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Roma 2014 – Buoni a Nulla di Gianni Di Gregorio: Recensione in Anteprima

Un Fantozzi moderno, meno impacciato e più elegante. E’ il Buoni a Nulla di Gianni Di Gregorio

pubblicato 18 Ottobre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 21:16

Sono passati sei lunghi anni dall’exploit registico di Gianni Di Gregorio. Era il 2008 e alla Mostra del cinema di Venezia all’epoca ancora diretta da Marco Muller il suo Pranzo di Ferragosto sbalordì la critica. La pellicola vinse il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, per poi portarsi a casa un David di Donatello e un Nastro d’argento per la miglior regia di un ‘debuttante’ dietro la macchina da presa. A 60 anni suonati.

Costato poche centinaia di migliaia di euro il film ne incassò addirittura 2.143.000, grazie ad un travolgente passaparola positivo. Tornato in sala nel 2011 con l’incompreso Gianni e le donne, Di Gregorio ha ora ritrovato Muller al Festival Internazionale del Film di Roma con la sua ultima fatica. Ancora una volta da lui sceneggiata, diretta e interpretata. Buoni a nulla il titolo.

Un film che ha riportato la ‘Festa’ capitolina sulle corde della commedia italiana che in questa edizione aveva ‘già dato’. Con tanto di apertura ufficiale. Parliamo ovviamente del Soap Opera di Genovesi, ovviamente, lontano anni luce dalla leggerezza, dalla classe e dall’eleganza di una maschera cinematografica che meriterebbe assolutamente maggiore attenzione. Di Gregorio, per l’appunto. Con le sue gigantesche borse sotto gli occhi, il sorriso gentile e il volto profondamente buono. Pacato. D’altronde Gianni è così anche nella vita di tutti i giorni. Raramente arrabbiato e sempre accondiscendente.

A tal punto da voler ‘cambiare’. E provare a diventare ‘altro’. Da qui è nata l’idea di fondo della sua 4° pellicola da regista. A pochi mesi dalla pensione attesa una vita, infatti, il protagonista di Buoni a Nulla viene a scoprire che a causa della tanto contestata riforma Fornero dovrà attendere altri 3 anni prima di appendere il lavoro al chiodo. E non è tutto. Perché dal comodo ufficio nel centro di Roma, Gianni viene spedito vicino alla Colombo. Al Torrino. Dall’altra parte della Capitale. Impiegato pubblico che non ha di fatto mai lavorato un giorno, tanto da sapere a malapena utilizzare il computer, il quasi pensionato Di Gregorio si ritrova così in un nuovo ufficio, con nuovi colleghi e un nuovo ‘boss’. Tutto questo senza dimenticare la vecchia e insopportabile vicina di casa, la rompiscatole dell’ex moglie e le pretese della figlia. Dannatamente buono e indifeso, Gianni si decide finalmente a seguire l’accalorato consiglio del nuovo marito dell’ex, un dentista: arrabbiarsi. E di brutto. Facendosi rispettare…

Un nuovo ‘Fantozzi’, moderno e meno demenziale. Cavalcando i cliché dell’impiegato medio e i limiti educativi di una Roma tanto bellissima quanto meravigliosamente maleducata, Di Gregorio ha così chiuso la propria personale trilogia della ‘terza età’. Il pensionato nato stanco, gentile e di fatto ‘buono a nulla’ di questa pellicola prova a delineare uno spaccato sociale, figlio anche della cieca politica che come al suo solito ha creato solo e soltanto disastri. Straordinario volto da esilarante ‘sfinge’ che suscita sorrisi anche senza far nulla, Di Gregorio si è circondato di buoni comprimari per riuscire a tramutare il proprio pacioso io in qualcosa di ribelle. Da Marco Marzocca, pentola in perenne ebollizione pronta ad esplodere, ad una formosa e solo all’apparenza arrivista Valentina Lodovini, autentica ‘Signorina Silvani’ del 2014, per poi coinvolgere Anna Bonaiuto, scansafatiche e superstiziosa direttrice con cagnolino a traino, e uno stranamente saggio Marco Messeri, dentista auto-specializzatosi in psichiatria.

Costruito un soggetto credibile e sulla carta persino attuale, Di Gregorio non ha avuto le capacità di strutturare nel migliore dei modi la sua 4° opera registica. Promosso lo scoppiettante inizio, infatti, Buoni a Nulla cala sensibilmente nella parte centrale, perdendo mordente ed originalità. La pellicola sembra quasi zoppicare, pagando così la partenza sprint per poi scivolare in un pozzo di schiacciante e probabilmente eccessiva leggerezza. Di superficialità. Le espressioni del protagonista e i suoi ‘dispetti’ per reagire una volta per tutte allo stress della vita cedono alla ripetizione, che a sorpresa mai diventa comunque ‘fastidiosa’. Perché le commedie di Di Gregorio sono eleganti anche nei propri difetti, mai urlate e sempre gradevoli, tanto da diffondere un senso di leggerezza e di piacevole divertimento per l’intera durata della pellicola. La meno riuscita e più flebile dal punto di vista della scrittura del suo regista, probabilmente, ma comunque sopra la media della concorrenza italiana di genere. Se poi questo sia un pregio di Di Gregorio, o un difetto della nostra Industria, è tutta un’altra storia.

Voto di Federico: 6+

Buoni a Nulla (Ita, commedia, 2014) di Gianni Di Gregorio; con Gianni Di Gregorio, Marco Marzocca, Valentina Lodovini, Daniela Giordano, Gianfelice Imparato, Marco Messeri, Camilla Filippi e con la partecipazione di Anna Bonaiuto – uscita giovedì 23 ottobre 2014.

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