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Oldboy: le recensioni dagli Usa e dall’Italia del remake di Spike Lee

Uno sguardo alle parole dei critici Americani e Italiani sul remake “Oldboy” di Spike Lee con Josh Brolin

di carla
pubblicato 9 Dicembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:28

E così è arrivato anche nelle nostre sale il remake Oldboy di Spike Lee con Josh Brolin, Elizabeth Olsen, Sharlto Copley, Samuel L. Jackson, James Michael Imperioli, Linda Emond, James Ransone, Hannah Simone, Grey Damon, Max Casella e Rami Malek, remake dell’Oldboy del 2003 diretto da Park Chan-wook. Come hanno reagito i critici Americani e Italiani? Ecco le loro parole, e questa è la nostra recensione. Ma voi che mi dite? Vi è piaciuto? Su Rotten, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è del 43%.

Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Perché guardare la cronaca delle agonie di Joe, e le agonie che arriva a infliggere agli altri?

James Berardinelli – ReelViews: A volte non capisco la mentalità di Hollywood. Qualcuno credeva in un buon remake?

Associated Press: Gran parte del dialogo è ampolloso (diverse scene sono risibili) e il melodramma è disancorato senza la lurida l’atmosfera barocca del film di Park – che, dopo tutto, era un po’ il punto.

Dana Stevens – Slate: lascia una sensazione di confusione e nausea.

Michael O’Sullivan – Washington Post: depravato e deprimente come l’originale.

David Edelstein – Vulture: La violenza… è raccapricciante.

Peter Howell – Toronto Star: la “reinterpretazione” di Spike Lee non riesce a creare il proprio marchio.

Lou Lumenick – New York Post: Inesorabilmente raccapricciante, consapevolmente scioccante e praticamente inutile.

Stephanie Zacharek – Village Voice: Il remake è arrivato troppo tardi, così benigno e memorabile che nemmeno le persone che amavano l’originale del 2003 di Park Chan-wook saranno in grado di raccogliere molta indignazione.

Andrew O’Hehir – Salon.com: Vorrei dividere il potenziale pubblico di “Oldboy” in due gruppi: coloro che saranno delusi e quelli che saranno disorientati.

Kerry Lengel – Arizona Republic: Per gli appassionati della scuola Quentin Tarantino del macabro, ha molto da offrire…

Rene Rodriguez – Miami Herald: Oldboy funziona così bene che arriva una grande delusione quando il film perde il suo coraggio nel climax, optando per un finale radicalmente diverso e meno sovversivo rispetto all’originale.

David Ehrlich – Film.com: Non è solo peggior film di Spike Lee, è praticamente il suo “Wicker Man”.

John Defore – Hollywood Reporter: violento è a sé stante, nonostante il suo venerato predecessore.

Justin Chang – Variety: la vendetta è un piatto che va servito freddo, ma il deludente remake di Spike Lee è un pasto tiepido.

Soren Anderson – Seattle Times: L’immagine è un guazzabuglio di sangue intriso a tortura fisica e psicologica, anche se non è quasi estrema come la versione coreana.

Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Se avete già visto e vi è piaciuto il film originale, non c’è nessuna vera ragione per vedere questo, se lo avete già visto e l’avete odiato, ci sono un centinaio di motivi per allontanarsi da questo.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Spike Lee (…) ha cercato di ripartire dal fumetto, ma avrebbe dovuto imboccare con maggior decisione, la strada di certo a lui più congeniale del noir all’antica americana o del melò alla Dumas.

Fabio Ferzetti – Il Messaggero: (…) un catalogo di prodezze stilistiche che però non sfiora nemmeno il mistero e la forza selvaggia dell’originale. Il colpevole? I quattrini. Per rifare il già fatto servono pochi soldi e molte idee. Ma Hollywood non funziona così.

Massimo Bertarelli – il Giornale: Delirante, violentissimo pasticcio giallo, inutile rifacimento di un film coreano. (…) Che sofferenza per lo spettatore, che fa la sua domanda del protagonista: “perché sono qui?”

Paolo D’Agostini – la Repubblica: (…) Film di non grande personalità, della bidimensionalità fumettistica Spike Lee prende solo una parte giustapponendola ad elementi psicologici e sentimentali realistici. Un ibrido.