Home Curiosità Vampiri, Zombi e Lupi Mannari in mostra con 150 poster e rarità del genere Horror

Vampiri, Zombi e Lupi Mannari in mostra con 150 poster e rarità del genere Horror

Fermo Immagine – Museo del manifesto Cinematografico di Milano, ospita Vampiri, zombi & lupi mannari, a prova di paletti di frassino, asce e pallottole d’argento, in mostra fino alla serata Speciale Halloween con festa mascherata, del 31 ottobre 2013.

di cuttv
pubblicato 12 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 12:09

Tirate fuori le zanne, il pelo, il colorito ceruleo e il brivido per l’oscurità, perché i signori indiscussi del genere horror sono arrivati a Milano con una mostra di mostri da paura, e ci resteranno fino alla notte di Halloween, con 150 manifesti cinematografici o poster che dir si voglia, gadget, fumetti, libri, edizioni rare, pressbook d’epoca, foto di scena, memorabilia, statuette, trucchi in lattice usati sui set, bare in cui riposare e tante altre spaventose sorprese.

Un viaggio nel genere con i figli della notte e dell’ombra, dall’ombra inquietante di Nosferatu ai vampiri che mettono su famiglia e saga con Twilight, dagli zombi Made in Italy di Romero a quelli che hanno appena invaso gli schermi cinematografici con World War Z, dal lupo mannaro di Lon Chaney Jr ai licantropi palestrati di ultima generazione, con tutte le sfumature dell’orrore che si tinge di rosso sangue, giallo mistero, risate e corpi sexy-erotici, protagonisti di un universo spaventosamente irresistibile, ben celebrato dal poster della manifestazione realizzato dall’illustratrice e fumettista Fabiano Ambu.

Vampiri, zombi & lupi mannari sono arrivati al Fermo Immagine di Milano, con opere d’arte dipinte a mano, ingrandimenti e pannelli pronti a guidare i meno esperti, i più giovani e i mortali, in secoli di storia e tradizione dietro un genere cinematogtrafico appassionante, insieme a ricostruzioni 3d, foto di scena, foto autografate, gadget da collezione, e dettagli su formati, tipi di carta e biografie dei cartellonisti più famosi, tra le peculiarità delle mostre allestite nel museo.

Tante anche le rarità, dalle foto buste al 12 fogli del Lycanthropus diretto da Paolo Heusch nel 1962, conosciuto anche con titoli di Werewolf in a Girls’ DormitoryThe Ghoul in SchoolI Married a Werewolf e Monster Among the Girls. La collaborazione di Rouge a Paupier – Milano e del make up artist Roberto Mestroni (allievo di Carlo Rambaldi e docente all’Accademia di Brera) assicura la visione di un creatore di mostri al lavoro, con tre teste di vampiro, zombi e lupo mannaro ricostruite con speciali siliconi Smooth On in uso presso gli studi cinematografici.

Per i più macabri e i meno superstiziosi, c’a anche una bella bara per chi desidera provare la confortevolezza del giaciglio dei non morti, garantita dalla collaborazione con la Ganzerli Onoranze Funebri di Milano. Chi ne sente il bisogno, in questo casdo, può sempre portare mano ai gioierlli di famiglia.

L’appuntamento con la mostra, allestita in collaborazione con l’Associazione Ordine del Drago, che da anni studia e approfondisce il mito di Dracula, e con Bloodbuster, negozio e casa editrice milanese diventato punto di riferimento per gli appassionati del genere in Italia, è a Fermo Immagine, Museo del Manifesto Cinematografico di Milano (via Gluck, 45), sino al 30 ottobre 2013, da martedì a domenica dalle 14 alle 19, mai di lunedì (ingresso 5 euro intero, 3 euro ridotto e tesserati – 02/36505761), più la serata Speciale Halloween del 31 ottobre 2013, che dalle 20.00 alla 1.00 ha in serbo una grande festa in costume e la cerimonia di premiazione di un concorso per cake designer.

Vampiri

Una mostra aperta dai principi della tenebre, vampiri per tutti, non morti da secoli, succhiasangue per necessità, tenebrosi e irresistibili per esigenze di genere, feroci per istinto, nel viaggio di carta lungo quasi 100 anni dipinto a mano negli anni ’40, in grafica digitale e 3D oggi, tra le edizioni rare del romanzo “Dracula” di Bram Stoker (1897), i fumetti e tutto quello che ha accompagnato questa stirpe dei dannati in sala.

Taste the blood of dracula

Un viaggetto con lo sguardo che non ammette repliche di Bela Lugosi (“Dracula” 1931), con la ferocia di Christopher Lee (“Dracula il Vampiro” 1958), il pallore di Klaus Kinski (“Nosferatu” 1979), i look di Frank Langella (“Dracula” 1979), il fascino sofferente di Gary Oldman (“Dracula di Bram Stoker” 1992), ma anche il Renato Rascel di “Tempi duri per i vampiri” (1959) e il Leslie Nielsen di “Dracula, morto e contento” (1995), “Fracchia contro Dracula” (1985), “Dracula padre e figlio” (1976),

Tempi duri per i vampiri

Dall’universo dei cult anche “Dracula nella casa degli orrori” (1945), “La stirpe dei vampiri” (1957), “L’ultima preda del vampiro” (1962), #Yorga il vampiro” (1970), “Il Conte Dracula” (1970) di Jesus Franco, “Le amanti di Dracula” (1968), “Le figlie di Dracula” (1971), “Una messa per Dracula” (1970), e quel “Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!” scrittoda Andy Warhol, diretto da Paul Morrissey con la collaborazione di Antonio Margheriti, con il conte Dracula di Udo Kier, l’erotico Joe Dallesandro e l’ultima apparizione di Vittorio De Sica sul grande schermo.

Dracula morto e contento

Da “Vempires” (1998) di John Carpenter alla saga di “Twilight” (2008), con tanto di parodia “Mordimi”, da “Intervista col vampiro” (1994) a “L’ombra del vampiro” (2000), da “Hotel Transylvania” (2013) a “Dark Shadows” (2012), da “L’Ammazzavampiri” (1985) a “Hanno cambiato faccia” (1971), si arriva alle derive del “Dracula 3D” (2012) di Dario Argento, senza dimenticare le sfumature erotiche del misconosciuto “Dracula, ti succhio” (1979) e del garbatamente sexy di “La vampira nuda” (1970), con “L’orgia del vampiro” (1974), “L’orgia notturna del vampiri” (1972), la “Vita sessuale di un vampiro” (1969) e “L’amante del vampiro” (1960).

Dracula (1931) con Bela Lugosi
Dracula principe delle tenebre
La stirpe dei vampiri
Dracula di Bram Stoker
L'amante del vampiro
Il sangue di Dracula
Dracula vuole vivere
Fracchia contro Dracula

Zombi

Gli zombi avanzano a fatica, un tantino claudicanti e con un aspetto non proprio fresco, dal sottogenere che li resuscita dalle tombe per infettare l’horror, da “L’isola stregata degli zombies” (Voodoo Island, 1957) con il grande Boris Karloff, allo zombimovie infettato dal 3D di “World War Z” (2013).


Dalla trilogia di papà Gorge A. Romero, con “Zombi” (1978), “Il giorno degli zombi” (1985) e “La terra dei morti viventi” (2005), a “Io sono leggenda” (2007) con Will Smith, da Cinecittà con “Paura nella città dei morti viventi” (1980) di Lucio Fulci, alla Hollywood di “Essi vivono” (1988) di John Carpenter, da “quelli che corrono in “Incubo sulla città contaminata” (1980) di Umberto Lenzi, amatissimo da Tarantino, e quelli che avanzano a quattro zampe in “Cimitero vivente – Pet Sematary” (1989).


E ancora, quelli che arrivano dai fumetti di Dylan Dog con “Dellamorte Dellamore” (1994) e dalla serie videogioco “Resident Evil” (2002), senza risparmiare “La sposa cadavere” (2005) ri-animata da Tim Burton, “I Porno Zombi” (1978), con tanto di fascetta incollata dal gestoreper della sala per vietare l’ingresso ai minorenni, una rara fotobusta de “La mummia” (1959) con Christopher Lee, tanto per capoirte la differenza tra una mummia e uno zombi, e la truculenza splatter di Cannibal Apocalypse (noto anche come Apocalypse domani, 1980) di Anthony M. Dawson aka Antonio Margheriti … “Se non senti il fiato del tuo vicino vuol dire che è già morto!”

Lupi mannari

homo homini lupus da sempre, e con una natura umana che si porta l’istinto di sopravvivenza e di sopraffazione in ufficio e a tavola, anche quando si depila accuratatamente, lupi mannari, licantropo e signori con il pelo di fuori, dalla notte dei tempi sono i fedeli compagni di signori delle tenebre e mostri, anche se è impossibile mettergli il guinzaglio quando “fiorisce l’aconito, e la luna piena splende la sera …”

Un viaggetto con l’uomo lupo, dalla rara foto busta del Larry Talbot di Lon Chaney jr con il pelo de “L’Uomo Lupo” della Universal (The Wolf Man, 1941) al formato gigante “12 fogli” (4 metri e mezzo per ) del cult italo-austriaco “Lycanthropus” (1961), dalle vacanze di “Un lupo mannaro americano a Londra” (1981) ai probemi scolastici, sportivi e sentimentali di Michael J. Fox in “Voglia di vincere” (1985), “In compagnia dei lupi” (The Company of Wolve, 1984 ) di Neil Jordan, e degli ululati del “Cappuccetto rosso sangue” (Red Riding Hood, 2011) di Catherine Hardwicke, con il Jack Nicholson di “Wolf – la belva è fuori” (1994), Anthony Hopkins e Benicio Del Toro di “The Wolfman” (2010), fino ai licantropi digitali di “Van Helsing” (2004), quelli palestrati di “Twilight” (2008) o animati di “Hotel Transylvania” (2013).

L'uomo lupo fotobusta

Foto | Fermo Immagine, Museo del Manifesto Cinematografico