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Torino 2013: tutti i voti ai film e considerazioni finali

Torino Film Festival 2013: dopo la cerimonia di premiazione di ieri, che ha incoronato il messicano Club Sandwich, Cineblog tira le fila della rassegna. Con i voti a tutti i film visti e le considerazioni finali.

pubblicato 1 Dicembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:44

I dati ufficiali del 31. Torino Film Festival li sapremo domani, ma già si parla di un vero trionfo di pubblico, che possiamo confermare viste le sale sempre piene. Nonostante i problemi, la gente continua ad amare Torino e non l’abbandona. Anzi, la fa crescere di anno in anno, e quest’anno Paolo Virzì ha voluto imprimere una sua firma sulla struttura apportando qualche modifica e aggiunta pop (Europop, Big Bang TV, lo streaming gratuito di alcuni titoli) per avvicinare ancora di più le persone alla rassegna e diversificare l’offerta il più possibile.

Risultato? Anche senza i dati, una vittoria. Il 31. TFF aveva forse il concorso più stimolante degli ultimi anni, in un programma con qualità sparsa ovunque in tutte le sezioni. Ed ha pure avuto la fortuna di chiudere con un palmares bello e sensato. Cosa vuoi chiedere di più? Mi piace infine, prima di passare a rileggere i film in rassegna, segnalare ancora che il Mouse d’oro assegnato dalla critica online al miglior film è andato al vincitore coronato dalla giuria capitanata da Guillermo Arriaga, Club Sandwich. Il Mouse d’argento (miglior film delle altre sezioni) è invece andato a Frances Ha (il mio titolo preferito in assoluto), che ha battuto per un soffio Inside Llewyn Davis dei Coen.

Non credo di aver mai visto un concorso torinese così: mai meno che interessante ed eterogeneo. Il nostro preferito è proprio Club Sandwich: è la conferma del talento di Eimbcke, che regala un toccante e disarmante rapporto madre-figlio, ricco di humour e dettagli preziosi. Secondo in classifica Blue Ruin, dimenticato un po’ da tutti (per lui niente premi e critici italiani meno convinti rispetto a quelli del resto del mondo…). Si tratta di un indie americano di genere che sa usare i topoi del revenge movie, prova a sovvertirli, e si dimostra decisamente inventivo.

Il terzo posto nella nostra “Top 5” va a Pelo Malo, coming-of-age ambientato nella periferia di Caracas. Rapporto tra madre e figlio – assai più doloroso e triste di quella di Club Sandwich – in una città cattiva che imprigiona sentimenti, rapporti e gender. Samantha Castillo, la madre, ha vinto il premio per la miglior attrice. Quarto posto per il canadese Le démantèlement, storia di un uomo che dopo 40 anni si vede costretto a vendere casa e fattoria per aiutare le figlie. Storia dolorosa che fa un po’ fatica a ingranare, poi coinvolge sempre più e commuove davvero. Gabriel Arcand ha vinto come miglior attore.

Buona la selezione francese. Il nostro preferito forse è 2 automnes 3 hivers (premio della giuria), fresco, energico e affettuoso ritratto di una generazione filtrata attraverso giochi stilistici à la Nouvelle Vague. La bataille de Solférino (che col precedente ha in comune l’attore protagonista, Vincent Macaigne), uno dei 10 film dell’anno secondo i Cahiers, è un’opera strana: la prima parte da “guerrilla cinema” mi è sembrata una bomba, meno la seconda, dove chiacchiere e isteria possono irritare. Avercene, comunque. Vandal doveva essere il film che avrebbe spazzato via tutto il concorso (è stato l’ultimo, tra l’altro): è invece solo un discreto racconto di formazione e presa di coscienza sociale, imperfetto nella narrazione ma con idee di regia notevoli.

Meno riuscita la selezione orientale. Non è che faccia salti di gioia per un film come A Woman and War, opera prima di un pupillo di Wakamatsu odiata da tutti, ma credo valga la pena difenderlo. Perché nel suo essere così sconvolgente, “rozzo” e terribile ha un suo senso e un suo perché. Mi sembra anche più interessante degli altri due orientali in competizione, lo sgangherato Red Family scritto e prodotto da Kim Ki-duk e l’acerba docufiction dallo stile rarefatto e sognante Karaoke Girl.

Non male invece la selezione italiana, con La mafia uccide solo d’estate riuscita opera prima di Pif e il curioso Il treno va a mosca, montaggio di home movies degli anni 50 sull’utopia e la disillusione del comunismo. Finiamo con gli interessanti ma imperfetti La Plaga, altro ibrido tra fiction e documentario, con sguardo umano sulla marginalità della periferia di Barcellona, e l’indie americano C.O.G., che parte molto bene nel narrare il percorso del suo protagonista, poi resta come un po’ ingolfato nelle sue tematiche e dà l’impressione di girare a vuoto.

Aperto da due film che non è che mi abbiano proprio fatto impazzire (Last Vegas e Grand Piano), il TFF si è però confermato quel gran contenitore in cui puoi trovare davvero di tutto. Si veda non solo Festa Mobile, che è la sezione che contiene alcuni fra i film più importanti o discussi dell’annata, ma anche Onde (la sezione più radicale e sperimentale) e After Hours (la nuova sezione dei film più folli e “di mezzanotte”). Così si possono trovare accostati nella stessa giornata Historia de la meva mort di Serra, Computer Chess e Non dico altro con Gandolfini. Una formula vincente che permette ai cinefili incalliti che saltano anche i pasti per tuffarsi in sala di alternare radicalità degli autori e intrattenimento del buon prodotto.

I film che ho amato di più fuori dal concorso ufficiale sono tanti. Ne elenco qualcuno, in una specie di “disordinato” ordine di preferenza. Frances Ha è il miglior film di Noah Baumbach, che trova un equilibrio tra la sua natura indie e le molteplici influenze europee, Nouvelle Vague su tutte. A proposito di Davis (sì, il titolo italiano di Inside Llewyn Davis…) è puro cinema dei Coen, con una variante: rischia pure di essere a suo modo toccante. L’Image Manquante, il documentario con i pupazzetti d’argilla rappresentante della Cambogia agli Oscar 2014, è già uno dei titoli fondamentali dell’anno.

Ancora. Stop the pounding heart non è certo un film per tutti visti i suoi ritmi lenti, ma è uno sguardo laico e vivo sull’innocenza di un posto che ci sembra uscito da un’altra epoca (il Texas rurale in cui vivono famiglie ultra-cattoliche). Il nostro Roberto Minervini è già un autore. Ida di Pawel Pawlikowski è puro cinema, con un’estetica da brividi (4:3, bianco e nero, stile rigoroso) che sa mettere in scena le sue idee sulla femminilità, sulla fede e sull’ideologia. Canìbal di Manuel Martín Cuenca ha tocchi di Claire Denis nella trama e tocchi del Pablo Larrain di Post Mortem nello stile, ed è una sorpresa (ancora cinema non per tutti, certo).

Prince Avalanche è il film che ci riporta finalmente indietro David Gordon Green; Only Lovers Left Alive è l’affascinante notturno già cult di Jarmusch; All is lost è la seconda sfida vinta da J.C. Chandor e il ritorno di Robert Redford; Computer Chess è la follia di Andrew Bujalski, lentissimo mockumentary all’inizio e poi sempre più delirante nerd-gasmo; Big Bad Wolves, il film dell’anno di Tarantino, è un giocoso, nerissimo revenge movie con tanto stile e più di una botta crudele. Date una chance a tutti questi film, e sono sicuro troverete qualcosa da conservare di questo (ricco) 2013 cinematografico, così ben rappresentato a Torino in tutte le sue sfumature.

Di seguito tutti i voti ai film della rassegna visti da Cineblog (in blu quelli recensiti). Vi ricordo per finire che qui potete rileggere il mio diario giornaliero dal 31. TFF.

Concorso Torino 31

2 automnes 3 hivers – Sébastien Betbeder
Voto: 7

La bataille de Solférino – Justine Triet
Voto: 7

Blue Ruin – Jeremy Saulnier
Voto: 8

Bulg-eun gajog (Red Family) – Ju-hyoung Lee
Voto: 5

Club Sándwich – Fernando Eimbcke
Voto: 9

C.O.G. – Kyle Patrick Alvarez
Voto: 6

Le démantèlement – Sébastien Pilote
Voto: 7

La mafia uccide solo d’estate – Pif
Voto: 7

Pelo Malo – Mariana Rondón
Voto: 8

La Plaga – Neus Ballús
Voto: 6

Sao Karaoke (Karaoke Girl) – Visra Vichit-Vadakan
Voto: 5

Sensô to hitori no onna (A woman and war) – Junichi Inoue
Voto: 7

Il treno va a Mosca – Federico Ferrone e Michele Manzolini
Voto: 7

Vandal – Hélier Cisterne
Voto: 7

Festa Mobile

All is lost – J.C. Chandor
Voto: 8

Drinking buddies – Joe Swanberg
Voto: 7

Enough said (Non dico altro) – Nicole Holofcener
Voto: 7

Frances Ha – Noah Baumbach
Voto: 10

Grand Piano – Eugenio Mira
Voto: 5

The Grand Seduction – Don McKellar
Voto: 7

The Husband – Bruce McDonald
Voto: 6

Ida – Pawel Pawlikowski
Voto: 8

Inside Llewyn Davis (A proposito di Davis) – Ethan e Joel Coen
Voto: 9

Last Vegas – Jon Turteltaub
Voto: 5

Only lovers left alive – Jim Jarmusch
Voto: 8

Prince Avalanche – David Gordon Green
Voto: 8

La sedia della felicità – Carlo Mazzacurati
Voto: 3

Suzanne – Katell Quillévéré
Voto: 4

This is Martin Bonner – Chad Hartigan
Voto: 7

Ugly – Anurag Kashyap
Voto: 7

The way way back (C’era una volta un’estate) – Nat Faxon e Jim Rash
Voto: 7

Europop

Alceste à cicyclette (Molière in bicicletta) – Philippe Le Guay (Francia)
Voto: 5

The Stag – John Butler (Irlanda)
Voto: 7

After Hours

Au nom du films – Vincent Lannoo
Voto: 6

Big bad wolves – Aharon Keshales e Navot Papushado
Voto: 8

Blutgletscher (The Station) – Marvin Kren
Voto: 4

Canìbal – Manuel Martín Cuenca
Voto: 8

Computer Chess – Andrew Bujalski
Voto: 8

La danza de la realidad – Alejandro Jodorowsky (Cile)
Voto: 8

LFO – Antonio Tublén
Voto: 4

Plus one – Dennis Iliadis
Voto: 2

V/H/S/2 – Simon Barrett, Jason Eisener, Gareth Evans, Gregg Hale, Eduardo Sánchez, Timo Tjahjanto e Adam Wingard
Voto: 4

Wrong Cops – Quentin Dupieux
Voto: 6

Altri film

Flood tide – Todd Chandler [Onde]
Voto: 5

Història de la meva mort – Albert Serra [Onde]
Voto: 7

L’image manquante – Rithy Panh [Documenti]
Voto: 9

The Lunchbox (Lunchbox) – Ritesh Batra [TorinoFilmLab]
Voto: 7

Salvo – Fabio Grassadonia e Antonio Piazza [TorinoFilmLab]
Voto: 7

Stop the pounding heart – Roberto Minervini [Internazionale.doc]
Voto: 9

Il sud è niente – Fabio Mollo [TorinoFilmLab]
Voto: 6

Torino Film Festival