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Bar Sport: la recensione in anteprima

Leggi la recensione in anteprima di Bar Sport, di Massimo Martelli

pubblicato 21 Ottobre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:47

Nella memoria di ognuno, cresciuto in una grande città o in un piccolo paesino, c’è un Bar Sport dove si sono trascorsi pomeriggi a giocare a carte, a parlare di calcio, a bere aperitivi e mangiare patatine giusto per ammazzare il tempo. Tanti personaggi diversi, figure divertenti e grottesche, che si incrociano in questo luogo di ritrovo, di incontro, un vero e proprio un luogo dell’anima. Un vortice di personaggi che ruotano come satelliti attorno alla teca dove è conservata la mitica Luisona, una pasta vecchia di anni che nessuno osa mangiare ma che tutti venerano come un feticcio.

Tra comicità e malinconia bonaria, questo è lo spirito che aleggia nelle pagine di Stefano Benni, autore della raccolta di racconti che ha rivoluzionato il modo di scrivere la comicità e ha ispirato generazioni di cabarettisti italiani.

C’è Antonio, proprietario del bar e chiamato Onassis per la sua tirchieria. C’è Tennico, il tuttologo che ha sempre un’opinione su tutto. Ci sono le due signore anziane che, sorseggiando the, sparlano degli altri avventori del locale. C’è l’immancabile playboy che millanta le sue avventure amorose. C’è l’innamorato cronico, c’è chi gioca a biliardo come se fosse l’ultima delle sfide, c’è la bella del paese alla cassa che fa sognare tutti gli uomini del bar. Sono tanti e diversi i personaggi che animano il Bar Sport, ma c’è anche qualcosa che manca…


Bar Sport

Ci sono voluti quasi quaranta anni prima di portare al cinema un culto generazionale come Bar Sport di Stefano Benni, principalmente per due motivi. Il primo è la proverbiale riottosità di Benni al concedere i diritti delle sue opere per trasposizioni cinematografiche (se si esclude la sua regia del 1989 per Musica per vecchi animali e alcuni cortometraggi, questo è il primo film tratto dai suoi libri). Il secondo è che per loro natura, i brevi racconti di Bar Sport sono difficilmente assimilabili in una sceneggiatura coerente e unitaria, vista la rutilante girandola di personaggi e situazioni sempre differenti.

Massimo Martelli ha compiuto il miracolo di riuscire a convincere Benni a concedere la sua creatura per il cinema, sognando di comunicare anche alle nuove generazioni quello che era stato rivoluzionario nel 1976, purtroppo non è riuscito a scavalcare il secondo punto. La sceneggiatura, costruita sulla giustapposizione di scenette che sembrano barzellette, non riesce a sfruttare la verve comica dei suoi protagonisti. Se un film come Bar Sport non fa ridere, allora è un film che non funziona…

Bar Sport è una commedia garbata, non volgare, con un cast di ottimi comici e ricca di piccole apparizioni che sono delle perle per gli appassionati, come quella di Teo Teocoli. Siamo però dalle parti del Bar Margherita di Pupi Avati, dove la malinconia dei bei tempi non riesce a strappare più di qualche sorriso. Paradossalmente sono gli inserti realizzati con l’animazione a funzionare meglio, non avrebbe potuto essere resa diversamente la scrittura di Stefano Benni che ha sempre amato espressioni che descrivono come anche i coccodrilli per il caldo fanno il bagno nel tamarindo gelato.

Il film uscirà venerdì 21 ottobre 2011. Qui potete vedere il trailer.

Voto Carlo: 4,5
Voto Federico: 5

Bar Sport (commedia, Italia, 2011) Regia di Massimo Martelli. Con Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Antonio Catania, Angela Finocchiaro, Lunetta Savino, Bob Messini, Vito, Aura Rolenzetti, Antonio Cornacchione, Gianluca Impastato, Alessandro Sampaoli, Roberta Lena, Cristina Ramella, Cristiano Pasca, Daniele Pilli, Ermanno Bonatti, Michael Galluzzi, Claudio Amendola, Teo Teocoli.