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Stasera in TV, Gomorra di Matteo Garrone, su Rai 3

Roberto Saviano: “L’occhio antropologico di Garrone non ha permesso quello che per me sarebbe stata una sconfitta, cioè di rendere incredibilmente interessanti dei personaggi per il solo fatto che questi personaggi militavano in certe organizzazioni.”

pubblicato 30 Agosto 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 10:19

Approcciarsi a Gomorra non è facile, dal momento che non è semplicemente un film sulla camorra, come non è un documentario sulla suddetta organizzazione criminale. Il film diretto da Matteo Garrone (Reality) è un viaggio all’inferno che poco o nulla ha da spartire con i classici dei “gangster movie” in stile Scarface o con il nostrano Romanzo Criminale. Qui i cattivi, riprendendo le parole di Roberto Saviano, autore del libro da cui è tratto il film, non trasmettono nessun fascino, ma solo ribrezzo. Non troviamo, fortunatamente, la mitizzazione dell’eroe negativo, magari romantico e costretto alla devianza dalle contingenze della vita o da un’infanzia segnata. Qui c’è solo l’orrore di una quotidianità squallida, violenta, degradata, soffocata dalla prepotenza e da uno stato assenteista.

Gomorra è uno straordinario documento, uno dei migliori film italiani dell’ultimo decennio, in cui tutti i protagonisti, dal celebrato Toni Servillo agli attori non professionisti, come Bernardino Terracciano (in seguito alle riprese arrestato per estorsione e altri reati), esprimono una coralità spesso muta che colpisce lo spettatore con violenza.

In questo film non c’è nulla di fashion, di trendy, non troviamo la bella faccia da angelo caduto di Kim Rossi Stuart in Vallanzasca – Gli angeli del male o l’espressione furbetta di Elio Germano in Faccia d’angelo. La violenza, la prevaricazione, il disagio sociale, l’ignoranza diffusa, la corruzione emergono naturalmente, quasi fosse un documentario, nel quale siamo tutti coinvolti.

Cast

Toni Servillo: Franco
Gianfelice Imparato: Don Ciro
Maria Nazionale: Maria
Salvatore Cantalupo: Pasquale
Gigio Morra: Iavarone
Salvatore Abbruzzese: Totò
Marco Macor: Marco
Ciro Petrone: Ciro (detto Pisellino)
Salvatore Ruocco: Marco (detto Boxer)

Trama

Nella Campania contemporanea si articolano diverse storie, per motivi diversi legate alla Camorra. Pasquale, sarto di talento sottopagato, decide di “vendersi” ai concorrenti cinesi, ma ne subirà le conseguenze. Don Ciro, contabile della camorra che porta alle mesate alle famiglie dei carcerati e viene minacciato da un clan avversario. Franco all’apparenza un rispettabile professionista che guadagna cifre enormi smaltendo illegalmente i rifiuti tossici e infine Marco e Ciro, due giovani delinquenti sbandati col mito di Sacrface e decisi a conquistare il loro impero.