Home Festival di Venezia Venezia 2010: Il Fossato (The Ditch) di Wang Bing è il film a sorpresa della Mostra

Venezia 2010: Il Fossato (The Ditch) di Wang Bing è il film a sorpresa della Mostra

Marco Müller ci ha abituato alle sorprese, per lo meno ai film presentanti in concorso senza essere ufficialmente inseriti nel programma. Lo scorso anno è accaduto con Werner Herzog, quest’anno invece è la volta del del regista cinese Wang Bing che presenta in concorso il film Il Fossato. Già nella presentazione ufficiale del festival, Müller

pubblicato 6 Settembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 20:50



Marco Müller ci ha abituato alle sorprese, per lo meno ai film presentanti in concorso senza essere ufficialmente inseriti nel programma. Lo scorso anno è accaduto con Werner Herzog, quest’anno invece è la volta del del regista cinese Wang Bing che presenta in concorso il film Il Fossato.

Già nella presentazione ufficiale del festival, Müller aveva promesso che il velo su questo film misterioso sarebbe caduto proprio oggi, lunedì 6 settembre. Ecco la sinossi ufficiale pubblicata sul sito della Biennale:

Alla fine degli anni cinquanta, il governo cinese condanna ai campi di lavoro forzato migliaia di cittadini considerati “dissidenti di destra” a causa delle loro attività passate, di critiche contro il Partito Comunista o semplicemente a causa della loro provenienza sociale e famigliare. Deportati per essere rieducati nel campo di Jiabiangou nella Cina Occidentale, nel cuore del Deserto del Gobi, lontani migliaia di chilometri dalle loro famiglie e dai propri cari, circa tremila “intellettuali” di estrazione basso o medio borghese dalla provincia di Gansu furono costretti a sopportare condizioni di assoluta povertà. A causa delle fatiche disumane a cui venivano sottoposti, delle condizioni climatiche estreme e incessanti e delle terribili penurie di cibo, molti morirono ogni notte nei fossi dove dormivano. Il fossato racconta il loro destino: un resoconto coraggioso di un’umanità spinta ai limiti più estremi.

Il film, girato nel deserto dei Gobi, è ispirato al romanzo Goodbye, Jiabianhou e da numerose testimonianze di persone che hanno realmente vissuto i fatti raccontati. La scelta di annunciare in questo modo inusuale il film è legata sia a ragioni di produzione, sia alla censura del governo cinese che ne avrebbe bloccato i lavori se solo ne avesse saputo il progetto.

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