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Sin City – Una donna per cui uccidere: Recensione in Anteprima

9 anni dopo il primo capitolo Frank Miller e Robert Rodriguez sono tornati nella Città del Peccato. Arriva Sin City – Una donna per cui uccidere

pubblicato 15 Settembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:10

9 anni. Tanto hanno impiegato Frank Miller e Robert Rodriguez per tornare a Sin City, città del peccato che nel 2005 ammaliò gli spettatori di mezzo mondo, conquistando critica e consensi. Il film uscito nel 2005 diede letteralmente vita all’Universo Graphic Novel, per la prima volta ‘reale’ anche sul grande schermo. L’impronta dell’autore originale di Sin City, Miller, rimase appiccicata su pellicola, diventando di fatto da subito di culto. Costato 40 milioni il film ne incassò 159 in tutto il mondo, per poi sbancare l’home-video. Un’esperienza innovativa che Frank provò a ripetere in solitaria con il fallimentare The Spirit, flop Lionsgate che di fatto troncò le sue velleità da regista.

Fino a quando Rodriguez non è tornato a bussare alla porte del celebre fumettista, prendendo a piene mani dal secondo volume della serie Sin City, ovvero Una donna per cui uccidere. Il sequel ha così preso forma, con quasi tutto il cast dell’originale di nuovo sul set, impreziosito da new entry di non poco peso. Peccato che il riscontro con il pubblico a stelle e strisce sia stato disastroso. Neanche 15 milioni di dollari incassati in poco meno di un mese. Un tonfo che ha azzoppato inevitabilmente l’idea di un 3° episodio da Rodriguez più volte annunciato, e per nostra fortuna scongiurato. Perché Sin City 2 paga inesorabilmente l’effetto ‘copia carbone’.

Ciò che nel 2005 lasciò di sasso, ovvero l’impianto grafico e visivo dell’incredibile opera realizzata dai due registi, non ha fatto altro che andare incontro ad una pura e semplice replica. Innegabilmente fascinosa e più dettagliata, anche perché impreziosita da un meraviglioso 3D, ma pur sempre replica. Nulla di realmente nuovo sorge sotto il bianco e nero di Una donna per cui uccidere. Tracce di colore illuminano la notte, tra schizzi rosso sangue, parrucche biondo platino e innocenti volti femminili dal colore rosa pronti ad essere decapitati. Quattro i ‘capitoli’ intrecciati l’uno con l’altro: Solo un altro sabato sera, Quella lunga, brutta notte, La grossa sconfitta e quel ‘Una donna per cui uccidere’ che da’ il nome al titolo.

Tutto prende vita nel Kadiès Bar di Sin City. Qui si incrociano le strade di sei personaggi assetati di vendetta. Un giovane e presuntuoso giocatore d’azzardo, Johnny, che vuole sconfiggere il potente e pericoloso Senatore Roark; la bella, ‘protetta’ e triste Nancy, spogliarellista in lutto per la morte dell’amato Hartigan; il gigantesco Marv, sempre pronto a spezzare ossa; la femme fatale Ava, sirena in grado di conquistare qualsiasi uomo le si presenti davanti; e ovviamente Dwight McCarthy, costretto a ‘contenere’ i propri demoni interiori esplosi nel primo capitolo e a replicare alle avances dell’amata Ava, donna per cui vale la pena persino uccidere. Prima che sia lei a scavarti una fossa…

Amore, peccato, rabbia, vendetta. Temi affrontati nel 2005 e qui ripresi da Rodriguez e Miller, platealmente caduti nell’errore di ripetere quanto già fatto e già visto 9 anni fa. Il ritorno di determinati personaggi, lo sviluppo della trama, l’esplosiva violenza sbandierata dal fantastico Marv (Mickey Rourke vince su tutti), il lungo e stancante ‘raccontarsi’ da parte dei vari protagonisti e l’oggettiva ovvietà di alcuni intrecci e affrettate conclusioni limitano maledettamente una pellicola visivamente incredibile. Anche se frenato da prevedibili ma evitabili pecche, Sin City 2 torna ad omaggiare il mondo Graphic Novel come nessun altro aveva mai fatto, se non la stessa coppia di registi nel 2005. Alcune scene mozzano il fiato, per quanto perfette nell’essere visivamente coreografate, con un pazzesco prologo firmato Rourke che da subito immerge lo spettatore in un pozzo cupo, seppiato, violento e provocante. Il proseguire degli eventi, con sconnessi salti da una ‘storia’ all’altra, finisce quasi per alleggerire lo stupore suscitato dal massiccio uso degli effetti speciali, ancora una volta in grado di ricreare la città del peccato.

Già sublime in 300 – l’Alba di un Impero, prequel/sequel di quel 300 ancora una volta tratto dagli scritti di Miller, è Eva Green a rubare la scena delle novità. La sua Ava, sensuale e spesso completamente nuda, è una mangia-uomini di prima qualità. Subdola e perfida quanto basta per stritolare cuori maschili con agilità e disarmante semplicità conquistati. E’ dinanzi alla statuaria bellezza dell’attrice lanciata da Bertolucci che Rodriguez da’ il meglio di se’, regalandole un tuffo in piscina che è pura poesia grafica. Ma sono attimi, flebili momenti in cui l’innegabile bellezza visiva dell’opera e la (scarsa) tensione di scrittura vanno di pari passo, a braccetto, per poi prendere strade differenti. Galleggiando così in un increspato specchio d’acqua che finirà per diffondere continue sensazioni di deja-vu.

Se l’arrogante e fortunato Joseph Gordon-Levitt non arriva mai a suscitare reale interesse, è il delinquenziale politico Powers Boothe a vestire i panni del villain, 9 anni fa straordinariamente indossati da quel Bastardo Giallo qui ricordato e ‘omaggiato’, ma neanche lontanamente replicato dal punto di vista dello spessore. Tra i ritorni scialbi spiccano su tutti quello di Jessica Alba e Bruce Willis, come i più attenti ricorderanno legati a doppio filo, con Josh Brolin chiamato a ‘sostituire’ Clive Owen, Christopher Lloyd con enorme piacere di nuovo in sala e Lady Gaga ancora una volta da Rodriguez limitata ad un minuscolo cameo, come già avvenuto in Machete Kills. Splendida e micidiale Rosario Dawson, tarantiniana e fatale Jamie Chung, gigantesco e disumano Dennis Haysbert, scelto dal regista per sostituire il deceduto Michael Clarke Duncan.

L’eccitazione finale del 2005, quando Sin City suscitò meritato clamore, si è qui tramutata in doverosa riconoscenza stilistica, soffocata da una carenza di idee di scrittura che dopo quasi un decennio d’attesa possiamo quasi definire oggettivamente ingiustificabile. Anche per questo motivo, probabilmente, sarà meglio fermarsi qui. Archiviando per sempre la città del peccato ideata da Miller. Almeno sul grande schermo.

Voto di Federico: 6
Voto di Antonio: 7

Sin City – Una donna per cui uccidere (Usa, 2014, Sin City: A Dame To Die For) di Frank Miller e Robert Rodriguez; con Mickey Rourke, Jessica Alba, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, Rosario Dawson, Bruce Willis, Eva Green, Powers Boothe, Dennis Haysbert, Ray Liotta, Stacy Keach, Jaime King, Christopher Lloyd, Jamie Chung, Jeremy Piven, Christopher Meloni, Juno Temple, Marton Csokas, Jude Ciccolella, Julia Garner, Lady GaGa – uscita giovedì 2 ottobre 2014.