Home Curiosità Il cinema lontano da Roma: a Civitanova Marche ragionano e si appassionano a Futura

Il cinema lontano da Roma: a Civitanova Marche ragionano e si appassionano a Futura

Nel Paese circola in abbondanza uno spirito di curiosità e voglia di cinema, lo vado a cercare

pubblicato 24 Luglio 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 23:43

Prenderò un pullman e in quattro ore raggiungerò Civitanova Marche dove, da due anni si svolge il Festival Futura, aperto alla filosofia, alla scienza, alla letteratura e al cinema. Se volessi prendere un treno impiegherei più tempo, e mi conviene il pullman placido in cui s’incontra un’umanità disparata, confusa, tra interrogativi e speranze. Lo scorso anno ci fu, a Civitanova Marche, direttore artistico Gino Troli, la serata da non dimenticare: tremila persone ad ascoltare Paolo Sorrentino che parlava di se stesso e soprattutto di cinema. Conducevo la serata con Troli, e ne sono stato impressionato. Il pubblico, nella grande maggioranza giovani in ansiosa attesa, era felice, come di rado mi capita di constatare.

Tutto merito di Sorrentino e del suo film “La grande bellezza”, molto discusso, unico film che ha mosso le acque che stagnano in un cinema in difficoltà, un cinema non so se avviato a risolvere i problemi cheda tempo attendono.
Attendono. Il Futuro è quello che conta. In esso è coinvolta Cinecittà, nonostante tutto baluardo nella storia del nostro cinema.

A dicembre del 2013 è stata aperta una prima parte di “Cinecittà Si Mostra” che sta per completarsi con altre sezioni nel prossimo ottobre. Un grande lavoro di storia e di spettacolo. Un mese fa, Cinecittà Luce ha celebrato al Vittoriano di Roma “I 90 anni del Luce” con un mostra di interessanti documenti, filmati e foto, che tante volte ho usato nei miei film. In questi giorni, dal 24 luglio, si aprirà al pubblico, sulla Pontina, “Cinecittà World”, negli stabilimenti ex DinoCittà. Sono andato alla “vernice”, curioso, per avere un primo colpo d’occhio ; e posso solo dire che Dante Ferretti, grande scenografo Premio Oscar, ha fatto un buon lavoro.

Infine, sempre intorno e a favore del nome Cinecittà (quattromila film), nella zona di Roma dove sorge da 76 anni, i lavoratori degli studi hanno organizzato una rassegna di film girati a Cinecittà, film italiani, per ricordare una grande storia che non deve morire. I pericoli di un lungo viale del tramonto, diciamolo, ci sono. I pasticcioni, in modo particolare nel cinema e nella cultura, della politica ma non solo, sono esistiti da anni e hanno spolpato il cinema italiano e le sue tradizioni. E’ giunto il momento di dire: basta. Lo scrivo con forza, ma senza illusioni. I balletti delle nomine, la scelta di incapaci e amanti delle comode poltrone, la mancanza di passioni vere e di idee, sono lì a suonare campane d’allarme. Spero di sentirle il meno possibili, e mi tengo le mie illusioni, contro mediocri e complottisti, sempre gli stessi, del cinema che soffre.

Vado a Civitanova Marche, in pullman. Avrò il tempo per pensare; e prepararmi bene per gli appuntamenti a Civitanova e a San Benedetto. Il 26 luglio in questa città, in serata, alle 21.30 al Circolo Nautico racconterà la storia della casa editrice Adelphi, dal cui catalogo ho tratto spunti per il cinema: il libro “Milarepa”, che fu consigliato a Liliana Cavani e a me, che ne facemmo un film; romanzi, storie e saggi che mi sono stati utili per il serial tv “Stelle in fiamme”, un omaggio al cinema delle grandi Hollywood e Cinecittà, e dei suoi divi; e per il libro “Così amavano (così ameremo?)”, in cui a proposito di Judy Garland ho tratto analisi molto forti, molto commoventi dal libro di James Hillman, “Il codice dell’anima”. Parleremo, vedremo cinema. Sempre il 26, alle 19, al Chiostro San’Agostino, a Civitanova, il mio breve film “C’era una volta Sergio Leone e ci sarà sempre” e il mio libro “Sergio Leone- Quando il cinema era grande”, Lindau. Domenica 27 in piazza della Libertà, sempre a Civitanova, incontro con Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti, spero in una serata come quella con Sorrentino. Numerosi giovani incantati, esigenti, appassionati. Così il cinema si può… salvare. Futuro e tanti appuntamenti come Futura.