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Cineblog intervista Rossy de Palma, musa di Pedro Almodovar

Attrice, modella, scultrice, scrittrice, cantante, Rossy De Palma ha segnato il cinema di Pedro Almodovar. Ospite a Milano di Alfonso Luigi Marra, l’abbiamo intervistata per voi…

pubblicato 1 Luglio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 10:42

Ospite a sorpresa di Alfonso Luigi Marra, alla presentazione milanese del libro Il Labirinto Femminile, Rossy de Palma, storica musa di Pedro Almodovar, ha illuminato la notte meneghina.

Attrice, modella, scultrice, scrittrice, cantante, la De Palma ha segnato il cinema del regista spagnolo, partecipando a sei suoi film. Tornata finalmente in Italia, Paese che ama, Rossy ha scambiato quattro chiacchiere con noi di Cineblog.it, dimostrandosi straordinariamente alla mano e raccontandoci aneddoti del passato, del presente e soprattutto legati anche al suo futuro.

6 film con Pedro Almodovar, il primo, La legge del desiderio, nel 1987. Puoi dirci dove l’hai incontrato e come si è sviluppato il vostro rapporto.
Uuuuuh, tanto tempo fa perché io sono nata a Maiorca, e sono andata a Madrid con un gruppo musicale che avevo negli anni 80, i Peores imposibles. E ci conoscevamo tutti, andavamo tutti negli stessi posti, con Pedro che veniva ai nostri concerti, noi lo conoscevamo, tutti noi ci conoscevamo. Era ancora un’epoca che ‘puzzava’ di artista. Io volevo tanto andare al suo casting per un film, ma non riuscivo mai a trovare il tempo, fino a quando un giorno è stato lui a chiedermi: vuoi fare un piccolo ruolo ne La Legge del Desiderio? E io risposi, si sicuro. E nel film indossavo i miei abiti, il mio trucco, i miei capelli, ero io, al 100%.

Da allora sei diventata una delle sue muse. Ma è nata anche un’amicizia fuori dal set?
Siamo sempre amici. Da sempre. Da più di 25 anni. Sono stata con lui a Cannes, il mese scorso. La Pelle in cui Vivo (qui da noi già recensito) mi è piaciuto molto. Speciale, diverso, sorprendente. Un thriller che da lui non ci saremmo mai aspettati. Più intellettuale rispetto ai suoi classici, è diverso, è un Pedro ‘giapponese’.

Come attrice hai lavorato anche in Italia, nel 1994 con Chicken Park, l’anno successivo con Peggio di così si muore, nel 1996 con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica di Lina Wertmüller, nel 2004 in Tu la conosci Claudia? e lo scorso anno nella serie tv Caterina e le sue figlie. Che idea ti sei fatta del cinema italiano? Ci sono registi, attori, attrici, che segui con particolare interesse?
Il film con Lina Wertmüller in realtà no, non l’ho fatto. E’ incredibile come su internet venga ancora accreditata nel cast, ma in realtà il film non l’ho fatto. Così come dissi di no a Peter Greenaway, eppure alcuni siti ancora mi contano all’interno del suo film. Ammiro il cinema italiano. C’è molto talento, anche se aspetto ancora l’arrivo dell’epoca dorata del cinema italiano. Sono convinta che prima o poi arrivi, perché c’è molto talento.

C’è un ruolo, in 100 e passa anni di cinema, che avresti voluto interpretare?
Ce ne sono a decine. Tutti i film di Anna Magnani avrei voluto farli io. Amo Anna Magnani. Mi manca un ruolo alla Magnani.

Puoi dirci il tuo film preferito, in assoluto.
Tutti i film del mondo? Solo uno? E’ impossibile, troppi me ne piacciono, non posso dirne solo uno.

E se provi a dircene tre?
Vediamo… Che ho fatto io per meritare questo? di Pedro Almodovar, Roma città Aperta e tanti altri, diciamo i classici. Amo i classici.

E dei tuoi?
Tutti. Perché anche quelli che sono ‘brutti’ mi piacciono, perché non c’è solo quello che si vede, io sono un’artista, sono un’artista che ha fatto tante cose, non solo l’attrice, e l’esperienza di girare un film non si ferma a quello che gli spettatori vedono, ma c’è anche l’avventura umana. Anche se non sono propriamente ‘belli’ hanno tutti un posto nel mio cuore, perché rimane sempre qualcosa, dietro ad ogni film. Rimane il rapporto con la troupe, con gli attori, il regista, i macchinisti, i tecnici. Ogni film, bello o brutto che sia, non si dimentica. Mai.

Parlavamo del tuo essere ‘artista’. Tu hai fatto davvero di tutto. L’attrice, la cantante, la modella. Hai mai pensato di passare dietro la macchina da presa, trasformandoti in regista?
Ho già fatto la regista, ma solo per due pubblicità. Faccio anche la scultrice, e scrivo molto. Ma magari tra due o tre anni perché no, potrei anche passare dietro la macchina da presa per un lungometraggio. Ci sto pensando.

Quindi nel prossimo futuro dobbiamo aspettarci un film di Rossy de Palma?
Perché no, magari scritto da me. Da tutto quello che scrivo, potrei trarne qualcosa. Mai dire mai.

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