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Prisoners: Recensione in Anteprima

Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard, Melissa Leo e Paul Dano. Questi i protagonisti del thriller Prisoners, autentica sorpresa di stagione

pubblicato 30 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:59

Regista canadese, 3 anni fa candidato agli Oscar nella categoria miglior film straniero con lo splendido La donna che canta, Denis Villeneuve si è finalmente fatto conoscere ad Hollywood grazie ad uno di quei rari thriller di elevata qualità che aihnoi latitano solitamente tra le colline losangeline. Perché Prisoners, sceneggiato da Aaron Guzikowski ed interpretato da un cast di attori di grido, vedi Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard, Melissa Leo e Paul Dano, è un titolo per certi versi sorprendente, nell’uso che fa della storia trattata, nelle potenti interpretazioni dei suoi attori, nei loro volti distrutti dal dolore, nella magnifica fotografia di una leggenda come Roger Deakins e nella regia elegante, tesa e potente di Villeneuve, tanto da far ‘volare’ via i 150 minuti di durata.

Il soggetto, come detto, non è certamente tra i più originali. Due bambine spariscono nel nulla. Sono state rapite. Ma da chi? E perché? Tratti flebili per poi lasciarsi andare ad una trama ad incastri, mai banale e spesso sorprendente, tra colpi di scena e un’evoluzione dell’animo dei protagonisti che in pochi minuti prende piede. Perché nella fredda, inquietante e piovosa Georgia ripresa da Villeneuve vivono due famiglie con sani principi e figli accuratamente ben educati. Padri e madri fortemente credenti, costretti a convivere con la peggiore delle notizie: il rapimento di due bambine. Le proprie bambine. E qui tutto cambia. Perché tra le certezze della Fede si fa strada l’odio, la sete di vendetta, la voglia di scoprire la verità, il sogno di farsi giustizia. Il male, sempre accuratamente lasciato fuori dalle case di queste due famiglie, ha sfondato la porta d’ingresso per incunearsi direttamente ‘dentro’ i suoi proprietari.

Di fronte a delle forze dell’ordine che sembrano brancolare nel buio, con uno Jake Gyllenhaal unico agente realmente impegnato a trovare le bambine e l’inevitabile rapitore, un disperato e rabbioso Hugh Jackman si ritrova a ‘dover’ prendere in mano la situazione. Perché più i giorni passano e più le speranze di ritrovare sua figlia viva si affievoliscono. C’è un colpevole. Viene trovato quasi subito, ma mancano le prove. Il ragazzo sembra avere un alibi. Non può essere stato lui. Tutti gli credono tranne uno. Il padre di famiglia che non può tollerare ciò che appare sempre più chiaro: la scomparsa di una bimba e la mancanza di un vero colpevole.

Ed è qui, tra indizi disseminati, cacce al topo e un mistero che non sembra volersi svelare, che Prisoners stupisce. Perché se lo script di Guzikowski si perde nella banalizzazione dei personaggi chiave, vedi il detective ligio al dovere, i genitori che perdono la testa e una madre opprimente dai tratti quasi hitchcockiani, la sua costruzione inciampa raramente nella spiacevole sensazione di ‘già visto’, per non dire nel ‘ridicolo’. Anzi. A Guzikowski va dato il merito di aver costruito uno script che non ha fretta di svelarsi, tanto da prendersi tutto il tempo necessario per seminare e raccogliere, evitando persino la fastidiosa ‘assoluzione’ finale grazie ad un’ultima parte che non ha salvatori ne’ vincitori, ma solo e soltanto colpevoli, prigionieri dei propri terribili peccati ed errori.

Villeneuve, questo va sottolineato, ci mette del suo grazie ad una regia ansiogena, spesso spaventosa, cupa, rigorosa nello stile, attenta ai particolari, mai legata ad eccessivi cliché del genere e felicemente aiutata dai colori freddi, glaciali e nel finale liberatorio quasi accecanti di Deakins, nominato per ben 9 volte al premio Oscar, mai uscito vincitore, fedele collaboratore dei fratelli Coen e qui ancora una volta superbo Direttore della Fotografia. In questo gioco ad incastri di elevata qualità cinematografica non poteva mancare una squadra di attori di primo livello. Tolti gli artigli di Wolverine e dimenticato lo splendido Jean Valjean di Les Miserables, Hugh Jackman conferma ancora una volta tutta la propria forza interpretativa, indossando i panni di un uomo disperato e a cui è crollato il mondo addosso, furente e incapace di trattenere quella calma apparente che per una vita gli era stata al fianco. Ancor più complesso, probabilmente, il ruolo del detective affidato a Jake Gyllenhaal, esausto dalle ricerche, da sempre vincente nel suo lavoro eppure bloccato all’interno di un labirinto da cui sembra non saper uscire, mentre appaiono quasi irriconoscibili un inquietante Paul Dano, giovane accusato del rapimento delle due bambine, e una criptica e apparentemente saggia anziana Melissa Leo. Spiace sottolineare la poca rilevanza data a Viola Davis, Maria Bello e Terrence Howard, letteralmente sopraffatti dalla coppia Jackman/Gyllenhaal, su cui il film poggia la propria straordinaria forza.

Voi cosa fareste se rapissero vostra figlia? Cosa fareste per ritrovarla? E soprattutto come vi comportereste nei confronti di quella persona che in cuor vostro considerate colpevole? Quesiti semplici ma al tempo stesso complessi, qui sviscerati in 150 minuti di pura tensione, presentati da un Padre Nostro, accompagnati da continui rimandi religiosi e salutati con l’apparente silenzio di una fredda notte georgiana, dopo due ore e mezza passate a bordo di un ottovolante morale riuscito nell’impresa di sgretolare la Fede in Dio dei suoi protagonisti, trasformando la loro anima in qualcosa di mostruoso, perché costellata da macchie inedite e probabilmente indelebili. Macchie tipicamente americane, visto l’abuso della forza perpetrato negli ultimi anni nei confronti di chi veniva considerato ‘il nemico’, neanche più ‘persona’ e per questo libero di essere torturato, pur di estorcergli informazioni di qualsiasi tipo. Dando automaticamente sempre più forza e autenticità alla giustizia-fai-da-te che sfocia spesso e volentieri nel più bieco vicolo del ‘disumano’. Villeneuve, 45 anni all’anagrafe, è così riuscito a debuttare nel migliore dei modi in quel labirinto di passioni, occasioni, inciampi e raro coraggio che si chiama Hollywood, dando vita a quello che potremmo probabilmente definire uno dei migliori thriller dell’ultimo lustro cinematografico.

Voto di Federico: 8
Voto di Gabriele: 8

Prisoners (thriller, Usa, 2013) di Denis Villeneuve; con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard, Melissa Leo, Paul Dano, David Dsasrmalchian – uscita giovedì 7 novembre 2013qui il trailer in italiano