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Prisoners: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Un’occhiata alle recensioni del film “Prisoners” di Denis Villeneuve con Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal

di carla
pubblicato 11 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:37

L’altro giorno ho visto Prisoners, film uscito il 7 novembre scorso, l’ho trovato molto bello (e molto triste). Dopo aver letto la nostra recensione, oggi vi proponiamo le critiche dei giornalisti Americani e Italiani. Devo dire che è stato accolto molto bene, su Rotten ha, mentre scrivo, l’81% delle recensioni positive. Voi l’avete visto? Vi è piaciuto? La pellicola, diretta da Denis Villeneuve, vede nel cast Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard, Melissa Leo, Paul Dano e Dylan Minnette.

Jocelyn Noveck – Associated Press: In mani con meno talento, la storia poteva scadere nel lacrimevole.

Christopher Orr – The Atlantic: il lavoro fatto qui da Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, e soprattutto da Villeneuve è semplicemente troppo potente per essere ignorato.

Claudia Puig – USA Today: La trama solleva complesse questioni morali su quanto una persona angosciata possa fare per l’amore di un bambino. Allo stesso tempo, si configura come un intricato mistero terrificante.

Chris Vognar – Dallas Morning News: Un thriller stupendo ma manipolatore che vuole riflettere su grandi domande e invia un brivido lungo la schiena.

Ian Buckwalter – NPR: Un lavoro di impressionante maestria che si snoda facendoci pensare troppo a come è stato modellato piuttosto a quello che ha da dire.

James Berardinelli – ReelViews: La sceneggiatura è intelligente, l’esecuzione è impeccabile.

Richard Roeper – Chicago Sun-Times: Uno dei thriller più intensi degli ultimi anni. La migliore performance della carriera di Hugh Jackman.

Peter Hartlaub – San Francisco Chronicle: Anche quando il pubblico inizia a mettere in discussione i salti logici, le prestazioni e le immagini restano di prim’ordine. E le scene finali sono tutt’altro che una scappatoia.

Joe Neumaier – New York Daily News: E’ facile fare un thriller. E’ difficile fare un thriller che dice qualcosa sulla natura umana.

AO Scott – New York Times: Assorbe e controlla la vostra attenzione con sicurezza.

David Hiltbrand – Philadelphia Inquirer: Un thriller psicologico devastante.

Ann Hornaday – Washington Post: Un esercizio di genere, ma è un genere che si basa su un ragionamento capzioso e promiscuo, con sofferenza pseudo-sacrificale.

Peter Travers – Rolling Stone: Il lavoro del regista Denis Villeneuve è un film di impatto sorprendente.

Betsy Sharkey – Los Angeles Times: Hugh Jackman ci regala la prestazione della sua carriera.

Peter Howell – Toronto Star: il film si srotola con la furtività di un serpente, e colpisce altrettanto improvvisamente.

Andrea Grönvall – Chicago Reader: un thriller squisitamente calibrato.

Charlie McCollum – San Jose Mercury News: è una potente pellicola avvincente che trascende i limiti normali del suo genere e vale il vostro investimento di tempo e di attenzione.

Rex Reed – New York Observer: Quando si tratta di thriller, “Prisoners” è il must-see dell’anno.

David Denby – New Yorker: Un cupo thriller nello stile di “Mystic River” e “Zodiac”.

William Goss – Film.com: Il film di Denis Villeneuve richiede e premia la tua attenzione in egual misura.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Villeneuve orchestra un thriller da non perdere dove tutto il cast (Melissa Leo, Maria Bello, Paul Dano, Viola Davis) obbedisce all’emotiva riuscita di un film che fa pensare ai classici della paura, da M a Zodiac.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: In Usa sono in molti a reputare che gli intensi Jackman e Gyllenhall potrebbero finire nella cinquina degli attori alla prossima tornata degli Oscar. Sulla validità della loro interpretazione concordiamo, ma del film siamo meno convinti: il canadese Denis Villeneuve indugia troppo nelle note cupe del melò (notevole la plumbea fotografia di Richard Deakins) senza mai pervenire a un confronto drammaturgicamente convincente dei personaggi; e il plot giallo vero e proprio non è costruito con sufficiente perizia, tanto che lo spettatore aduso al genere non manca di capire l’arcano assai prima dei protagonisti.

Francesco Alò – Il Messaggero: Pellicola spettacolare e mai banale che offre a Jackman il ruolo più intenso di una carriera prigioniera del supereroe Wolverine. Thriller per adulti. Finalmente.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Una pellicola coraggiosa e inusuale, ottimamente interpretata e diretta (…) Un thriller intenso, cupo, disturbante e non banale, che gioca a rimpiattino con la nostra coscienza.

Roberto Nepoti – la Repubblica: L’atmosfera, malata e perturbante, ti coinvolge procurandoti un senso di malessere. Bella la fotografia in toni omogenei di Roger Deakins; intense le interpretazioni di Jackman, il padre, e Gyllenhaal, il poliziotto depressivo, entrambi in odore di candidatura agli Oscar. Però mette a disagio il personaggio di Keller, padre straziato con cui solidarizzare e, insieme, uomo violento e cripto-fascista: con ogni probabilità l’incarnazione più esemplare dell’attuale paranoia americana vista su uno schermo.