Home Curiosità Sister Act a Milano: foto e resoconto della conferenza stampa con Whoopi Goldberg

Sister Act a Milano: foto e resoconto della conferenza stampa con Whoopi Goldberg

L’età delle attrici, ad Hollywood, viene calcolata come l’età dei cani. Un anno vale 7. Il Premio Oscar Whoopi Goldberg ha detto la sua sullo spettacolo di cui è co-produttrice e sul mondo dello spettacolo in generale.

di simona
pubblicato 29 Ottobre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:13



Accompagnata da Loretta Grace e da Carline Brouwer, rispettivamente protagonista e regista di Sister Act, in scena al Teatro Nazionale di Milano, Whoopi Goldberg ha incontrato i giornalisti in occasione del debutto dello spettacolo. Di seguito il resoconto pressochè letterale della conferenza stampa e le immagini del photocall, durante il quale Whoopi non ha perso occasione per scherzare con i fotografi ed improvvisarsi paparazza in prima persona. Seguiteci dopo il continua per vedete tutte le foto e cliccate sulle anteprime per ingrandirle. Le foto della première le avete già guardate?

Quando si è stati così fortunati da aver fatto parte di qualcosa di meraviglioso, è importante passare ad altri il testimone. Il modo migliore per essere ancora parte di questa nuova versione di Sister Act è quello far sapere a tutti che esiste. La versione teatrale è fresca e nuova e sono entusiasta di farne parte.

Parola della Deloris Van Cartier cinematografica che, con il sorriso da Stregatto che la contraddistingue, giovedì sera ha idealmente passato il testimone (ed il velo di Suor Maria Claretta) all’italianissima Loretta. La giovane cantante sarà in scena ogni sera al Teatro Nazionale per l’intera stagione, così come la Deloris tedesca (Zodwa K. M. Selele – anche lei a Milano per la première), in scena ad Amburgo dal dicembre dello scorso anno.

Sister Act – a Milano: foto e resoconto della conferenza stampa con Whoopi Goldberg

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Quando ha fatto il film quasi 20 anni fa, ha mai pensato che il personaggio di Deloris sarebbe potuto essere tanto longevo; e qual’è l’aspetto del personaggio e della storia ad aver fatto breccia in modo così universale e così profondo nell’anima delle persone; in particolare in Italia, dove ancora oggi Sister Act ha un successo incredibile?
Io penso che se metti insieme delle suore con qualcuno che una suora non è, e li fai tutti vivere insieme, sarà divertente. Le suore sono divertenti. Per qualcuno che ha frequentato le scuole cattoliche, è un buon modo per prendersi una piccola rivincita e prenderle anche un po’ in giro. Perché chi ha frequentato una scuola cattolica sa bene quanto sia difficile credere che anche le suore abbiano senso dell’umorismo. Ma Deloris è un pesce fuor d’acqua, anzi: una balena fuor d’acqua, visto che ha una personalità tanto ingombrante e difficile. Penso che il suo sforzo di essere una persona differente da chi è per potersi salvare la vita sia una sfida tanto per sè stessa quanto per chi le sta accanto. La Madre Superiore è l’unica ad avere una visione diretta di ciò che succede e di come le suore dovrebbero comportarsi, per questo si scontra con Deloris e perfino con le proprie sorelle perché all’improvviso si trova a dover prendere posizione e ad essere inflessibile. Non mi sorprende che il film abbia avuto questo tipo di impatto sulle persone perché, suore o non suore, tutti quanti cerchiamo la stessa cosa, cerchiamo un posto in cui poterci inserire, dove poter trovare il nostro ruolo ed il nostro equilibrio. Non mi sorprende che se ne sia voluto trarre uno spettacolo e poi un musical, è stata un’evoluzione del tutto naturale. In fondo era già un musical (uno brutto, perché io non ho mai saputo cantare!) Ultimamente un po’ dei miei film si stanno trasformando in musical: Il Colore Viola, Ghost….forse sono stata io ad avere un certo impatto!

I film che lei ha appena citato, Ghost e Il Colore Viola, sono diventati dei musical. Come mai lei ha scelto di impegnarsi in prima persona, come produttrice, solo con Sister Act e non con gli altri? Qual’è stata la molla che l’ha fatta scegliere questo spettacolo piuttosto che gli altri?
Nessuno me lo ha chiesto! Joop Van der Ende si è presentato da me due anni dopo il primo workshop, che non aveva funzionato. Mi ha detto “Vorrei chiederle se le potrebbe interessare aiutarci con Sistet Act”. Ho risposto “Ne è sicuro?” Avevo detto ai precedenti produttori: “Se vi serve aiuto, io sono disponibile”, ma nessuno mi ha mai cercata. Quindi ecco perché sono qui per Sister Act e non per Ghost.

Le posso assicurare, avendo una zia suora, che lei è diventata l’idolo di molte religiose e vorrei chiederle se ha avuto riscontri di qualche tipo provenienti da quel mondo.
La cosa più strana che è successa con Sister Act è stata che vere suore, la chiesa cattolica ed anche altre chiese di altri culti che hanno a che vedere con musica sacra, hanno tutti preso la musica del film e ne hanno tratto degli inni, dei canti per la loro chiesa. Io mi sono aspettata per anni di essere colpita da un fulmine, dopo aver fatto il film. Ma che si creda in Dio o no non è nemmeno importante, ad esserlo è l’idea che queste donne abbiano creduto di poter fare la differenza e cambiare il mondo con il loro amore. E adesso capita di vedere tanti, tanti – posso dire pingini? – fra il pubblico in sala. Eserciti di pinguini. il musical celebra le suore e la loro sorellanza, di cui raramente si parla.

Donne che cambiano: lei è diventata produttrice, sta cerando di incidere nella produzione televisiva e teatrale. E’ possibile?
E’ possibile. Io ho fatto molti cambiamenti nel corso della mia carriera, di solito perchè ci sono stata costretta. Ad Hollywood si tende a calcolare l’età di attori e (soprattutto) attrici secondo parametri canini (un anno vale 7 n.d.r.). Serve un po’ di tempo e di introspezione per sapere quando è arrivato il momento di cambiare e cercare di fare qualcosa di diverso dal solito per poter rimanere attivi, per poter in gioco. Non so se siano considerabili come dei miglioramenti alcuni dei cambiamenti che ho fatto io nel corso della mia carriera, ma questa che sto facendo adesso è una gran cosa, mi piace e ne vado fiera.

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Ho letto che Barak Obama ha visto il musical a Broadway e che gli è piaciuto. E’ vero? La policy della Stage è di tradurre gli spettacoli nella lingua del Paese in cui li esporta; è una cosa interessante ma implica anche grandi cambiamenti. Lei come se lo immagina Sister Act in Italiano?
Una delle ragioni per le quali sono qui oggi è che ci tenevo a vedere una giovane donna nera cantare in italiano! Quando vediamo l’Italia in televisione, nelle pubblicità e nei film…non si vedono mai persone nere. Perciò ci tenevo a vedere il rarissimo esemplare che avete qui a fare il mio show! Obama ha visto solo la seconda parte dello spettacolo nel periodo in cui raccoglieva fondi in giro per gli States. Credo gli sia piaciuto per la stessa ragione per la quale piace a tutti gli altri. Quando inizia si pensa che sia tutto come nel film. Beh, non lo è. Non lo è affatto. Non c’è la stessa musica, la protagonista è molto più giovane ed è molto più divertente. Non appena le persone se ne fanno una ragione, si mettono comodi, si rilassano e si godono lo spettacolo. Lo può vedere chiunque, si possono portare le bisnonne e i bambini, è universale e diverte tutti.

Noi in Italia abbiamo il cinema doppiato. Ha mai sentito la sua voce in italiano e cosa ne pensa? Quando da ragazza andava al cinema ed a teatro cosa la faceva più, sognare il cinema o il teatro? Cosa vuole fare da grande?
Vorrei semplicemente diventare grande! Sì ho sentito la mia voce in italiano e mi è quasi sembrato di essere proprio io a parlare italiano. Hanno scelto una persona con la voce abbastanza bassa e profonda da sembrare la mia. Per fortuna! Sarebbe terribile se mi avessero messo una vocina stridula… Era la televisione a farmi emozionare e sognare maggiormente. Quand’ero bambina esistevano solo tre canali televisivi e la sera tardi si potevano vedere i film degli anni ’30 e ’40, si potevano ammirare Betty Davies, Jean Harlow, John Garfield e l’idea che queste persone potessero apparire sempre totalmente differenti in ogni film mi è sembrata una cosa bellissima…poter essere chiunque. Quando sono stata abbastanza grande per poter andare a teatro, il primo spettacolo che ho visto è stato The Great White Hope con James Earl Jones. La performance è stata talmente spettacolare da farmi cascare la mascella. E poi quando ho cominciato ad andare al cinema volevo essere Elvis!

Una giovane attrice americana di origini dominicane ha dichiarato che se non avesse il colore di pelle che ha avrebbe avuto maggiori possibilità di sfondare nel mondo dello spettacolo. Lei ha riscontrto gli stessi problemi all’inizio della sua carriera?
Sono tanto fortunata da avere a casa ogni tipo di premio e riconoscimento possibile. Perciò no, non ci sono stati grandi ostacoli; però sì ci sono stati un sacco di fastidi. Comunque, per quel che mi riguarda, essere nera non è invalidante ad Hollywood quanto l’essere vecchia. Suona folle ma è la verità, condivisa da molte donne.

Ha detto che essere nera non è brutto quanto essere vecchia nel mondo di Hollywood. Lei ha più o meno la stessa età di altre attrici e performer come Cher, Meryl Streep, Bette Midler, Goldie Hawn… e nessuna di loro lavora tanto come una volta. Lei sta riscontrando problemi a lavorare? Non le propongono più tante sceneggiature quanto facevano anni fa?
Beh, personalmente non ho problemi a lavorare perché attualmente lavoro tanto in televisione. Ed è lì che si ritrovano tanti bravi attori di una certa età. Non si è più snelli come una volta, no si è più sexy come si era da giovani. Eppure il pubblico televisivo adora guardare Damages con Glenn Close, una delle più grandi attrici in assoluto, o Harry’s Law con Kathy Bates. All’inizio della mia carriera, l’idea di lavorare in televisione sembrava spaventare a morte gli attori. Ma io amavo la televisione, perché sono cresciuta guardandola. Sono entrata a far parte del cast di Star Trek all’apice della mia carriera, ero una grande star all’epoca, ed ho lavorato saltuariamente alla serie per sette anni. Se vuoi fare l’attore devi trovare un ingaggio e poter lavorare a tutti i livelli. Io sono fortunata, posso lavorare al cinema, in televisione, a teatro, anche andare a fare spettacoli nei casinò. La questione dell’età è davvero terribile perché l’età porta esperienza. Se facessero il remake di Via col Vento con dei ragazzini di 7 anni, non avrebbero alcuna storia alle proprie spalle, non le potrebbero nemmeno comprendere. Per esempio, c’è un romanzo bellissimo: La Vita Segreta delle Api. Le protagoniste sono tutte nere di età comprese fra i quaranta ed i settant’anni. Ogni attrice nera degli States avrebbe voluto fare un’audizione per il film. Ma quando hanno fatto il film, non c’era nessuno nel cast sopra i 38 anni. E questa è la ragione per la quale il film non ha avuto successo. Quando leggi il libro, credi alle esperienze fatte dalle protagoniste, ma quando guardi il film pensi “ma che cavolo…?!?” Bisognerebbe smettere di cercare di attirare il pubblico con la ‘hottest, fastest, newest” sensazione del momento, ma insegnare al pubblico a riscoprire l’arte. Ci potrebbe volere un po’ di tempo per ritrovare un’integrità artistica, ma potrebbe succedere. Mi viene proposta qualche sceneggiatura, ma sono pigra. Ho un lavoro quotidiano in televisione e non avrei tempo per fare entrambe le cose, non riuscirei a farle bene entrambe. Nelle pause, magari potrei, ma il mio ultimo film non è piaciuto a nessuno, quindi magari non ne farò un altro tanto presto.