Home Curiosità Cinema e cibo: i dieci migliori film da “gustare”

Cinema e cibo: i dieci migliori film da “gustare”

Amato, celebrato, dileggiato, processato: il cinema ha un antico rapporto con l’enogastronomia e ne ha scandagliato pressoché ogni sfumatura. Ecco dieci titoli da non perdere.

pubblicato 9 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 08:44

Cinema e cibo, una storia d’amore (e d’odio) antica quanto la settima arte stessa: Charlie Chaplin mise in scena la fame del proletariato urbano in Vita da cani, Alberto Sordi rese immortali gli spaghetti (“Maccarone, m’hai provocato…”) in Un americano a Roma, Sean Penn fece del cibo l’ultima ossessione del protagonista Into The Wild. Per non parlare di Pasolini ne La ricotta

Il cibo (e il vino) come argomenti onnipresenti nel cinema, degni di dialoghi indimenticabili come in Pulp Fiction o medium per eccitanti strip tease come in 9 settimane e mezzo: oggi vi proponiamo una top ten su alcuni film in cui l’enogastronomia è il fulcro del soggetto, la causa scatenante di un dramma, l’obiettivo di una vita o un nemico da abbattere. Bon appetit!

La cuoca del presidente

Diretto nel 2012 da Christian Vincent, vede protagonista Catherine Frot nei panni della superba cuoca Hortense, chiamata a soddisfare i palati esigenti dell’Eliseo. Film gradevole, dalla sottile vena polemica, che contrappone i sani gusti e principi della campagna contrapposta ai viziati palati della città e della politica.

Ratatouille

Impossibile non citare Ratatouille, film d’animazione del 2007, con tanto di roditore d’oltralpe che aiuta l’imbranato sguattero di turno a farsi largo tra gli spocchiosi chef di Parigi. Sono lontani i tempi in cui Lilli e il vagabondo dividevano un piatto di spaghetti in un vicolo lercio…

Come l’acqua per il cioccolato

Passiamo agli anni ’90 con un film diretto da Alfonso Arau e tratto dall’omonimo romanzo di Laura Esquivel: colorito, brioso, piccante, surreale, insomma ottimi ingredienti per un’opera che parla di cibo anelando al sesso e alla passione.

Super Size Me

Critica, ma non gastronomica, su una delle società accusate di crimini contro la nostra glicemia: Super Size Me, diretto e interpretato dall’aspirante “suicida” Morgan Spurlock che per un mese si nutre solo dei maxi menù della più nota catena di fast food al mondo. Educativo e sconvolgente.

Il pranzo di Babette

Oscar come Miglior film Straniero, per un film grazioso e malinconico tratto da un racconto di Karen Blixen. Il pranzo di Babette racconta il cibo come forma d’arte e massima espressione della vita della protagonista. Delicato, ma con un retrogusto persistente.

Chef

Commedia d’oltralpe di Daniel Cohen che prende in giro il mondo dei grandi chef, ormai da anni sempre più star televisive e alchimisti esoterici e sempre meno cuochi. Sceneggiatura dall’impasto semplice, con Jean Renò che ricorda pericolosamente il nostro Vissani, mentre Michaël Youn sembra il riuscito erede del già citato topastro di Ratatouille.

Camerieri

Torniamo alla metà degli anni ’90 con Camerieri, tragicommedia corale diretta da Leone Pompucci con Paolo Villaggio e Diego Abatantuono protagonisti di una velenosa guerra intestina che ci racconta il “dietro le quinte” che tante volte abbiamo sospettato e che mai vorremmo vedere…

Un’ottima annata

Russell Crowe perfettamente a suo agio in un film di un inedito Ridley Scott che idealizza il bon vivre e la campagna come ultimo rifugio dalle nevrosi della vita contemporanea. Buon vino, cene d’altri tempi, una villa nella campagna francese e ottima compagnia. E il pranzo è servito.

Soul Kitchen

Fatih Akin dirige un film furbescamente “fusion” con protagonista un greco ad Amburgo che sembra una rockstar ma invece è un ristoratore. Una bella commedia, un percorso di crescita a suon di buona musica e di ricette multietniche.

La grande abbuffata

Scontato certo, ma a chi affidare lo scettro se non al capolavoro di Ferreri del ’73? Tognazzi, Mastroianni, Noiret, Piccoli: un poker di gaudenti autodistruttivi, protagonisti di una “cena trimalchionis” che dal luculliano sfocia nell’allucinazione. Sempre sopra le righe ma mai volgare, sostanzioso fino all’eccesso ma non indigesto. Da ri-vedere.