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Ottobre al cinema: TOP e FLOP secondo Cineblog

Gravity e La vita di Adele sono le scelte di Cineblog per questi ultimi trentun giorni. Due film osannati in maniera pressoché unanime, disponibili nelle nostre sale rispettivamente da inizio e fine ottobre. Ecco i TOP e FLOP di questo mese

pubblicato 31 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 08:02

Torna, dopo una pausa estiva prolungata, il nostro consueto appuntamento di fine/inizio mese inerente a quanto avvenuto nelle sale nei trenta giorni precedenti. Più che una cronaca, dei pareri sulle pellicole che abbiamo più apprezzato o meno apprezzato. Ciascuno dei redattori di Cineblog ha detto la sua anche stavolta. Buona lettura!

Antonio

  • TOP: Gravity – vedete, quando tocca parlare di Gravity non ci si può far prendere dai giudizi di pancia. Un amico, subito dopo la proiezione a cui aveva assistito, mi chiamò per essere “confortato” poiché la freddezza di questo film lo aveva lasciato talmente indifferente da sentirsi quasi in colpa alla luce di come gliene avevo parlato. Non ho avuto bisogno di farmi spiegare le sue ragioni, che ho capito senza stare lì a discutere. Il punto è che quello di Cuarón è un film spartiacque per un settore da tempo imbrigliato all’interno di certe logiche che eppure continua a difendere strenuamente, pure in assenza di logica. Il regista messicano ci dice che c’è dell’altro, che la tecnologia non sempre è nemica e che d’ora in avanti, se si vuole operare in ambiti analoghi a quelli di Gravity, di quest’ultimo non si potrà più fare a meno di tener conto.
  • FLOP: Two Mothers – confermo quanto scritto in sede di recensione, alla quale rimando. Spiace per Naomi Watts (decisamente sfortunato il “suo” ottobre, se consideriamo anche Diana) ma pure per Robin Wright.

cut-tv’s

  • TOP: La vita di Adele – folgorante come le emozioni che non controlli, travolgente come il profumo caldo, profondo e reale della vita, che scorre nonostante tutto e tutti, oltre il corpo, dentro i sensi, proteso all’amore.
  • Il Gattopardo – il cinema ritrovato. Niente flop per me questo mese, ma due TOP. In questo caso un affresco senza tempo delle contraddizioni dell’Italia e della natura umana, il capolavoro di Visconti, recuperato e restaurato per una prima visione sul grande schermo, con mezzo secolo di esperienza e storia sulle spalle.

Gabriele

  • TOP: La vita di Adele – quante volte devo esprimermi su ‘sto film? Sinceramente: mai abbastanza. Perché sono fermamente convinto della sua bellezza e della sua importanza sotto molteplici punti di vista: in primis quello di rimettere in gioco il ruolo attivo dello spettatore. Quando vuole, Kechiche è il migliore. Ah, se ne riparleremo…
  • FLOP: Il Quinto Potere – ho saltato le schifezze a priori (Diana, Two Mothers, Aspirante vedovo), quindi vado con il “flop rispetto alla premessa”: quella di descrivere un mondo in bilico ambiguo tra informazione, disinformazione, nuovi media e democrazia. Ma già l’estetica 2.0 – non proprio sopraffina – fa capire molte cose.

Pietro

  • TOP: Cose nostre Malavita – Luc Besson con la supervisione di Martin Scorsese si diverte a parodiare, ma sempre con il dovuto “rispetto”, classici come “Quei bravi ragazzi” e “I Soprano”. Si ride di gusto e la violenza viene puntualmente smorzata con ironici toni da black-comedy. Robert De Niro gigioneggia sornione e seppellisce, pardon mette in ombra l’intero cast.
  • FLOP: Aspirante vedovo – una sfida persa in partenza nonostante la bravura di Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto, il paragone insostenibile con i protagonisti dell’originale, due mostri sacri come Alberto Sordi e Franca Valeri, pone fine a tutto nella prima mezz’ora di film. Come accaduto con i terribili “I mostri oggi” e “Amici miei – come tutto ebbe inizio” ci sono classici che non vanno toccati e “Il vedovo” di Dino Risi è uno di questi.

Andrea

  • TOP: Gravity – ok, il film racconta assai poco e il 3D non era poi così sconvolgente come era stato preannunciato (a parte una fantastica tempesta di detriti). Però Cuaròn ha avuto il merito di farci tornare, anche solo per un’ora e mezza, al cinema “spaziale” degli anni ‘60’ e ’70, quando il pubblico tollerava i silenzi (e i ritmi) siderali della narrazione e sapeva godere di una tensione che nasceva dal nulla. Non un capolavoro da Oscar, ma un’ottima sfida (vinta) in tempi di fantascienza roboante e senza ambizioni narrative. La bravura della Bullock è il prezioso collante di un’operazione ammirevole e senza troppe dietrologie.
  • FLOP: Il cacciatore di donne – dopo anni di killer seriali (veri o fittizi) qualcuno ha sentito la necessità di raccontare al cinema anche le gesta di Robert Hansen, assassino di giovani donne in Alaska negli anni ’80. Ma il dovere morale nei confronti delle vittime dimenticate soccombe di fronte all’esito finale: un thrillerino di stampo televisivo, con il solito Cage corrucciato e un John Cusak macchietta di se stesso, accompagnato da una regia fastidiosa con quella telecamera a mano senza un vero perché. Si salva la Hudgens nel ruolo della giovane prostituta incasinata e, naturalmente, i suggestivi paesaggi. Tremenda la scelta di accompagnare con una canzone il triste elenco delle vittime sui titoli di coda.

Federico

  • TOP: Gravity/La vita di Adele – due esperienze cinematografiche tanto differenti quanto strabilianti. Spaziale la prima, introspettiva la seconda. Quel che ha fatto Cuaron è di fatto già Storia, ma come non emozionarsi dinanzi al capolavoro di Kechiche, riuscito nell’impresa di trasformare tutti noi in Adele. Vedendo con i suoi occhi, soffrendo come lei, amando come lei, gemendo come lei. Due film straordinari in meno di un mese. Ottobre è stato un mese fortunato.
  • FLOP: Diana – prendere la storia e il ricordo della Principessa più amata dell’ultimo trentennio, un’icona per un intero popolo, e trasformarla in un banale, grottesco e quasi umiliante cineromanzo rosa. Dispiace per Naomi Watts, solo un anno fa ‘resuscitata’ grazie a The Impossible, ma questo film poteva e doveva rifiutarlo. Soprattutto dopo aver letto e digerito l’agghiacciante sceneggiatura.