Home Notizie Bianco di Daniele Vicari – via alle riprese ‘senza attori’ e con set ‘verticale’

Bianco di Daniele Vicari – via alle riprese ‘senza attori’ e con set ‘verticale’

Sfida tecnologica immane per Daniele Vicari, sul Monte Bianco per girare Bianco

pubblicato 14 Luglio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 00:02

Due anni dopo lo splendido e sottovalutato Diaz, Daniele Vicari torna sul set per girare il suo quinto film da regista, come al solito terribilmente ambizioso e promettente. Stiamo infatti parlando di Bianco, coproduzione Italia-Francia, prodotto da Francesco Virga e Gianfilippo Pedote della Mir Cinematografica con la francese Aeternam e sviluppato con Rai Cinema con il supporto della Valle d’Aosta Film Commission. Ispirata al romanzo di Marco Albino FerrariFreney 1961 – Tragedia sul Monte Bianco”, la sceneggiatura del film è stata scritta dallo stesso Daniele Vicari insieme a Massimo Gaudioso, Francesca Manieri e Marco Albino Ferrari.

Ebbene la prima parte di riprese è partita proprio oggi sul Monte Bianco e andrà avanti addirittura fino a dicembre. Una prima fase non vedrà attori coinvolti. Già questo la rende ‘curiosa’. La seconda fase, invece, avrà inizio a marzo 2015 e vedrà impegnati tre attori italiani e quattro francesi, con il casting è ancora in via di definizione. Bianco racconterà la storia di una grande avventura alpinistica intrapresa, all’inizio degli anni ’60, con determinazione e coraggio da sette giovani uomini, italiani e francesi, che decidono di infrangere i propri limiti e rifiutano di farsi dominare dalle proprie paure. Tra di essi, il leggendario Walter Bonatti. La sfida era scalare una immensa parete di roccia strapiombante: il Pilone Centrale del Freney, una verticale di 750 metri che cade a piombo sul ghiacciaio, ritenuta una scalata impossibile.

Enormi le difficoltà tecniche della pellicola, a causa dell’estrema verticalità del set, che Vicari proverà ad affrontare con la composizione digitale.

“Qualche anno fa un film come Bianco sarebbe stato impossibile. Sulle pareti verticali non si può pensare a scene complesse, con attori che recitano mentre scalano per settimane, con movimenti di macchina arditi. Girare un film in quel luogo è una vera sfida tecnologica, produttiva e artistica. Un punto di riferimento importante per me è la lavorazione del grande film di Cuaron: Gravity. In questo film Cuaron ha messo a punto un metodo di lavoro sorprendente e innovativo”.

Bianco come Gravity? Esatto. In questi giorni, è iniziata la prima sessione in montagna, con un sistema di fotogrammetria aerea in grado di realizzare rilievi video-fotografici ad alta risoluzione dell’intero percorso previsto nel film. Da queste riprese verrà tratto un modello tridimensionale, un set virtuale che sarà la base per la realizzazione di uno storyboard digitale dell’intero film e per la costruzione degli elementi scenografici in studio. Una volta realizzato il modello, con le inquadrature previste, si faranno muovere all’interno gli attori reali: un set digitale ma perfettamente aderente al vero in cui sono ricreati ambienti “impossibili”. Un’autentica sfida tecnologica che potremmo definire ‘inedita’ per il cinema italiano, con riprese in alta quota dal vero, con droni ed elicotteri, ovviamente comprese. L’uscita in sala? Si spera entro la fine del 2015.