi lungo la schiena.

Luke Mullen – Film School Rejects: la nuova rotazione del film di Bay sul found footage funziona molto bene. Speriamo che diventi la regola e non l’eccezione.

Mike McGranaghan – Aisle Seat: The Bay funziona sia come orrore sia come attivismo ambientale.

Kirk Honeycutt – honeycuttshollywood.com: Un miscuglio – alcune parti sono abbastanza divertenti e stimolanti, mentre altre parti sono semplicemente stupide.

William Bibbiani – CraveOnline: quando guarderemo indietro The Bay sarà ricordato come uno degli esempi più suggestivi ed interessanti del sottogenere found footage.

Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: Come un “Blair Witch Project” per adulti pensanti.

AO Scott – New York Times: C’è un sacco di roba brutta da vedere, ma molto poco che è veramente inquietante o terrificante.

Moira MacDonald – Seattle Times: The Bay svanisce rapidamente – come sangue nell’acqua.

Wesley Morris – Boston Globe: Il film non ha una struttura drammatica o senso di suspense.

Lisa Schwarzbaum – Entertainment Weekly: Un inferno di un raccapricciante piccolo eco-horror.

Dustin Putman – DustinPutman.com: Non rispetta la narrazione convenzionale, e tuttavia non si può negare che sia veramente raccapricciante.

David Rooney – Hollywood Reporter: Barry Levinson dà alla gente un altro motivo per rimanere fuori dall’acqua…

Staci Layne Wilson – Horror.com: Proprio quando pensavo che fosse sicuro tornare in acqua… Here Comes the Bay.

Maurizio Acerbi – il Giornale: (…) tutto documentato con la formula del mockumentary, genere che, pur falso, in mano a registi come Barry Levinson acquista un suo fascino inquietante.

Roberto Nepoti – la Repubblica: Claridge, cittadina del Maryland, sta preparando i festeggiamenti per il 4 luglio quando cominciano a verificarsi strani fenomeni: morti sospette in mare, orride pustole sui corpi della gente, pesci aggressivi… Ricercatori in oceanografia ne individuano la causa in certi parassiti, sviluppatisi a causa di una micidiale combinazione tra cacca di polli gonfiati a steroidi ed emissioni radioattive di una centrale nucleare. Il sindaco è avvisato: ma (proprio come il primo cittadino dello Squalo) tiene nascosta la cosa per non danneggiare il turismo. Ancora un film costruito sul principio del “found footage”, base del falso documentario, che mischia immagini di qualità diversa: a colori e in bianco e nero, siti Internet, riprese di telefonini e altro. Non è un caso che i produttori siano gli stessi di Paranormal Activity. Sorprende di più sapere che firma il film Barry Levinson, veterano di Hollywood vincitore di un Oscar per “Rain Man”: e, in effetti, la regia risulta più accurata della media del genere. Il che non impedisce al suo ec ohorror di risultare piuttosto noioso.