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Monsters: il regista Gareth Edwards racconta…

Direttamente da: Festival Internazionale del Film Locarno 2010, Toronto International Film Festival 2010, SXSW Film Festival 2010 e Los Angeles Film Festival 2010, arriverà prossimamente nelle nostre sale il film Monsters diretto da Gareth Edwards e interpretato da Whitney Able, Scoot McNairy e Kevon Kane.Dopo aver visto il trailer italiano e letto la nostra recensione

di carla
pubblicato 29 Aprile 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 12:28


Direttamente da: Festival Internazionale del Film Locarno 2010, Toronto International Film Festival 2010, SXSW Film Festival 2010 e Los Angeles Film Festival 2010, arriverà prossimamente nelle nostre sale il film Monsters diretto da Gareth Edwards e interpretato da Whitney Able, Scoot McNairy e Kevon Kane.

Dopo aver visto il trailer italiano e letto la nostra recensione da Locarno, oggi vi regaliamo qualche dichiarazione del regista. Seguiteci ma prima vi riassumo la storia:

Una sonda artificiale si schianta al confine tra Stati Uniti e Messico. Niente di grave ma all’interno ci sono forme di vita aliene. Sei anni dopo quelle “cose” si sono adattate e si sono evolute. La zona viene messa in quarantena ma due persone devono attraversare quel paesaggio: riusciranno a sopravvivere?

Curiosità:
L’idea di Monsters nasce da un’immagine che il regista aveva visto in vacanza: un gruppo di pescatori alla prese con un enorme polipo impigliato in una rete.

Il regista ha raccontato:

“Sapevo in che modo volevo raccontare. Mi mancava una storia, ma dopo tre mesi di lavoro abbiamo avuto anche questa, ed eravamo tutti felici perché era esattamente quello che – inconsapevolmente – avevo in testa fin da quella prima visione, e gli altri dopo un primo contatto con il mio modo di lavorare e di approcciare la narrazione mi avevano seguito. (…) Cominciai a fare qualche ricerca in cerca di spunti e venni a conoscenza del fatto che su una delle lune di Giove, Europa, secondo gli scienziati vi è maggior probabilità di trovare qualche forma di vita. La NASA aveva inviato una sonda per cercare delle prove: era lo spunto che volevo. Immaginai una di questa sonde di ritorno sulla Terra, carica di microrganismi. E ovviamente la reazione tra il nostro ambiente e queste nuove forme di vita, che potevano proliferare indisturbate per anni. Poi mi venne l’idea del fotografo, del viaggio che dovrebbe essere un salvataggio della figlia del proprio capo e un rientro nella zona protetta, che si trasforma in un road movie nella zona infetta”.