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Passione: la recensione in anteprima

Passione Regia di John Turturro. Con Mina, Spakka-Neapolis 55, Avion Travel, Pietra Montecorvino, Massimo Ranieri, Misia, Lina Sastri, M’barka Ben Taleb, Peppe Barra, Gennaro Cosmo Parlato, Angela Luce, Max Casella, Raiz, Fausto Cigliano, Rosario Fiorello, Fiorenza Calogero, Daniela Fiorentino, Lorena Tamaggio, Enzo Avitabile, Pino Daniele, James SeneseJohn Turturro è nato a Brooklyn nel 1957, ma

pubblicato 20 Ottobre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 19:14

Passione Regia di John Turturro. Con Mina, Spakka-Neapolis 55, Avion Travel, Pietra Montecorvino, Massimo Ranieri, Misia, Lina Sastri, M’barka Ben Taleb, Peppe Barra, Gennaro Cosmo Parlato, Angela Luce, Max Casella, Raiz, Fausto Cigliano, Rosario Fiorello, Fiorenza Calogero, Daniela Fiorentino, Lorena Tamaggio, Enzo Avitabile, Pino Daniele, James Senese

John Turturro è nato a Brooklyn nel 1957, ma come il suo cognome non nasconde di certo, le origini della sua famiglia affondano nel meridione d’Italia. Il padre Nicola è nato infatti in provincia di Bari, mentre la madre Catherine era una siciliane di Aragona. Non è certo la prima volta che John Turturro, da molti considerato uno degli attori più interessanti e versatili di Hollywood, dimostra l’attaccamento con le sue origini, in Italia infatti ha lavorato con film come La Tregua di Rosi e Il miracolo di Sant’Anna, esperienza italiana firmata da Spike Lee. Più recentemente anche il teatro ha dato nuove occasioni a Turturro per ricercare le radici arcaiche della cultura della nostra penisola, con la sua singolare (e non riuscitissima) interpretazione delle Fiabe Italiane di Italo Calvino.

Il passo successivo, e quello più attuale, ha portato l’attore e regista italoamericano a dimenticare per un po’ i robot di Transformers per dedicarsi a un elemento tradizionalmente firte della nostra cultura, ovvero la passione della gente napoletana per il canto. Turturro ha definito la città di Napoli come il più grande juke-box del mondio, uno scrigno di canzoni che nasce dal mito classico delle muse. Turturr osi interessa così della producione musicale napoletana, sia ben chiaro che non stiamo parlando della scena dei neo-melodici figli di Gigi D’Alessio, ma di quella tradizione che ha avuto anche grandi nomi come il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò, che scrisse l’indimenticabile Malafemmina. Da Caruso agli Almamegretta, Torturro cerca di mostrare una Napoli che non è “solo pizza e mandolino”, come lui stesso sostiene, ma offre comunque un puntodi vista sulla città che è tipicamente quello di uno straniero, affascinato dalle contraddizioni e intriso di decenni di un immaginario che vuole i pertenopei come un popolo sempre festante, nonostante povertà e miseria. In location perfette per mettere in scena la più classica delle sceneggiate napoletane, ottimamente ricostruita da Massimo Ranieri e e Lina Sastri, Turturro scegli vicoli, strade e piazze per costruire un documentario atipico, che vorrebbe mostrare la “passione” che anima Napoli attraverso le sue canzoni.

Passione è un film che si rivolge a chi sa apprezzare la musica napoletana, un pubblico che saprà certamente godere degli ottimi arrangiamente, quasi tutti orchestrati appositamente per il film. Turturro, nonostante la ricercatezza del suo cinema, non pone una linea netta tra cultura alta e popolare, cercando di ridefinire i valori di quanto si può ascoltare tra le anguste vie della città campana. Il film si apre e si chiude con due grandi personaggi in absentia, sentiamo solo la voce cantare di Mina con Carmela e di Pino Daniele con Napul’è, mentre lungo il percorso del film si passa dagli Avion travel agli Spakka-Neapolis 5, dalla portoghese Misia alla tunisian M’Brka Ben Taleb (per sottolineare la multiculturalità napoletana), da Peppe Barra a Max Casella, fino a un divertente ballo sfrenato alle solfatare di Pozzuoli in compagnai di Fiorello.

Il film è stato realizzato con il contributo del Ministero dei beni e delle Attività Culturali.

Passione uscirà nei cinema venerdì 22 ottobre.
Voto Carlo 6

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