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Stasera su Canale 5: “Si può fare” con Claudio Bisio

Stasera Canale 5 propone “Si può fare”, commedia del 2008 diretta da Giulio Manfredonia (Qualunquemente) e interpretata da Claudio Bisio, Anita Caprioli e Giuseppe Battiston.

pubblicato 22 Luglio 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 23:49

Cast e personaggi

Claudio Bisio: Nello
Anita Caprioli: Sara
Andrea Bosca: Gigio
Giovanni Calcagno: Luca
Michele De Virgilio: Nicky
Carlo Giuseppe Gabardini: Goffredo
Andrea Gattinoni: Robby
Natascia Macchniz: Luisa
Rosa Pianeta: Enrica
Daniela Piperno: Miriam
Franco Pistoni: Ossi
Pietro Ragusa: Fabio
Franco Ravera: Carlo
Maria Rosaria Russo: Caterina
Bebo Storti: Padella
Ariella Reggio: madre di Gigio
Giulia Steigerwalt: Chiara
Tony D’Agostino: Scorbutico
Giuseppe Battiston: Dottor Federico Furlan
Giorgio Colangeli: Dottor Del Vecchio

La trama

Siamo a Milano nei frizzanti anni Ottanta. Nello (Claudio Bisio) è un sindacalista, ha forti valori etici ma è appassionato di modernità, terziario, mercato: troppo avanti per quegli anni, viene allontanato dal sindacato e mandato in una cooperativa di ex malati mentali appena dimessi dai manicomi per la legge Basaglia. Nello si ritrova co sì in una cooperativa di “picchiatelli” che non sanno fare nulla e vivono di lavori assistenziali. Tuttavia lui crede nella dignità del lavoro e, contro il  parere degli psichiatri, cerca di spingerli ad imparare un mestiere: montare parquet.

In questo è sostenuto anche da Sara (Anita Caprioli) con la quale ha da tempo una relazione sentimentale intensa ma turbolenta. In principio il tentativo sembra fallire, la “sporca dozzina” combina un pasticcio dopo l’altro, e in verità nessuno vuole dei matti per casa a rifargli il pavimento. Ma un imprevisto su un cantiere rivela a Nello una possibilità inattesa: i due schizofrenici, Gigio (Andrea Bosca) e Luca (Giovanni Calcagno), hanno un gusto ossessivo nel comporre pezzi irregolari. Nasce così l’idea del “parquet a mosaico” fatto con gli scarti, un’idea di successo. I matti diventano “specialisti” ricercati, la cooperativa funziona e Nello, con l’aiuto del dottor Furlan (Giuseppe Battiston), si convince a fare un passo in più: ridurre ai malati gli psicofarmaci che li intontiscono. Lo psichiatra Del Vecchio (Giorgio Colangeli) però rifiuta, per lui la malattia mentale guarisce solo con la morte e i sedativi sono necessari. La sua posizione però si rivela perdente e viene allontanato.

I “nostri” risorgono, sono felici e scoprono desideri “rivoluzionari”: una casa, un amore, il sesso. Si lanciano nell’avventura della normalità con un’ ingenua ebbrezza che intenerisce. Ma non tutti sono pronti per il confronto con la realtà. Nello capisce di avere osato troppo e, oppresso dai sensi di colpa per le conseguenze delle sue scelte, si ritira. In cooperativa torna Del Vecchio che riporta tutto alle origini: psicofarmaci e lavori inutili. Ma la “sporca dozzina” si ribella e, con un impeto inaspettato, torna da Nello per tentare di ribaltare ancora una volta la situazione…

Il nostro commento

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Si può fare si prova a raccontare il microcosmo della malattia mentale in una veste leggera, che permetta di capire quante e quali siano le possibilità per tanti ex pazienti di istituti psichiatrici di trovare un posto nel mondo del lavoro e uno scopo che aiuti a vivere la vita in maniera proficua e soddisfacente.

Tema non semplice e chiave di lettura coraggiosa quella scelta dal regista Giulio Manfredonia (Qualunquemente) che ci regala una delle piu belle e partecipate performance di Claudio Bisio, in questo caso ben supportato da un nutrito cast di personaggi ricchi di umanità ed emotivamente coinvolgenti, che attraverso la semplicità di vite vissute ai margini ci mostrano la voglia di vivere e la ritrovata consapevolezza di chi sente ancora la necessità di sentirsi vivo e soprattutto utile.

Si può fare non può certo prescindere dal rapportarsi anche narrativamente al capolavoro di Milos Forman “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, anche qui c’è un personaggio che arriva a scardinare in positivo gli schemi di una vita “subita” e non vissuta nella sua interezza, rappresentato in questo caso da un sindacalista deluso e frustrato dalla staticità di un sistema che burocratizza il pensiero e la creatività, naturalmente in questo caso si punta ad un gradevolissimo registro “comedy” che centra l’obiettivo duplice e non semplice di intrattenere con sorprendente garbo e la contempo denunciare e porre in essere una questione che si cerca quotidianamente e consapevolmente di ignorare.

Io non gli do ragione solo perché sono matti. Li ho sempre trattati alla pari. Se mi fanno incazzare, mi incazzo: questo è rispetto. (Nello)

Note di regia

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Siamo matti, mica scemi. (Luca)

È il racconto di una favola vera, di un’utopia realizzata e dunque entrambi gli elementi dovevano essere presenti nel film. Da una parte lo slancio del sogno possibile, il passo un po’ eroico di una battaglia che “si può fare”, dall’altra, essendo la vicenda ispirata a tante storie realmente accadute, la necessità di una regola: tutto deve sembrare vero. Il soggetto di Bonifacci conteneva già tutti gli elementi della favola, le cadute, i successi insperati, i colpi di scena, i drammi, l’epilogo, e aveva già pienamente il senso “epico” e se vogliamo morale del film. Prima di scrivere la sceneggiatura abbiamo visitato la cooperativa Noncello di Pordenone e a lungo frequentato un centro di igiene mentale vicino Milano. I quasi due anni di incontri coi veri pazienti sono stati, oltre che un’esperienza umana bellissima, la fonte del lavoro di scrittura prima e di regia poi. Calare nella nostra storia dei personaggi credibili e “autonomi” dal racconto era la grande sfida. Grazie ad un anno di preparazione con gli attori e le tante prove fatte, a me sembra di aver raggiunto l’obiettivo. E spero che questa “sensibilità” possa adesso arrivare al pubblico. [Giulio Manfredonia]

Curiosità

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– Il film ispirato alla vera storia della cooperativa “Noncello” di Pordenone e dedicato alle oltre 2.500 cooperative sociali esistenti in Italia e ai 30.000 soci diversamente abili che vi lavorano.

– Il film è stata premiato con un David di Donatello (Premio David Giovani) e un Nastro d’argento al miglior soggetto.

– La ragazza di cui si innamora Gigio, mentre è inquadrata nella terrazza da sola, sta leggendo “Storia dell’Arte Italiana” di Giulio Carlo Argan, all’epoca usato come libro di testo nei corsi di Architettura.

– Claudio Bisio ha dichiarato che, per prepararsi meglio alla parte, ha visto e rivisto più volte Qualcuno volò sul nido del cuculo. Lo stesso Bisio considera la sua interpretazione come la migliore della sua carriera.

– Nella prima scena Nello discute con un compagno del sindacato interpretato da Roberto Forza, direttore della fotografia del film.

– Nella scena in cui i soci si cimentano con il loro primo lavoro, il fratello di Sara è interpretato da Marco Belluzzi, scenografo del film.

(via Wikipedia)

La colonna sonora

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– Le musiche originali del film sono di Pivio e Aldo De Scalzi che per il regista Giulio Manfredonia hanno musicato anche Se fossi in te e Qualunquemente.

– Il tema strumentale di Caterina incluso nella colonna sonora è interpretato dalla fisarmonica di Marco Lo Russo aka Rouge.

Stasera su Canale 5 Si può fare con Claudio Bisio

01. Si può fare
02. Ingresso nel manicomio
03. Gran finale
04. Inizio dei lavori
05. Mobili e partite di calcio
06. Tema di Gigio (tutti a letto)
07. Abbraccio finale
08. Tema di Caterina (v. violino)
09. Valzer della coppia (v. violino)
10. Votazione per il parquet
11. Votazione per il parquet (ripresa)
12. Cade una stella
13. Appostamento
14. Ossi e Nicky
15. Tema di Gigio (in questura)
16. Mobili e partite di calcio (v. ottoni)
17. Foolish Things
18. Alla ricerca dei sostituti
19. Ingresso nella nuova sede
20. Tema di Caterina (v. fisarmonica)
21. Valzer della coppia (v. cello)
22. Tema di Gigio (di nuovo in clinica)
23. Abbraccio finale (il funerale)
24. Quarto stato
25. Foolish Things (strumentale)
26. Stella magica
27. Requisito: il ritorno
28. L’isola che non c’è (bonus track)

Tema di Caterina – Pivio e Aldo De Scalzi:

Oh madre mia – Pivio & Aldo De Scalzi:

Clip e video

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