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Riddick: Recensione in Anteprima

A sette anni da The Chronicles of Riddick e a ben tredici dal ben più fortunato Pitch Black, Vin Diesel torna con uno dei personaggi che più di tutti lo hanno reso celebre. La «rinascita» di Riddick che mette la parola fine?

pubblicato 31 Agosto 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 10:35

Si riaccendono le luci ed uno pensa: dov’è finito Pitch Black? In home video, qualche buontempone potrebbe rispondere. Beh, allora se ne faccia dono di una copia al buon vecchio Vin Diesel, e che la passi a regista e sceneggiatori su tutti. E dire che il regista è lo stesso (David Twohy) da quel 2000, anno in cui la saga fu inaugurata e proseguì quattro anni dopo con The Chronicles of Riddick. Ma cosa c’è allora che non va in Riddick, un film che per alcune sue uscite trash potrebbe trovare tenero riscontro negli amanti di un certo cinema stravagantemente esilarante?

Di certo non che il protagonista, Vin Diesel, sia una simpatica macchina di morte. Sepolto tra la macerie naturalistiche di un pianeta sconosciuto ed oltremodo ostile, dopo pochi minuti cominciamo ad intuire, quando il malandato Riddick ammette di avere commesso il peggiore dei crimini: «essermi civilizzato». Tutta la parte introduttiva funziona un po’ come quei tutorial dei videogiochi, dove i primi passi dell’avventura servono a prendere confidenza coi comandi. Ma noi Riddick lo conosciamo, solo che qui più che prendere familiarità con lui e lui che deve riprendere familiarità con la sua natura «selvaggia».

Dotatosi di un fedele compagno, un giocherellone cane alieno, eccolo sprezzante convocare due gruppi di mercenari servendosi di un segnale lanciato da una base: in qualche modo deve abbandonare quel pianeta dalla fauna tutt’altro che socievole. Dall’atterraggio dei due gruppi in avanti la qualità della sceneggiatura, e quindi del film tutto, scende vertiginosamente in picchiata. Dialoghi attaccati con lo scotch, talvolta talmente ridicoli da suscitare qualche risata – lo concediamo. Personaggi non da meno, con il classico femminone androgeno, il self-made christian-reborn con tanto di sacra scrittura al braccio, l’imponente ma stupidissimo bestione e lui… non Riddick, bensì uno che con il protagonista ha un conto in sospeso.

Una caccia all’uomo che si estende nel raggio forse di un chilometro quadro, in cui l’astuto protagonista da preda diventa predatore, mentre i malcapitati di turno si producono in sketch coloratissimi, come il duo di guardia composto dallo spavaldo e dall’equilibrato: quest’ultimo, consapevole del proprio destino, cerca di convincere l’altro che almeno sarebbe d’uopo non irritare più di tanto il pazzo furioso senza capelli che si aggira nei dintorni. Ad un certo punto, avanti nella più che basilare vicenda, si finisce a parlare di smalti rosa predatore in pendant coi capezzoli (!), al che nemmeno il buffone della combriccola ne può più e sbotta con un sonoro ed in parte rivelatore: «basta con queste stronzate!». Ma di situazioni in cui la raffazzonata narrazione tende malamente ad accartocciarsi ce ne sono parecchie, salvo in un punto a metà film, quando ci si butta sul “cervellotico” ed in fondo ci può stare. O forse no.

Sull’altro lato della bilancia abbiamo qualche scena interessante, nove volte su dieci cruenta. Non vi anticipiamo nulla, ma se all’inizio è la fiera de disgusto o dei denti stretti per qualche intervento da pronto soccorso improvvisato, più in là ci sono risate assicurate, tra teste mozzate ed ingenuotti convinti di avere la situazione sotto controllo ma che non hanno nemmeno il tempo di manifestare tale sicurezza prima di essere brutalmente trafitti da “qualcosa”. Per il resto possiamo appena confermare la più che discreta CGI. Insomma, certa crudezza, accompagnata da qualche battuta talmente comica da risultare beffardamente riuscita, rappresenta in fondo l’unico motivo per cui qualcuno potrebbe trovare interessante un giro su questa giostra.

Riddick ha esaurito le pile, e non basta un presunto ritorno allo stato brado per ridare vigore ad una saga già ridimensionata dal secondo episodio. Probabilmente gli autori lo sapevano ed hanno preferito optare per un’altra strada, quella del «se avete un’idea, qualunque essa sia, anche usata, buttatecela dentro». Sgomma Vin Diesel, che con la sua moto futuristica ad un certo punto avverte nostalgia di casa e si spara pure una piccola derapata alla Fast & Furious, così, giusto per aggiungere spessore al companatico. Alla fine della fiera l’unica cosa che abbiamo appreso è che «Riddick è un uomo di parola» (cit.). Fortuna che sulla resa di questa sua ultima scampagnata non si pronuncia.

Voto di Antonio: 4,5
Voto di Federico: 3

Riddick (USA, Fantascienza, 2013), di David Twohy. Con Karl Urban, Vin Diesel, Katee Sackhoff, Matthew Nable, Dave Bautista, Jordi Mollà, Bokeem Woodbine, Nolan Gerard Funk, Raoul Trujillo, Antoinette Kalaj, Keri Hilson, Noah Danby, Neil Napier e Conrad Pla. Nelle nostre sale da giovedì 5 Settembre.