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15 thriller italiani da vedere secondo TasteOfCinema

15 Film essenziali per conoscere i film Giallo italiani

di carla
pubblicato 1 Dicembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 21:23

In occasione del restauro al Torino Film Festival di Profondo Rosso, oggi ho scovato sul sito TasteOfCinema una classifica di 15 thriller italiani essenziali per ogni cinefilo. In verità nell’articolo parlano di “Gialli” ma c’è qualche titolo che non considero propriamente un giallo (tipo proprio Profondo Rosso o La casa dalle finestre che ridono). Vediamo insieme cosa hanno scelto. Li avete visti tutti?

Giallo significa giallo, ma i film Giallo sono colorati di rosso sangue. E come è noto ad ogni cinefilo in tutto il mondo, giallo è un genere italiano vicino al crimine e mistero. E il giallo non è legato ai libri diAgatha Christie, Edgar Wallace e Raymond Chandler ma ad una serie di film diretti da registi come Dario Argento, Mario Bava, Sergio Martino, Pupi Avati e molti altri. I film gialli hanno fatto la loro entrata nel cinema italiano nel 1960, fiorirono nel 1970 e sono diminuiti nel 1980. Eppure la loro influenza può essere ancora vista nel cinema di oggi. I 15 film Giallo elencati qui nella lista non sono affatto i migliori film Giallo di tutti i tempi; sono film che ti danno una conoscenza olistica del genere con i loro punti di forza e di debolezza. Abbiamo scelto quasi tutti i film dal 1970 poiché questo è un decennio importante.

1. Sei donne per l’assassino (1964)

Realizzato nel 1964 da Mario Bava, il film è stato così influente che è possibile rintracciare il suo impatto su registi come Dario Argento, Martin Scorsese, Quentin Tarantino e Wes Craven. Il film uscì negli USA con il titolo “Blood and Black Lace”, in Francia come “Six femmes pour l’assassin” e in Gran Bretagna come “Six Women for the Murderer”.

2. L’uccello dalle piume di cristallo (1970)

Si tratta del debutto alla regia di Dario Argento, da lui anche sceneggiato, liberamente ispirato al romanzo “La statua che urla” (The Screaming Mimi) di Fredric Brown. L’uso elegante della macchina da presa, le luci e ombre e i colori lo rendono uno dei film thriller come riferimento per i registi a venire. E’ stato inserito al numero 272 della classifica “I 500 film più belli di tutti i tempi” da Empire.

3. Le foto proibite di una signora per bene (1970)

“Le foto proibite di una signora per bene” realizzato nel 1970 da Luciano Ercoli non è uno dei migliori esempi di questa lista. Tuttavia il film è importante per il tema de “l’incubo di essere minacciati dal proprio partner”.

4. Reazione a catena (1971)

E’ un film horror italiano del 1971, diretto da Mario Bava, ed è uno dei suo film più violenti, sanguinario e purtroppo senza senso. Il film è pieno di omicidi ed è adatto solo per i fan più accaniti che vogliono conoscere le radici del film slasher americani nel 1980; film come “Venerdì 13”, “Nightmare in Elm Street”, “Scream” e “So cosa hai fatto l’estate scorsa”.

Una lucertola con la pelle di  donna

5. Una lucertola con la pelle di donna (1971)

Realizzato nel 1971 da Lucio Fulci, il film è noto per le sue scene di sesso e orge. Ma c’è un altro aspetto degno di nota sul film: la moda. Abbigliamento e accessori sono una parte essenziale ed è anche importante per la sua enfasi sulla psicoterapia e sul potere dei sogni.

6. La coda dello scorpione (1971)

Diretto nel 1971 da Sergio Martino, è memorabile perché è ben diretto e la suspense si amplifica man mano che il film prosegue. Il film è un classico senza tempo, grazie alla sceneggiatura di Ernesto Gastaldi, la musica indimenticabile di Ennio Morricone e Anita Strinberg nel ruolo della protagonista.

7. La corta notte delle bambole di vetro (1971)

Realizzato da Aldo Lado nel 1971, vede nel cast Ingrid Thulin e Barbara Bach. Non vi potrete dimenticare di questo film perché racconta una delle paure più terrificanti dell’uomo: essere considerato morto mentre si è ancora vivi.

8. La tarantola dal ventre nero (1971)

Diretto nel 1971 da Paolo Cavara, si ispira a “L’uccello dalle piume di cristallo” ed è memorabile per la sua complessa trama e per la recitazione di Giancarlo Giannini. Il film è anche indimenticabile per il Modus operandi dell’assassino: il lungo ago tagliente immerso nel veleno mortale che paralizza le vittime prima di essere uccise con un coltello.

9. Non si sevizia un Paperino (1972)

Lucio Fulci unisce sesso e violenza per uno dei film più inquietanti del cinema italiano. Ma la pellicola non è solo sesso e gore perché ci regala una rappresentazione della vita e della politica in una piccola città di Italia. I temi principali sono “la repressione, il peccato e la colpa”.

Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

10. Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave (1972)

Girato nel 1972 da Sergio Martino, il film usa molti elementi dal racconto di Edgar Allan Poe “Il gatto nero”. Non c’è tanto gore nella pellicola, ma il suo uso della musica e l’enfasi sul mistero lo rendono un giallo divertente. Il film presenta anche due star del cinema di genere, Anita Strindberg e Edwige Fench.

11. Sette orchidee macchiate di sangue (1972)

Diretto nel 1972 da Umberto Lenzi, è un buon film con omicidi, sesso, nudità, gore e violenza.

12. Il Profumo della Signora in Nero (1974)

Il titolo del film è un omaggio all’omonima pellicola del 1931 “Le parfum de la dame en noir” di Marcel L’Herbier. Francesco Barilli ha diretto solo due film gialli (l’altro è “Pensione paura” del 1978), ma ha mostrato di essere bravo a fare film dell’orrore.

13. Profondo rosso (1975)

Diretto da Dario Argento, con gli effetti speciali di Carlo Rambaldi, e un colpo di scena finale indimenticabile. Forse più horror che thriller.

14. La casa dalle finestre che ridono (1976)

Diretto nel 1976 dal leggendario Pupi Avati, è un capolavoro. Uno dei migliori titoli del cinema giallo, è splendidamente girato, i personaggi sono ben sviluppati, la musica è inquietante, si cammina sulla linea tra realtà e sogno e il finale è da pelle d’oca. Ed è possibile guardare “La casa dalle finestre che ridono” più volte, perché sarete sempre sorpresi dalla fine, ogni volta. Un film aperto a tutti i tipi di interpretazioni freudiane.

15. Solamente nero (1978)

“Solamente nero” è un film del 1978 di Antonio Bido. Il film, con le sue trama complicata, è immeritatamente sottovalutato.