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Cineblog Consiglia – Lettere da Iwo Jima

Lettere da Iwo Jima (Letters from Iwo Jima) di Clint Eastwood con Ken Watanabe, questa sera, 21 gennaio, alle 23.30 su Rete4Non ci sono dubbi su cosa vedere in televisione questa sera. Il buon vecchio Clint infatti non tradisce mai e come il buon vino, invecchiando migliora. Lettere da Iwo Jima racconta la dura battaglia

pubblicato 21 Gennaio 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 05:34

Lettere da Iwo Jima (Letters from Iwo Jima) di Clint Eastwood con Ken Watanabe, questa sera, 21 gennaio, alle 23.30 su Rete4

Non ci sono dubbi su cosa vedere in televisione questa sera. Il buon vecchio Clint infatti non tradisce mai e come il buon vino, invecchiando migliora.

Lettere da Iwo Jima racconta la dura battaglia tra l’esercito giapponese per mantenere il controllo di quello che è poco più che uno scoglio nello sterminato arcipelago di isole giapponesi, ma che rappresentava un vero simbolo, una roccaforte che proteggeva l’impero dall’invasione. Il film è ispirato alla vera corrispondenza tenuta dal generale Kuribayashi e viene spesso presentato come un “film gemello” rispetto al precedente Flags of our fathers. Semplice dire che si tratta della stessa battaglia vista dagli occhi del nemico, più complesso è capire come si tratti in realtà di un film molto diverso, paradossalmente più vicino allo splendido Gran Torino.

Lettere da Iwo Jima mostra la guerra, non la propaganda (come faceva Flags of our fathers). Lo fa con aspra durezza, come l’inospitale natura presente sulla piccola isola. Clint sceglie con coraggio di costruire i dialoghi in una lingua che non è la sua, il film è infatti in giapponese sottotitolato e non potrebbe essere doppiato in alcuna lingua.

Ma torniamo al rimando di Gran Torino. Clint non ha mai nascosto, anche nei sui film, una certa simpatia reazionaria e militarista. La guerra in Corea è un tema ancora molto sentito in America e Lettere a Iwo Jima, insieme a Gran Torino, segnano una svolta del regista verso un pensiero più progressista, antibellico.

Vincitore del Golden Globe come miglior film straniero. Azzeccato?